Era un caldo e soleggiato pomeriggio di una qualsiasi domenica di marzo dei nostri giorni.

Il signor Mario Serra se ne stava seduto con gli occhi chiusi e le mani giunte poggiare sulle gambe, in una panchina di ferro battuto in piazza Islanda, piu comunemente conosciuta come la " piazzetta", nel quartiere di Genneruxi, un quartiere altolocato composto per lo piu da palazzi signorili e villette nella città di Cagliari.

La piazza, che si trova nel cuore del quartiere, a metà strada tra la chiesa e il supermercato, non è molto grande e nonostante non offra particolari servizi, a parte in piccolo chiosco dei gelati, è molto frequentata non solo dagli abitanti della zona.

Il signor Serra si godeva quel tepore quando si sentì dire:<  buon pomeriggio! >.

Era il suo amico Bruno Deidda che, con il suo passo lento e accompagnato dal suo bastone di legno, si sedette accanto a lui. Di vista si conoscevano da anni ma solo da quando erano andati in pensione avevano iniziato a frequentarsi. Oltre ai ricordi di gioventù, i loro argomenti principali riguardavano i nipoti, di cui entrambi andavano fieri, e le malattie.  Nonostante il signor Deidda fosse più giovane di qualche anno, il signor Serra era classe 1946, fisicamente aveva qualche acciacco in più: era malato di diabete e sei mesi prima, a seguito di una brutta caduta, era stato operato al femore della gamba destra che non si era più ripresa costringendolo a zoppiccare. Il signor Serra invece, combatteva da anni contro il colesterolo e la pressione alta. In lontananza udirono la voce di una donna urlare

< Mario! Mariooo! >. 

< È tua moglie > gli disse Bruno sottovoce, ma il signor Serra non si scompose e continuò a guardare dritto come se nulla fosse. La donna, di robusta corporatura, si avvicinò trascinando un carrello della spesa. 

< te lo sei dimenticato ancora! > e gli allungò un apparecchio acustico che il signor Serra sistemó nell' orecchio sinistro.

< è acceso? > gli chiese lei con tono seccato.

< Si, è acceso >.

Dopo aver salutato frettolosamente il signor Deidda, che nel frattempo si era come pietrificato, disse ancora

< mi chiedo, ma come fai a dimenticarlo sempre, come se avessi chissà cosa a cui pensare! Sto andando al supermercato, ho le chiavi, ci vediamo dopo a casa >.

La guardarono allontanarsi e quando furono sicuri che fosse abbastanza distante, Bruno disse all'amico < Ma quando le dirai che ci senti benissimo? >.

< stai scherzando? > rispose lui < è l'unico modo modo che ho per assicurarmi un po' di tranquillità ogni tanto.. figurati se ci rinuncio! >.

 

 

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