Prima di te

ero schiavo della solitudine

adagiato nella sua tristezza

ero un relitto che si ostinava a navigare 

in acque perigliose.

Una vita alla deriva

da una spiaggia all’altra

in cerca di conchiglie

per trovare tracce, segni di vita.

Poi un giorno lungo l’argine di un fiume

ho sentito un frullare di ali

un canto sommesso

un profumo di lavanda, di timo

di rosmarino e menta selvatica.

L’odore della terra mi ha coperto

lasciando che gli occhi si chiudessero

per godere di quell’attimo fugace.

In un’aria leggera sei apparsa  

una macchia di sole

che brillava sulle acque del fiume.

Ho visto i tuoi occhi ferire i miei

come lame lucenti.

Ah! Il tuo corpo di felce, di rara orchidea

quel tuo piede sinuoso

posato sull’erba come una farfalla

Ah! le tue mani di candida colomba

volteggianti nell’aria

e io foglia in balia del vento 

volavo verso di te, verso il calore

della tua pelle, del tuo sorriso.

Prima di te ero un nulla

accantonato in un angolo della vita.

Un tramonto di nuvole nere

un’alba senza sole

poi il tuo profumo ha sollevato

un vento di primavera

per riportarmi alla vita.

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