– Ahi, che male! Ah… mio Dio che dolore. –

Agostino spegne il decespugliatore, lo stacca dall’imbragatura con la mano destra e lo lascia cadere nell’erba.

– Che cosa mi sta succedendo? –

Si accascia con la schiena contro il tronco di un albero. Si preme il petto. Un dolore lancinante lo trafigge da dietro lo sterno. È come se avesse una morsa che lo stritola. Gli duole anche il braccio sinistro fino alla spalla. La testa gli gira come se fosse sul punto di perdere i sensi.

– Sono tutto sudato. Beh, è normale, con questo caldo. Che stupido, dovevo bere più acqua. –

Cerca di alzarsi per raggiungere la borsa che si è portato da casa, con un paio di panini e una bottiglia di vino. Ha riempito due bottiglie di plastica con l’acqua fresca della fontana, vicino alla chiesa di San Paolo, e ne ha bevuto un bel sorso prima d’incominciare a tagliare l’erba sotto gli olivi.

Nonostante i suoi sforzi, il braccio sinistro non lo regge e Agostino rotola su un lato. Il male è insopportabile.

– Adesso mi passa, sì, ci vuole un momento. –

Chiude gli occhi con la faccia appoggiata all’erba ispida. Dorme un po’. Forse sviene. C’è appena un refolo d’aria calda che sale dalla valle e muove le fronde. Dappertutto si sente cinguettare e adesso che il decespugliatore è spento non c’è nessun altro rumore innaturale.

Dopo un periodo indefinito apre gli occhi. Non ha la più pallida idea di quanto tempo sia passato. Fa un altro tentativo per muoversi.

– Ahi. Maledizione! –

Si sente debole. Non ha neanche la forza di trascinarsi fino alla borsa. Si distende a pancia in su e si fruga cercando il cellulare. Se lo avvicina al viso e legge “Nessun segnale”.

– E ora che faccio? Mi mancava solo mezza fascia e avevo finito. –

Si massaggia il petto e la spalla con la mano buona, ma la manovra non sembra sortire alcun effetto positivo. All’improvviso esclama:

– È un infarto! Porca puttana, sto avendo un infarto! –

Questa nuova consapevolezza non lo spaventa più di tanto. Tuttavia, lo porta a considerare ciò che potrebbe accadere in seguito. E che, anzi, quasi sicuramente avverrà. La campagna si trova a un paio di centinaio di metri sotto la provinciale. Nessuno può vederlo dalla strada. Inoltre, ha parcheggiato la macchina più lontano, in un posto all’ombra, al limitare del querceto dove infieriscono cinghiali e cercatori solitari di funghi. Ma è fine giugno, l’erba è secca, non piove da settimane. Nessuno verrà a cercare funghi.

– Va a finire che muoio come uno scemo in mezzo all’erba. –

Parlare da solo è un’abitudine che lo rassicura. In genere lo fa per spronarsi e per organizzare il lavoro. Quando si rivolge a se stesso usa la prima persona plurale: “adesso tagliamo qui, poi facciamo quest’altro pezzo”. Parla anche agli animali che incontra. Al suo arrivo, Agostino ha salutato una biscia verde che prendeva il sole su un muretto a secco e che è sgusciata via in un battibaleno. Poi ha imitato il verso di due gazze che si rincorrevano tra i rami di un noce. Adesso, dalla sua posizione supina, vede una farfalla gialla volteggiare a mezz’aria. Si è lasciato cadere sotto un susino.

– Le susine… Sono quasi mature. Cinquant’anni fa mia mamma le raccoglieva in grembo. Andava sempre in giro con un vecchio grembiule, anche quando veniva ad aiutare mio padre in campagna. Però io preferivo prenderle dall’albero. Quelle, erano più buone! –

Il dolore va e viene. Nel senso che, se non si muove, è ancora sopportabile, benché gli formicoli tutto il braccio e abbia perso ogni forza nella mano sinistra. 

No, nessuno verrà a cercarlo in tempo e con ogni probabilità lo troveranno stecchito tra qualche giorno sotto il suo albero preferito.

– Non potevo trovare un posto migliore per morire, quello che adoravo da bambino. Sono ancora quello di allora? Forse sì, o forse sono solo la sua ombra o l’usurpatore del suo ricordo. Nessun altro assomiglierebbe a quel bambino più di me. E se sono colui che più gli assomiglia, i suoi ricordi devono pur appartenere a qualcuno. Se non fossi lui, io non sarei stato quello che sono stato. E ora non sarei qui a morire sotto un susino. –

Un merlo si posa sull’albero. Saltella da un ramo all’altro. Non sembra spaventato dall’uomo che giace nell’erba. Cerca i frutti più maturi, quelli con la pelle più arrossata e quasi rammollita: il punto giusto dove affondare il suo becco giallo nella polpa fibrosa dello stesso colore.

– Ciao – lo saluta Agostino.

Il volatile lo guarda con un occhio solo, piegando la testa.

– Non riesco ad alzarmi. Per favore, fammi cadere una susina. –

Il merlo si sposta. Sembra incuriosito. Da un paio di colpi di becco su un ramo, nel punto in cui si attaccano i piccioli di tre frutti. Le susine cadono nell’erba, alla destra dell’uomo.

Agostino allunga la mano e le raccoglie. La prima è troppo matura: ha quel gusto un po’ stucchevole dello zucchero che incomincia a fermentare per il troppo caldo.

– Io non capisco quelli che si suicidano. Potrei anche capirli se mi trovassi nella loro situazione. Chi non lo fa, o chi non ha il coraggio di farlo, è costretto ad andare avanti. Quelli che capisco meno sono quelli che si attaccano al passato facendone un finto presente. Trasformano ciò che è stato in immaginario. E non si capisce se ci credano più loro o gli altri. –

Il secondo frutto è perfetto: sodo, sugoso, dolce al punto giusto con una punta d’asprigno.

– Certo che, vuoi mettere, le susine mangiate dall’albero… –

Tutti i racconti

0
0
3

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

0
0
3

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

4
6
31

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Malinconico e ben scritto passaggio di testimone tra le generazioni. Piaciuto.

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

4
8
50

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • MichelaDS: "le rughette" <3 Ottimo anche questo racconto, Smoki, grazie! [...]

  • Walter Fest: Smoki, per "Lampo" intendesi, "guizzo, fulmine, saetta....insomma [...]

2
8
37

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

3
9
23

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Una cosa del genere, sì. Ma chissà quante altre strade ci sono. [...]

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

4
6
36

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
6
22

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Qualche annetto fa anche io scrissi un racconto simile, ma più cupo. [...]

  • thecarnival: grazie del commento Rubrus;))) se trovi quel racconto sarei molto curioso;) [...]

6
9
38

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
30

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

8
8
31

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

10
26
38

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Mi accodo agli estimatori del racconto e come te sono appassionato di crime [...]

  • Maria Merlo: Grazie, L.D. AVA è davvero forte. Strana coincidenza: io avevo chiamato [...]

Torna su