Non posso ricordare quale fu il primo paio che indossai.
Come prima reminiscenza ho un paio di sandaletti blu con la fibbia, con le due aperture laterali per far traspirare i piedini.
E i calzini bianchi di cotone.
Alla tedesca.
O meglio, alla fanciullesca.
E i passi incerti di un bambino che imparava a camminare.

Scarpe.
Quante ne avrò consumate?
E quanto potrebbero raccontare, loro, di me?
Quanto avranno sofferto tutt'intorno ai miei piedi di adolescente quando con lo stesso paio, sempre quello, andavo a scuola, a messa, a giocare a pallone, in montagna, nelle pozzanghere, nel fango e in qualsiasi altro ameno luogo...
Quanto ne sanno di me e dei discorsi che faccio a me e a me stesso nelle lunghe corse solitarie, nelle mie interminabili escursioni, nelle mie mattinate alla guida.
Parole al vento, parole a modo mio.

Sono le mie compagne di viaggio ideali.
Inseparabili amiche.
È ovvio, come in ogni relazione che si rispetti ci sono dei momenti di crisi, in cui le maledico e le insulto, e lo stesso fanno loro con me, però ci sono anche tanti momenti in cui capisco che senza di loro sarei perduto.
Le devo ringraziare per tutte le volte che a un bivio mi indicano la strada da seguire.
Alla fine scopro che mi suggeriscono sempre la più tortuosa, la più lunga, la più ripida e la più pericolosa.
Ma io ne sono felice, ché senza un po' di adrenalina e fatica che vita sarebbe?
Molte volte mi portano in posti in cui lo sguardo può spaziare a 360 gradi e lo fanno per farmi fare pace, una volta tanto, con il  mio mondo e con quello degli uomini.
In tante altre occasioni mi accompagnano su sentieri amici, dove il loro unico scopo è quello di proteggermi e di ascoltare il mio fiato spezzato dalla fatica.
E io ascolto il loro incessante calpestìo.
Sulle foglie, sull'erba, sulle pietre, sulla neve, sull'asfalto.
Qualche volta mi parlano, mi raccontano storie, mi prendono anche in giro, mi fanno scherzi.
E quando arriva il momento dell'addio: ci guardiamo, le ringrazio e le chiudo nella loro scatola, consapevole della loro gratitudine e a mia volta grato per ciò che mi hanno permesso di condividere.

Tutti i racconti

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21 November 2025

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21 November 2025

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20 November 2025

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La bella sigaraia (2/4)

20 November 2025

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Gemellaggio 1/3

19 November 2025

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19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

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18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

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  • Smoki: Grazie!

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In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

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