La sala d'aspetto è quasi gioiosa: pareti colorate, orme di piccoli piedi sul pavimento che indicano i vari percorsi. Non sembra neanche un ospedale, si vede che qui la maggior parte dei pazienti ha pochi anni di via. Sono agitata,  qualcosa non va nell'esame che ho eseguito la settimana scorsa...so già  cosa sarà, mi sembra di tornare indietro di quarant'anni.
Sono felice, oggi esco con la mamma, non succede mai, non vado mai da nessuna parte con lei, il suo lavoro non lo permette. Ma oggi in portineria rimane la zia e così mi porta con lei a fare questa commissione. Non so di cosa si tratti, mi è sembrata preoccupata e parlava a bassa voce con la zia ma adesso mi sembra felice di uscire con me. Mi ha promesso che al ritorno mi porterà in un parco giochi che non conosco. Non sto più nella pelle dall'eccitazione. Arriviamo in una sala d'aspetto fredda e tutta bianca, la mamma mi lascia sola e sparisce dietro una porta da cui un'infermiera l'ha appena chiamata. Per fortuna dopo pochi minuti accanto a me si siede l'inquilina del terzo piano. Non è molto simpatica ma almeno è una faccia amica. Proprio il quel momento la mamma esce, si siede tra me e la nostra vicina di casa e, dandomi le spalle, inizia a piangere mormorando una strana parola: "è maligno....".
Poi ci alziamo e torniamo mute verso casa: niente parco giochi, la mamma se n'é proprio dimenticata. La delusione è forte, supera perfino la tristezza nel vedere la mamma con le lacrime agli occhi. Ma avevo solo otto anni, pensavo solo a giocare e a divertirmi; la vita, quella vera, aveva appena bussato alla mia porta ma non me ne ero ancora resa conto.
Sobbalzo sentendo il mio nome, mi ero persa tra i ricordi...che strano, proprio quel giorno, proprio quel ricordo.  Il dottore è cauto ma non fa giri di parole e quella parola ritorna a risuonare nella mia testa: "è maligno"....
Mi avvio verso la sala d'attesa come un automa e Giulia mi corre incontro: "mamma, tutto bene? Possiamo andare? Passiamo allora dal centro così mi provo quei fantastici orecchini che mi hai promesso?"  La sua voce squillante, le sue parole mi risvegliano improvvisamente, sto per scoppiare a piangere ma poi sorrido, la prendo sottobraccio e ci avviamo verso l'uscita.
Da domani dovrò avere pensieri solo per TE ma oggi continuo a vivere come se niente fosse successo. Non ti permetto di distruggere il sorriso della mia bambina. Almeno per oggi non te lo permetto.
 

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