Cari amici, oggi vi propongo una serie di testi umoristici che scrissi con word tra il 2004 e il 2009, per la precisione le mie primissime incursioni in ambito scrittura.

I testi, rigorosamente di matrice autobiografica, furono salvati su una vecchia chiavetta tenuta conservata in un freddo cassetto (oh, non intendo mica quello del frigo) fino a pochi giorni fa.

Mi sono prodigato a correggerne con attenzione quattro di essi raggruppandoli in una mini raccolta di racconti intitolata "Iniezioni di humour", narrandoli però al passato senza alterare la sostanza in alcun modo.

Con la speranza che siano di vostro gradimento, vi auguro buona lettura e buon divertimento.

 

 

"Perché lo chiamano Mar Nero?" - Agosto 2009

 

Io e Caterina, la mia fidanzata di allora, andammo a trascorrere le vacanze estive in Bulgaria, precisamente a Varna, Mar Nero.

Alloggiammo per una settimana in un hotel a 4 stelle davvero caruccio, soprattutto in termini monetari, in compenso a due passi c'era la spiaggia, bastava soltanto attraversare una strada trafficata principalmente dal viavai di turisti appiedati, infatti il passaggio dei mezzi non era consentito tranne che per le biciclette.

Il mare fin da subito ci apparve spettacolare oltre che invitante e buona parte del nostro tempo veniva speso per nuotare e per immergersi in quella meravigliosa distesa.

Nel primo pomeriggio del nostro terzo giorno di vacanza, mentre io e la mia ex eravamo in acqua, nacque un piccolo dibattito.

«Amore, ma secondo te perché lo chiamano Mar Nero se il mare è azzurro?», mi domandò lei.

«Beh oddio, diciamo blu scuro!», le risposi.

«Blu scuro non è nero!», insistette.

Ognuno di noi due espose la propria teoria, finché il mio spirito di patata non prese il sopravvento, ma decisi di sfruttarlo più in là.

«Amò, riflettendoci sopra credo proprio che il nome sia perfetto!», le dissi deciso.

«Ah sì,? Quindi come mai?», si impuntò ancora.

«Più tardi te lo dico, adesso nuotiamo, dai!», conclusi per troncare, anche se in verità non sapevo e non so nuotare.

La sera andammo a mangiare pesce al ristorante dell'hotel e a fine cena proposi alla mia ex di fare una passeggiata sul lungomare.

Dopo una lunga comminata, ci sedemmo abbracciati in una panchina e come al solito mi lasciai guidare dalle romanticherie essendo in quel periodo davvero molto innamorato di lei.

«Allora sapientone, perché si chiama Mar Nero?», mi chiese nuovamente Caterina ritornando all'argomento di cui avevamo già discusso nel pomeriggio.

Mi alzai dalla panchina e puntai il dito dapprima al cielo e poi al mare serale.

«Semplicemente perché sia di sera che di notte, il mare è proprio nero, guarda, non è assolutamente difficile arrivarci!», esposi con l’espressione di chi la sa lunga.

«Scemo!», esclamò e scoppiammo a ridere.

 

 

Testimoni di Geova - Dicembre 2008

 

Ero impiegato in qualità di commesso in un negozio di motoricambi e, non potendo permettermi l'acquisto e l’utilizzo di una macchina, mi cimentavo ad andare al negozio a piedi.

Il pubblico esercizio fortunatamente distava circa dieci minuti da casa, inoltre in termini di salute ci guadagnavo in quanto mi tenevo costantemente in forma e tra l’altro, per via del disbrigo commissioni incaricate dal mio ex titolare, addirittura giravo e percorrevo molte zone della città.

Oltre i pro c'erano i dovuti contro ovvero:

1) Le brutte giornate in cui pioveva a dirotto con autentiche alluvioni, che mi bagnava di conseguenza dalla testa ai piedi, oppure il solleone estivo che causava al sottoscritto un vero e proprio sfiancamento.

2) Trovarmi dinnanzi certe persone non gradite che non sempre potevo eludere o evitare, ad esempio antipatici e urtanti ex compagni di scuola, conoscenti, zingare con la manaccia tesa per chiedere l'elemosina, oppure i temutissimi Testimoni di Geova.

                   

In quest'ultimo caso, già da lontano senza sbagliarmi riuscivo a identificare gli adepti con certezza: i maschi con giacca, camicia e cravatta, mentre le femmine vestite anch'esse piuttosto bene e con le immancabili gonne, inoltre gli elementi di quest'ordine religioso (se così si può definire) giravano in coppia con in mano la Bibbia riadattata, le immancabili riviste "Torre di guardia" e "Svegliatevi!" oltre ai vari volantini mirati a promuovere l’organizzazione.

Solitamente mi comportavo nei loro confronti in maniera fintamente gentile, dicendo che non ero interessato, che avevo da fare poiché dovevo andare a lavorare e scuse di ogni genere per cercare di levarmeli dai piedi.

Un giorno, dopo essere uscito dal lavoro in procinto di tornare a casa, due seguaci del già citato ordine si attaccarono a me come due cozze sullo scoglio e presi la decisione di liquidarmeli con umorismo.

«Salve, le possiamo rubare un attimo del suo tempo? Siamo Testimoni di Geova.»

«Testimonial di Genova?»

«Testimoni di Geova!», esclamarono collettivamente con fermezza.

«Mi scusi, ma lei che religione professa?», mi chiese uno dei due tizi.

«Io? Sono satanista protestante!», risposi tra il serio e il divertito.

I due si guardarono tra di loro disorientati, indubbiamente si resero conto che stavo scherzando e senza demordere mi parlarono dell'egoismo umano, fino ad arrivare al luogo di culto in cui ospitavano le congregazioni, il tutto con quelle classiche vocine 'geovine'.

Iniziai un po’ a spazientirmi, però a contempo mi volevo divertire dimostrandomi goliardico.

«Noi andiamo a pregare e a studiare la Bibbia nella Sala del Regno.», mi informò il più giovane dei due, un tipo bassino, completamente calvo e dagli occhiali spessi.

«Sala del Regno? E dove vi riunite? In un castello? Caspita vi invidio, chissà quante belle dame! Mi sa che vengo a farvi visita… magari vestito da Principe di Monaco!», esposi alzando il tiro.

I geovisti tossirono nervosamente e poi sorrisero, chiaramente di cortesia, a mio avviso intuirono che col sottoscritto non avrebbero ricavato un ragno dal buco. Fecero comunque un ultimo tentativo.

«Secondo lei, chi è colui, l'unico e sottolineo l'unico capace di salvare il mondo?», mi interrogò l'elemento più anziano di statura media, dal viso pieno di rughe e dai cortissimi capelli grigi.

«James Bond!», esclamai deciso.

«Arrivederci e grazie!», conclusero in coro i due settatari e li salutai con un ‘Arrivedergine!’

«Eh già, chi meglio di lui? Si potrebbe trarre un film a tema!», pensai tra me e me con humour.

 

Titolo: James Bond - Operazione G.E.O.V.A.

Tag-line: "Licenza di ucciderli... tutti!"

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