Fammi splendere!
Te lo chiedo così, d'istinto, da quando ho scoperto che le zone d'ombra fanno deprimere. Allora ti confesso che ho bisogno di luce, non una qualunque, ma una che lasci tracce, che sia indelebile come un'impronta sull'asfalto.
Fammi splendere quando avverto la malinconia salire a fior di labbra e cancellarmi le parole, quelle giuste o ingiuste, quelle un po' strappate, quelle che dovrebbero essere pronunciate, perchè la vita è fatta di verità confessate, non di silenzi subiti e aggrovigliati.
Fammi splendere quando ho paura, quando mi sento fragile e piccola, quando maneggio il mondo solevando gli occhi al cielo, quando libero fantasie che dipingono perfettamente i sogni.
Sì, so che i sogni sono tele di domani da rifinire e che spesso restano appoggiati sui comodini della speranza per non decollare.
So anche che all'improvviso cominciano a raccontare la vita vissuta e allora sembrano d'un colpo più maturi, quasi indelebili.
Fammi splendere quando dietro il vetro di una finestra il paesaggio è nebbioso e giunge alle orecchie con una musica strana, in cui ti ci potresti tuffare come fra onde scompigliate.
Te l'ho ripetuto più volte che il mare assomiglia a uno specchio in cui riflettersi come pesci che, coraggiosi, esplorano i fondali scansando i pericoli.
Hai sempre risposto che le parole non si stringono, devono essere lasciate in libertà perchè fioriscano.
Forse hai ragione, con gli spigoli non si va in nessun luogo, ci si ferma e ci si sente sbagliati.
Fammi splendere, fammi ballare, fammi sentire che il tempo non è fatto di stanze vuote, ma di vasi comunicanti da condividere.
"Abbastanza" è una parola che mi commuove perchè risveglia il senso delle ore.
Fammi spendere abbastanza, dunque, fammi scorrere all'altezza del cuore e tirami fuori dalle emergenze perchè l'amore non è fatto di calcoli ma di gradi d'intimità che legano.