Trascorsi un periodo che mi sembrò infinito, alternandomi su una gamba e poi sull’altra, provai anche una sensazione di sonnolenza improvvisa; mi grattai un orecchio, poi, stiracchiandomi, sbadigliai. 

L’ombra rientrò nella camera con fare agitato, qualcosa l’aveva turbata. 
La sentivo girare in modo estenuante tra le mura che ci includevano; percepii anche un po’ di paura. 
Cercai di rimettermi in piedi per captare il suo malessere, e quando la vidi sedersi e piangere, l’istinto mi spinse a chiamarla con un fischio. 

Non mi ascoltò.

Fischiai in modo ancora più acuto. Ma non violento.
E lei, si girò.

“Cosa vuoi? Lasciami in pace anche tu.” 

Restai ad osservarla.

“E’ inutile che mi guardi così, lo sai che adesso non voglio stare con nessuno.” 

Inclinai un po’ la testa.


“Smettila, non mi fai tenerezza.” 


Fischiai con più impeto. Volevo che mi guardasse bene. 

“Uff. Riesci sempre a vincere tu, con questo sguardo così curioso. Ma cosa vuoi?”

Si porse verso di me offrendomi un dito, e lentamente, con una mano, lo afferrai.

Mi diede un bacino sul naso, e io mi gonfiai di orgoglio. 
Avevo fatto felice la mamma.


Vedevo le lacrime rigare la sua guancia e continuai ad inclinare il volto come a dirle: “Adesso smettila.” 
E fischiai con allegria.

Lei sorrise, e dimenticò per un secondo i pensieri.

“Sei proprio uno scemo.” Disse, asciugandosi con il bordo della manica.
Mi accorsi, dunque, che riuscivamo a capirci anche se parlavamo due lingue differenti.  

“Vuoi mangiare?” mi disse. 
Ma io non avevo fame. 
Volevo solo stare con lei.

“E va bene.” Disse, tenendomi con sé.

Il contatto con la sua pelle era delicato, e stare insieme, rendeva sereni entrambi. 
In un istante smise di lacrimare, e riprese quel di cui si stava occupando.
Io mi poggiai accanto a lei ad osservarla e a riscaldarmi col suo tepore. 
Ci volevamo bene, e nessuno dei due probabilmente ricordava il perché. Era naturale ed improvviso. 

“Mi dispiace sai…” mi disse, mentre io mi grattavo di nuovo l’orecchio.
“Non meritavi di nascere con un’ala malformata. Insomma, è brutto non poterti veder volare. 
Magari un giorno, potrò crearti una bella protesi e spiccherai il volo!” 

La guardai con sguardo dubbioso, di cosa diamine stava parlando?

“Sono certa che sei felice lo stesso, dopotutto ho comprato per te ogni tipo di cibo sano, ogni giochino e campanellino….ah e la cosa più divertente, è che ti ho comprato uno zaino.” 

Eh?

“Sì! Così possiamo fare lunghe passeggiate. A me piacerebbe portarti con me. Che ne pensi?”

Fischiai, sconvolto, ma accorgendomi di approvare quel suo entusiasmo.

“Esatto! Così se non riesco a farti volare, almeno puoi girare il mondo assieme a me…che ne pensi?”

Continuò, dandomi un altro bacio sul naso.

“Sei un bravo pappagallo, cocchetto. Sono proprio felice di averti incontrato.” 

Restai per un attimo basito. Avevo compreso di essere diverso ma…

pappagallo!?

Roteai su me stesso e mi accorsi di avere uno splendido manto di piume colorate, e un becco chiaro e squillante. 
Sorrisi a quell’idea, cosa era successo!? 
Non mi posi altre domande, quello stato così nuovo e in quella compagnia, mi rese così felice da non avere troppa nostalgia di quel che era la mia precedente vita.
Lei mi prese ancora una volta sul suo dito e mi poggiò sulla sua spalla. 
Io provai un dolce senso di rientro a casa, e mi andai a nascondere nella cava presente tra il suo collo e i suoi folti capelli. 
Io stavo bene lì. E lei stava bene con me. 

Trascorsi molti giorni assieme a lei ed imparai a conoscerla; mi piaceva, era un’ombra spesso felice.
E capii che spesso la sua felicità ero io. 

Talvolta ero geloso delle sue compagnie, perché la costringevano a mettermi da parte. Ma io ero comunque contento, perché ero certo del suo rientro prima o poi. 
Davvero mi comprò uno zaino, infatti conobbi posti a me completamente sconosciuti; e non dovevo fare lo sforzo di piacere agli altri perché ero così carino che mi amavano incondizionatamente. 
A volte dormivamo assieme, lei sul cuscino ed io sulla sua mano. 
Mi piaceva premere il becco tra il suo indice il suo pollice, mi dava sollievo alla sinusite che mi trascinavo dietro da decenni. 
Lei lo interpretava come un simbolo tenero, io come una bustina di antidolorifico in meno. 
Però mi divertiva. 
La sua famiglia era molto simpatica, generalmente a ora di pranzo e cena, verso la fine, venivo accolto anche io alla tavola, e per burlarmi di loro a volte atterravo violentemente nei semi spargendoli per tutto il tavolo. Un po’ mi richiamavano, perché combinavo davvero disastri. 
Scoprii anche che la mamma aveva un fidanzato, che lei talvolta chiamava “Il papà.” 
A me piaceva avere una mamma e un papà.
Lui era convinto che lo odiassi solo perché lo pizzicavo, ma in realtà ero solo geloso che poteva avere i suoi baci tutti per sé. 
Poi iniziai a perdonarlo, perché la mamma era generosa di baci con tutti coloro che amava. 

Non so in quale vita mi reincarnerò quando questa finirà; certo è che vorrei non finisse mai. 
Sto proprio bene adesso.
Anche se l’incidente non mi ha mai permesso di poter volare, ho volato con l’amore. 
Sulle spalle di mamma tutto sembrava osservato da un punto di vista molto alto ma poco vertiginoso: 
ho visto i quadri più belli, i paesaggi più emozionanti, ascoltato le musiche più armoniose. 
Ho imparato a cantare, e i miei colori mi hanno salvato dal grigiore che mi assorbiva nell’altra vita. 

Quel che potrò dire con certezza è che ho sognato moltissimo.
Ma dopotutto si sa, miei cari umani: tutti nasciamo con un paio di ali, ma… “solo chi sogna può imparare davvero a volare”. 

 

Tutti i racconti

4
6
29

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Malinconico e ben scritto passaggio di testimone tra le generazioni. Piaciuto.

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

4
7
43

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Grazie Dax! 😄

    Non so che collegamento abbia fatto il mio neurone [...]

  • MichelaDS: "le rughette" <3 Ottimo anche questo racconto, Smoki, grazie! [...]

2
8
37

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
9
22

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una cosa del genere, sì. Ma chissà quante altre strade ci sono. [...]

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

4
6
35

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
5
21

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • thecarnival: mea culpa;) ops errore temporale ... ora la memoria continua a farmi cilecca [...]

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

6
9
37

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
30

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

8
8
30

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

10
26
38

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo agli estimatori del racconto e come te sono appassionato di crime [...]

  • Maria Merlo: Grazie, L.D. AVA è davvero forte. Strana coincidenza: io avevo chiamato [...]

4
4
30

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti... Piacevola fiaba dark dal sapore classico. Like. Ciao

3
11
66

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

  • Elena D.: Parole che evocano istantanee nitide. Perdermi in racconti e storie rimane [...]

Torna su