Anna sta prendendo un caffè con la sua migliore amica. Quanto chiacchierano quelle due! Ma cos'hanno da raccontarsi sempre di nuovo?

Quel giorno le sta dicendo della sua nuova passione, da un po' ha infatti scoperto che le piace scrivere. Ma non tenere un diario o articoli per qualche blog in internet come fanno tanti, le piace scrivere storielle, racconti di sua fantasia. A volte scrive qualcosa di suo o di qualcuno che ha incontrato anche solo per un attimo, altre volte si inventa invece situazioni assurde, così come le vengono.

 

- Ma spiegami, perché ti piace scrivere - le chiede l'amica - forse ti fa sentire importante, famosa, ti piace farti leggere da tante persone, è forse per questo?

- Macché tante persone. Da quando ho iniziato ho scoperto che in realtà sono più quelli che scrivono che quelli che leggono. Dà più soddisfazione raccontare qualcosa a te che almeno mi ascolti, o anche a un sasso guarda.

- Per forza, siamo amiche da tanti anni. Anche quando si scrive per tanti lettori probabilmente si pensa che tra tutti ci possa essere qualcuno che ti comprende. Sarebbe più difficile invece raccontare qualcosa a qualcuno che non si conosce, uno solo, preso a caso. Magari uno che ti guarda come se non capisse niente di quel che stai dicendo, lì seduto davanti a te.

- Beh, in quel caso sarebbe come parlare con se stessi, meglio farlo con un uovo che con uno così davanti al muso.

- Bella idea! Prova a raccontare una storiella a un uovo dai, così poi mi dici se è davvero lo stesso che pubblicare un racconto in internet come dici.

 

Si alza per prenderne uno e lo posa sul tavolo davanti all'amica.

 

- Sì, così ti fai due risate. Io qui che gli parlo e tu ti sorseggi il tuo caffè.

- No no, io esco. Devo comprare un paio di scarpe.

- Scarpe! E vorresti fare shopping senza di me?!

- Questa volta sì, voglio che tu racconti una storiella all'uovo, ma senza che io sia qui, altrimenti ti rivolgi a me invece che a Lui. Poi mi dici com'è andata eh.

 

E l'amica si alza ed esce davvero. Ad Anna è simpatica proprio perché è un po' strana. A volte da cose sciocche che fanno così come in quel caso ne nascono poi altre e si divertono un mondo assieme.

 

- Così eccoci qui, cosa si può raccontare ad un uovo? Vediamo... la conosci la storia dell'uovo di Colombo?

 

L'uovo è fermo, posato sul tavolo in orizzontale, così lei lo prende e lo scuote per fargli dire di no.

 

- Allora la storia fa così. Colombo, che non è quello che ha fatto l'uovo...

 

Si ferma. Parlare con un oggetto inanimato la fa sentire un po' stupida. E' troppo inespressivo, così prende un pennarello e ci disegna sopra due occhi. La bocca no, perché deve avere un'espressione interessata, non un sorriso ebete. Poi tenendolo tra le dita lo guarda dritto in faccia.

 

- Sai, la storia dell'uovo di Colombo io non l'ho mai capita del tutto. A me sembra un po' un imbroglio invece che un'idea geniale. Insomma, nessuno ha detto che non si può ammaccare l'uovo, ma è ovvio, è sottinteso, non ti sembra? Tu che sei un uovo cosa ne pensi, ti piacerebbe venire ammaccato da qualcuno che poi si vanta anche di essere pragmatico per averlo fatto?

 

Molla l'uovo per lasciarlo rispondere e questo ruota di lato.

 

- Mi sa che è un no. Hai ragione, neanche a me piacerebbe.

 

La mattina dopo l'amica trova davanti all'uscio di casa l'uovo e un biglietto. L'uovo ha due occhi disegnati, c'era da aspettarselo. Leggiamo cosa dice.

 

"Ho parlato con l'uovo come mi hai suggerito, lo sai che ti prendo sempre sul serio. Dopo un po' di imbarazzo iniziale si è creato un bel dialogo e abbiamo scoperto di avere le stesse idee su certe cose. Mi sa che mi capisce più lui del tizio che dicevi. È per questo motivo che lo lascio a te, perché se mi accorgo che mi ascolta più di altre persone finisce che divento matta e parlo solo con lui. Tu hai trovato delle belle scarpe? Devo comprarne un paio anch'io, andiamo insieme questa volta?"

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