Judie e Agnes

 

La macchina nera si fermò davanti al cancello
E una voce gracchiante del citofono chiese il nostro nome
Volevo urlare il mio, ma chi mi accompagnava mi precedette di poco
E cosi entrammo lungo quel viale alberato, con la mia faccia di rughe attaccata al finestrino
Salii lentamente le scale di quella vecchia magione, aiutandomi con il bastone, che ormai sorreggeva quelle vecchie gambe
Una volta non era cosi, e molti uomini le guardavano ammirati
Tempi passati, che so non torneranno
Il mio nome è Judie

La macchina nera si fermò davanti al cancello
E una voce gracchiante del citofono chiese il nostro nome
Non diedi retta al tutto, ma chi mi accompagnava colmò la mia sufficienza verso la richiesta
E cosi entrammo lungo quel viale alberato, con il mio busto che mi doleva, ma dritta e salda
Salii le scale di quella vecchia magione, spostando con il bastone foglie cadute e delimitando lo spazio con chi avrebbe voluto avvicinarmi
Il mio nome è Agnes

Arrivai davanti la mia stanza. La numero 18, con dipinta sulla porta un giglio
Entrando, non potei fare a meno di notare la sua disposizione
Sobria. Molto Vittoriana. Proprio come quella magione dell’Hampshire
Ma aveva molto luce, e gli alberi nel giardino erano davvero maestosi
Dopo aver congedato il mio accompagnatore, tirai fuori dalla mia valigia di pelle tutto quello che possedevo
Due pigiami di cotone lunghi e delle camicie con orli, che aveva cucito con maestria la mia vecchia amica sarta
Ferma capelli, e la mia spazzola bianca di osso, anch’essa con un giglio dipinto a mano
Nel fondo della valigia, per ultimo, con due mani presi la fotografia di chi era stato il compagno di una vita
Dietro, una dedica. 
A Judie. Con tutto il mio amore

Arrivai davanti la mia stanza. La numero 16, e dipinta sulla porta una rosa
Entrai con riluttanza in quella stanza, sapevo che ero in un posto che non mi si addiceva
Dopo aver congedato il mio accompagnatore, mi sedetti sul bordo del letto, passandomi una mano per sfilare il cappello
Lo poggiai, e i miei occhi cercarono un qualcosa di positivo in tutto quello, ma non arrivò
La mia valigia rimase chiusa diverse ore prima che la aprissi
Se lo avessi fatto subito, sarebbe stato una resa, ed io non volevo tutto quello
Iniziai a sistemare in quel volgare armadio i miei abiti, quasi scusandomi con loro, che tale fattura francese, potesse trovare posto in un “qualunque” armadio britannico
Per ultimo appesi la foto, che mi ricordava ancora fossi viva e chi fossi stata
Io, nella mia scuola di danza a Londra, con accanto il mio maestro
E la dedica
Ad Agnes. Con tutta la mia ammirazione

La mattina dopo. Circa le otto del mattino
Due mandate, nello stesso istante, e le due donne si ritrovano una accanto all’altra
Un buongiorno e lo stesso percorso nel corridoio, verso la stanza dove servivano la colazione
Presero due posti lontani tra di loro, ma non volutamente
Gli altri ospiti non avrebbero mai ceduto il proprio posto a due nuovi arrivi
Judie consumò una tazza di latte e due biscotti
Agnes un tea con limone
Erano tutti molto gentili pensò la prima
Erano tutti cosi volgari pensò la seconda

Le attività scorrevano in maniera molto precisa
Dopo la colazione, e a secondo del tempo che faceva, si faceva passeggiate nei viali
Chi era troppo stanco, poteva approfittare della ricca biblioteca
Avevano anche una serra, e da quella ne fui attratta subito
Amavo i fiori ed il loro colore, profumo, significato
Posi la mia firma prima di entrare.  Judie

Le attività scorrevano in maniera molto precisa
Dopo la colazione, e a secondo del tempo che faceva, si faceva passeggiate nei viali
Ma avrei dovuto unirmi a dei perfetti sconosciuti
Approfittai della biblioteca, cercando qualche volume che potesse parlare della mia unica passione
La danza
Ne trovai uno, di un tale Brighman
Mi sedetti nella poltrona che fosse più vicina alla luce e ne fui rapita, al punto da leggerne oltre la metà
Lo riposi nello scaffale, non prima di mettere la mia firma. Agnes

La mattina dopo. Circa le otto del mattino
Due mandate, nello stesso istante, e le due donne si ritrovano una accanto all’altra
Un buongiorno e lo stesso percorso nel corridoio, verso la stanza dove servivano la colazione
Questa volta il tavolo fu condiviso, ma le parole che si scambiarono furono davvero poche
Riservata l’una e con aria di sufficienza l’altra
Ma in realtà, avevano avuto modo di conoscersi, pur senza conoscersi
Le loro stanze erano una accanto all’altra
E durante la notte, Judie sentiva agitarsi nel sonno Agnes
Mentre altre, Agnes sentiva canticchiare Judie, mentre si spazzolava i capelli prima di dormire

Mi diceva mia madre. Se trovi una persona che pensa di essere più di te, non te ne preoccupare
Tu porgigli la mano e dille, piacere Judie

Mi diceva mia madre. Se trovi una persona umile, non considerare sia il tuo rigido maestro di danza.
In quel momento, fai parlare il tuo cuore e non la tua testa. Basta un semplice, piacere Agnes

Ho conosciuto cosi quella donna, che sembrava vivesse ancora su un palcoscenico
Dandogli la precedenza per entrare nella stanza della colazione al mattino, e vedendola sorridere celatamente
Rompendo il ghiaccio con un riferimento al mio nome, che era appartenuto ad una nobile
Judie

Ho conosciuto cosi quella donna, che sembrava vivesse nei ricordi di un amore che era svanito
Precedendola per entrare nella stanza della colazione, e sorridendo amaramente
Non era quello che volevo veramente
Avevo bisogno di una amica e cosi tesi la mia mano ossuta
Agnes

Insieme. Da quel giorno
Tenendoci a braccio nelle nostre passeggiate
Ridendo a colazione, come due bambine che possano aver rubato di nascosto la marmellata
Fissandoci negli occhi come per leggere nell’una e nell’altra, tutta la vita che avevamo trascorso
Senza che alcuna parola trovasse lo spazio adatto
Solo le nostre gioie, i dolori e i ricordi
Io gli insegnai a curare i fiori e a piantarne di nuovi
Io gli insegnai a sfogliare un libro, e leggere oltre le parole, danzando su righe d’inchiostro
Diventammo amiche
Di quel genere dove non occorre fare cose eclatanti per continuare ad esserlo
Due donne e due così diversi mondi che si erano uniti
In maniera lieve 
E quando, anche le nostre foglie caddero per sempre in quel giardino
Sembra parlino ancora di noi. 
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