E’ successo! Non pensavo potesse capitare anche a me, ma è successo: mi ha lasciato! 

“Poche storie e benvenuto nel Club”, dirà qualcuno di voi. E grazie tante, rispondo io. Ma non sono mai stato un fan del mal comune e quindi, scusate se mi rode! 

Non nego che c’erano state minacce qualche settimana fa, ma son cose che si dicono in certi momenti e poi il giorno dopo è tutto come prima. E invece no! Questa volta l’ha fatto sul serio ed è andata via con armi e bagagli. Non è stato un fulmine a ciel sereno, ma quasi.

E poi, mi chiedo, perché fra tutti i giorni della settimana ha scelto proprio il lunedì per levare le tende? 

Cavolo, è universalmente riconosciuto che il lunedì è la giornata peggiore per eccellenza, e questa novità è stata la classica goccia che non sta nel vaso. Non mi bastava il litigio col direttore del personale, la mano incastrata nella bocca del distributore di merendine (con relativa perdita dei bottoni del polsino) e la rigatura bastarda sulla portiera della mia Smart (alla faccia del parcheggio privato dell’azienda). E no, ci voleva pure questa sorpresina al mio rientro a casa. 

Così, con ancora in mente una sequenza di maledizioni tutte da sciorinare e ignaro dell’imminente botta del destino, sguscio dall’ascensore e apro il portoncino dell’appartamento. 

Ancora prima di fare due passi dentro casa mi levo le scarpe e calzo le pantofole, altrimenti chi la sente, dico fra me e me. Appendo il soprabito e mi accorgo subito che c’è qualcosa di strano: non sento profumo di cibarie. Che diavolo sarà successo? E’ vero che per colpa del traffico serale sono arrivato con quasi un’ora di ritardo, ma l’odore della cena dovrebbe ancora persistere nell’aria. 

Chiamo il suo nome una volta, poi una seconda e una terza, a voce più alta e un poco allarmata questa volta. 

Silenzio.

Sarà uscita? 

Non credo. Non a quest’ora comunque. E poi mi avrebbe lasciato un messaggio. 

Con i pensieri in subbuglio e un principio di panico nello stomaco attraverso corridoio e salone e, in rapida successione, lancio un’occhiata alla stanza da letto e al bagno. Tutto è in perfetto ordine, come il solito d’altronde, ma lei non c’è.

Sempre più in apprensione entro in cucina, e lì in bella vista sul tavolo, poggiata sopra una confezione ormai scongelata di bocconcini al formaggio, c’è una busta gialla dall’aspetto ministeriale con sopra il mio nome.

Io le buste gialle non le sopporto. Mi ricordano gli avvisi di accertamento e le rogne amministrative e già solo a vederle, a prescindere dal contenuto, mi sale l’ansia. 

Mi chiedo perché, con tutte le buste bianche che ci sono nello studio, ha scelto invece una di quelle gialle. Mi rispondo ancor prima di aver terminato la domanda: questo è il suo modo perfido (assolutamente in linea col suo carattere) di sottolineare il fatto che sono di fronte a una comunicazione ufficiale e senza appello.

Prendo la busta con la stessa esuberanza di chi affronta una visita alla prostata, e con lo sconforto nel cuore trascino i piedi fino al divano del salone. L’arredo sbuffa quando mi ci sprofondo dentro. 

Sto così per qualche secondo, poi penso che un goccetto, anche se a stomaco vuoto, potrebbe aumentare di qualche tacca il coraggio che mi occorre per aprire la missiva e avere conferma delle brutte nuove che di certo contiene. 

Mi ci vogliono due brandy abbondanti prima che mi decida a riprendere la busta in mano, a sollevarne i lembi, estrarne un foglietto piegato in due e finalmente leggere il contenuto.

Sarò sincero: non è che mi aspettassi una riedizione di Guerra e Pace o della Divina Commedia (non è mai stata un grande chiacchierona), però avrei gradito almeno qualche riga di spiegazione, un accenno di rammarico o anche degli stramaledetti insulti piuttosto che quelle irrimediabili e definitive tre parole. Scritte in stampatello e sottolineate non da uno, ma due punti esclamativi:

ME NE VADO!! 

Accartoccio foglio e busta e stizzito lancio la palla in direzione della finestra di fronte. Auguro all’ingrata fuggitiva un acido e poco sincero buon viaggio, qualunque sia la sua destinazione, e mi verso un altro brandy. Lo mando giù stravaccandomi ancor più sul divano e pure poggiando i piedi sul tavolino di cristallo. 

Alla faccia sua.

È un ridicolo e tardivo dispetto, lo ammetto, ma contribuisce a sollevarmi un pochino lo spirito. Il pensiero che subito dopo mi guizza per la mente è forse altrettanto squallido. Però non posso (e non voglio) trattenerlo e così, abbiate pazienza, lo lascio andare in tutta la sua banalità: “dopo tutto quello che ho fatto per lei!”

Ecco l’ho detto. 

E pensare che quando la incontrai per la prima volta non le rivolsi più di una rapida occhiata e un distratto saluto mentre, varcando l’uscio, le consegnavo il soprabito. 

Eravamo a casa di quel presuntuoso vanesio di Pierfranco, mio cugino, e solo durante la cena, tra una portata e l’altra, lei stuzzicò la mia curiosità. Poi, forse a causa dell’eccellente Chianti, delle superlative lasagne al ragù e dell’ottimo arrosto, fui preso dai roventi morsi dall’invidia. 

E così, a fine serata, con in mano un bicchiere di ottimo Cognac e nelle orecchie le ciarle del padrone di casa, decisi che lui non la meritava e che avrei fatto di tutto per portargliela via.

In preda a una sorta di euforia adolescenziale lasciai il Pierfranco alle sue chiacchiere e mi alzai per andare al bagno. Fu una meschina scusa per intrufolarmi invece in cucina, avvicinarmi a lei e metterle in mano il mio numero di telefono.

Non chiamò, ovviamente, ma non mi diedi per vinto. 

Incaponito quanto un giocatore di roulette abbracciato dalla Dea Sfortuna, misi in atto la mia semplice quanto asfissiante strategia e, pur non sopportando quell’idiota di Pierfranco, feci in modo di ottenere un invito a cena quasi perpetuo. 

Mi bastò, durante un provvidenziale Happy Hour, fra una chiacchiera inutile e l’altra, accennare alla sua superlativa conoscenza dei vini, alla cucina casalinga che “…altro che quella dei ristoranti” e infine, con un colpo da maestro finale che lo mandò in brodo di giuggiole, confessargli che delizia per le orecchie fosse il suo mega tecnologico impianto surround.

E così ogni sabato sera, lasciando da parte il fair play e tutte le stronzate simili, iniziai imperterrito a sfoggiare le mie sottili e micidiali arti seduttive finché Bice (questo il suo nome), stremata e voglio credere anche conquistata, si arrese e telefonò.

 

Tutti i racconti

2
6
20

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
25

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
23

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
37

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
56

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
4
23

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
51

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su