Sono sudata, sento caldo, rumore in lontananza. 

Mi avvolge un brivido dove sarò? 

Curiosa di tutto sicura di niente, sola con la mia anima. 

Troppo caldo mi decido e guardo. 

Indosso pantaloni corti verde militare e una canottiera bianca.

Sono in una capanna, fatta con grossi rami di bambù legati insieme. 

Filtrano i raggi del sole come lame nella penombra.

Mi rendo conto che sono sdraiata su di una stuoia. 

Sto comoda e ce ne sono altre due vuote poco lontano da me.  

C'è una piccola apertura coperta con una tenda colorata che si muove.

Sento vicino le risatine di bambini che si allontanano correndo lungo la parete della capanna.

Le loro ombre si riflettono all'interno. 

Provo ad alzarmi ma mi coglie un senso di vertigine. 

Sento i muscoli rigidi come se avessi dormito molto a lungo.

Ho anche sete, mi sto disidratando.

Dalla porticina si affaccia un uomo. 

La sua pelle è bruciata dal sole e solcata dalle rughe. 

Ha capelli corti scuri con delle striature argentate.

Occhi piccoli e neri, che troppo hanno visto.

Chiede permesso con lo sguardo, gli faccio cenno di entrare. 

In mano ha una ciotola di legno  e me la porge.

Non ho mai bevuto un'acqua così buona.

Fresca al punto giusto, dissetante, ne percepisco quasi il profumo.  

L'uomo mi fa segno di bere ancora e allora non resisto e la finisco. 

Poso la ciotola e mi sento rigenerata nel corpo e nello spirito.

L'uomo si è seduto sulla stuoia più lontana.

Dalla tasca laterale dei calzoni estrae un telefono.

Vorrei capire chi è, che lingua parla, ma è rapito dallo schermo.

Chissà se c'è la possibilità di comunicare, mi sento invisibile.

Mi sdraio anche se vorrei almeno vedere cosa c'è oltre la porticina. 

Socchiudo gli occhi nell'attesa che costui mi presti attenzione. 

Ripenso all'acqua e vorrei berne ancora.

Non ho sete ma vorrei risentire quel sapore appagante.

Sento dei passi all'esterno e apro gli occhi.

Vedo un ragazzino con un'altra ciotola in mano. 

Anche lui scuro di pelle, biondissimo con i capelli arruffati. 

Sembra che non si sia mai pettinato.

Gli occhi sono talmente azzurri che non si può fare a meno di rimanere catturati. 

Mi alzo non troppo sicura sulle mie gambe, sorridendo.

Appena tocco la ciotola me la molla e scappa via. 

Gli urlo grazie, lui si volta uscendo e sorride.

Torno alla mia stuoia assaporo il nettare poco alla volta, godendomelo con gratitudine.

Il sorriso del ragazzino come un raggio di sole.

Denti bianchissimi e anche lui pelle bruciata.

Intanto nessun segnale dall’uomo seduto poco lontano.

Non ha alzato gli occhi dal telefono. 

Mi chiedo perchè non abbia mandato il ragazzino a portarmi l'acqua anche la prima volta.

Forse lui avrebbe scambiato qualche parola con me. 

Mi sta salendo un'ansia mista a curiosità ma temporeggio e mi concentro sull'acqua.

Dopo pochi minuti sento che si muove e spero che se ne vada.

Ho gli occhi chiusi, appoggiata alla parete di bambù con la ciotola in mano. 

Sento che mi sta guardando e  temo di essere in pericolo.

Dice che sono al sicuro e non devo aver paura perchè tutto è sotto controllo adesso. 

Deve raccontarmi alcune cose prima che io vada. 

Mi prega di rimanere in silenzio mentre parla.

Non devo interromperlo e risponderà a qualunque mio interrogativo. 

Mi innervosisco.

Se devo tacere come faccio a porre domande.

Prosegue dicendo che è in grado di leggere i miei pensieri.

Sgrano gli occhi e riavvolgo il nastro. 

Avevo sete e lui mi ha portato l’acqua.

Ne volevo ancora e si è materializzato il ragazzino.

La situazione era insostenibile per me e lui mi ha rivolto la parola. 

Va bene mi fido.

Penso che vorrei sapere come sono finita qui.

Ecco la risposta. 

I bambini mi hanno scovata all'alba nella foresta priva di sensi.

Sono corsi a chiedere aiuto e mi hanno portata alla capanna. 

Qua sono molto vicini al sole e con una pelle bianca come la mia non sarei sopravvissuta più di due ore sotto i raggi diretti. 

Era necessario fare in fretta il sole stava per sorgere. 

Ma tant'è che me lo stava raccontando e quindi era cosa buona. 

Una volta che mi hanno sistemata sulla stuoia ho iniziato a sudare. 

Respiravo e il cuore batteva.

I due bambini hanno vegliato la capanna fino al mio risveglio. 

Sorrido pensando ai miei salvatori, vorrei ringraziarli.

Continua dicendomi che la prossima volta che desidererò dell'acqua vedrò anche il secondo bambino. 

Allora quello di prima, l'arruffato, era uno dei due. 

Riprende e dice che quando avremo finito di parlare, spera ci sia tempo e modo per creare un contatto con entrambi.

Come la mette giù tragica.

Sembra che tutto debba scoppiare da un momento all'altro.

Si fa serio alzando una mano.

Ci troviamo nel cuore dell'Amazzonia.

Stiamo rintanati nella capanna almeno fino al tramonto.

Nessuno può sapere se ci sarà una prossima alba. 

Nel mondo siamo rimasti pochi superstiti che comunicano tutti tramite il web. 

Ogni filo della rete è una speranza per sopravvivere.

Ci tiene legati lo scambio di informazioni.

Regna l'anarchia più totale ma non c'è più violenza. 

Ci si aiuta l'un l'altro condividendo informazioni.

Non c'è più nulla di commestibile.

L'acqua che sgorga dalle sorgenti ha tutto il nutrimento necessario. 

Permette di sopravvivere e ce n'è in abbondanza. 

La vegetazione resiste e si sta adattando magicamente alla violenza dei raggi solari, ma il nostro corpo e quello degli animali purtroppo no.

Sono confusa da questa sintesi drammatica. 

Mille domande mi assalgono come insetti.

Cosa ci faccio qui, chi sei, non ti credo, sono in trappola, ho paura.

Percepisco il buco nero che gli si sta aprendo dentro e penso che potrebbe contenere tutta la capanna compresa me. 

Si ricompone ma ha gli occhi lucidi,  apre la bocca ma non esce il suono delle parole. 

Ringrazio di non saper leggere i pensieri, prendo la ciotola e finisco l'acqua.

Si sente un suono sordo provenire dal telefono e subito guarda lo schermo rasserenandosi. 

Esclama un “finalmente” liberatorio, alza lo sguardo verso di me e dice che fra trenta minuti sarebbero arrivati a prendermi.   

Chi? Per portarmi dove? E la tua storia?

Alza la mano per fermarmi e in quel momento si materializzano nella capanna i miei salvatori, mi portano l'ultima ciotola di nettare. 

Sono bellissimi, occhi chiari, vispi e curiosi. 

Non ho parole ma penso “addio” e i loro volti si fanno seri. 

Subito lo cambio con “arrivederci” ed ecco che davanti a me si aprono come ali di una colomba i loro sorrisi. 

In un attimo son già scappati fuori, li sento ridere mentre corrono. 

Mi dice di bere, ma io fisso la porta e vorrei inseguirli per giocare con loro. 

Chi mi sta per venire a prendere? 

Chi sei tu che a tuo dire mi stai aiutando? 

 

“continua” 

Tutti i racconti

0
0
2

Fatalità

04 July 2025

Tra le vigne senza grappoli maturano nembi di tempesta, e gli sguardi del sudore, delusi, sul cuscino della notte senza nome temono i tradimenti dei cieli senza tetto dove quietarsi, Grandine nel vento senza ragione, e acque senza clemenza piegano antiche e vinte ginocchia sul suolo umiliato [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

0
0
2

Non guardare quella finestra (1/2)

04 July 2025

Quattro anni fa, quando mi sono trasferito in questo palazzone putrido e spelacchiato, non cercavo niente di speciale, solo un buco abbastanza economico dove le pareti non mi ricordassero mia moglie. Ero fresco di separazione, fresco di licenziamento, fresco anche di una depressione che mi scavava [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

12
13
49

Il figlio

03 July 2025

Sono terrorizzata. Ho freddo. Lo sento. Non riesco a muovermi, non posso muovermi. Sono paralizzata. Vorrei urlare, voglio urlare. Non riesco. -------- Non sono pentita. Ho deciso. Non lo voglio, non ti voglio. Ti rifiuto perché sei un rifiuto. Solo a pensarti mi viene il voltastomaco. E questi [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ornella: Testo molto duro. Ho fatto fatica a terminarlo. Da' voce a tutte le donne [...]

  • Dario Mazzolini: grazie a Lorenzo e Ornella. Ho voluto raccontare senza giudizi. Mi spiace [...]

9
12
134

Rothmans Demi

03 July 2025

Ci piaceva scambiarci gli odori, i sapori e i respiri. Ci piaceva mischiarci l'anima fino alle ossa come a consumarci, a disarmarci, ogni volta. Ci piaceva fonderci in un unico focolare al centro della stanza, con le finestre chiuse e le luci spente. Eravamo noi a dare colore alle pareti. Ci spalmavamo [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuta e mi accodo ai complimenti e considerazioni già espressi. [...]

  • Walter Fest: Benvenuta, mi raccomando non mi prendere per un bastian contrario, non mi hai [...]

8
13
46

Sono uno scrittore povero

(Un povero scrittore?)

02 July 2025

Sono uno scrittore, ma non voglio spaventare nessuno, a parte i bambini sotto il metro e mezzo. Sono uno scrittore inclusivo, ma non esagero perché non è mai bello, soprattutto in pubblico. A proposito, sono uno scrittore in cerca di personaggi pubblici possibilmente ricchi che sanno cosa significa [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Io credo che anche gli scrittori che scrivono per sei mesi nei boschi prima [...]

  • Giovanni: Vi ringrazio per l'attenzione. In ogni commento c'è qualcosa [...]

7
8
35

Parto Lunedì

se non c’è sciopero dei treni.

02 July 2025

Ho sempre detto che sarei partita un lunedì qualsiasi, di una settimana qualsiasi, di un mese qualsiasi. Ti avrei fatto una sorpresa al tuo bar preferito, dove scribacchi, mangiucchi, prendi il caffè e ti guardi intorno. Ma non sai quando e neppure io sapevo quando. Ora lo so. Perché oggi ho [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dario Mazzolini: caspita ondine che bel racconto. spero a breve di leggere il seguito. Brava. [...]

  • Miu: Questo racconto è un treno che parte piano, poi accelera e ti lascia [...]

13
19
71

Nel Cielo

01 July 2025

Fermo in cielo sopra i tetti più alti, con il sole alle spalle, sembra quasi dare il tempo alle persone di sapere e arrivare. La gente in strada comincia infatti ad accalcarsi in preda a un’euforica frenesia. Dannati supereroi, così odiosamente vanitosi. [NdA: il titolo “Nel Cielo” si rifà alla [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

9
9
35

Buono come il pane che facevi

Grazie di ogni secondo passato con te

01 July 2025

“Ciao Nico. Che assurdità, ne avevi solo 57...” "Ciao caro. È così. Stavo sistemando un cesto di ciabattine, poi un dolore qui, sotto l'ascella e... pum! Ho pestato il naso sul bancone e sono crollato a terra. In negozio non c'era nessuno, meno male. Chissà che spavento si sarebbe preso se qualcuno [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • zeroassoluto: Senza parole... ma:
    👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏...

  • Dax: onore a Nico. like

10
9
42

Cemento Mori

30 June 2025

La morte uno se la può immagine in mille modi. C’è chi pensa al tristo mietitore che gioca a scacchi, chi a qualche ombra strisciante, chi alle danze macabre. Probabilmente molti miei coetanei pensano a riferimenti cinematografici (Voldemort, l’occhio di Sauron, Pennywise/It su tutti). Io se ripenso [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Lord Silvius: Mai titolo fu più ben azzeccato per un racconto. Cerrto che correre [...]

  • Adribel: Racconto carino, riesce ad incuriosire e a trascinare fino alla fine.

3
8
29

Ma cos'è stato... un colpo di pistola?

Ricordi del 2001

30 June 2025

Torino, venerdì 2 febbraio 2001 Oggi piove. E’ tutta la giornata che piove: gocce persistenti e fastidiose, ma non un acquazzone violento. Ieri è stato il mio compleanno e ho dato fondo a tutte le mie riserve di cibo. Occorre fare un po’ di spesa: pane, frutta, burro, latte. Mi imbacucco ben [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Grazie ragazzi!
    Chiarisco:
    Se mi avesso preso in testa, probabilmente [...]

  • zeroassoluto: P.S.
    Avevo dimenticato di aver già scritto la storia dell'incidente, [...]

3
2
20

Techetechetè

29 June 2025

Il ticchettio triangolare tetragono ad ogni tentativo tortuoso, traccia, tragicamente, un tragitto tormentato tipicamente tratto da una terminologia trappista tutta terra terra, totalmente tendente ad una trasfigurazione teatrale tutta tarallucci e trippa! E questo è veramente troppo! Ma, se tanto [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

2
2
24

Il caricatore di elio liquido

29 June 2025

Il furgoncino bianco con le scritte blu procedeva lento nel traffico, diretto verso l'ospedale. Enrico guardò l'orologio sul cruscotto. Lo stavano già aspettando. Era infatti un'emergenza e non un rabbocco programmato. "Si vede che ci sono stati dei problemi” pensò, qualche perdita magari. La [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • zeroassoluto: Prendersela con un fratello che ti ha LIBERATO della moglie, invece di abbracciarlo, [...]

  • Teo Bo: Ciao CD. Secondo il mio più che opinabile parere, l'espediente narrativo [...]

Torna su