D'improvviso apro gli occhi, non son sicura che sia stato un tuono, sembrava più una forte esplosione. Si un esplosione che ha squarciato il silenzio notturno.

Fuori è buio e sono ancora distesa su un fianco, il destro. La mano sotto l'orecchio per tenerla al caldo perchè l'inverno quest'anno è più forte del riscaldamento. Le gambe tirate su fino al cuore sotto la coperta.

C'è silenzio ora, un silenzio cupo. Strano che nessun'altro si sia svegliato, forse non era una esplosione, la gente si sarebbe spaventata, si sarebbe creata della confusione, si sentirebbero i suoni delle sirene. Certo, era davvero un tuono.

Un senso d'oppressione mi assale, il buio è ovunque persino dentro i miei occhi.  L'istinto mi spinge ad alzarmi, ad andare a vedere, ma l'angoscia che ho dentro mi frena, come a fermare l'attimo, ad evitare l'ineluttabile.

So che la fuori non c'è più nessuno, non c'è più niente. Spingo la coperta aiutandomi con il piede, mi alzo e senza nemmeno infilare le pantofole vado alla porta. Tolgo le mandate, la apro, ma non c'è nulla.

Io, la stanza e la porta siamo tutto ciò che rimane, sospese nel buio, nulla.

Torno verso il letto dopo aver chiuso la porta e rimesso le mandate. Sto qualche secondo seduta prima di stendermi ancora, chissà se anche io sono nulla. Osservo le mie mani, le giro, le poggio sulle ginocchia, mi guardo intorno, tutto sembra intatto.

Mi distendo sul fianco destro e riporto a me la coperta insieme alle gambe, la mano di nuovo sotto l'orecchio, con la sensazione che sia già successo.

Non ho altra scelta e cerco nuovamente il sonno. Succederà ancora che mi svegli, che ricominci tutto da capo, succede tutte le notti. Non ho ricordi di quel che accade dopo, so solo che mi sveglierò ancora, allo stesso modo.

Accade sempre, dalla notte dell'esplosione.

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