Non è raro che durante i momenti di relax, e come pensionato ne ho abbastanza, mi ritrovi a pensare, o meglio, ad analizzare le varie fasi della mia vita, che siano lavorativa, studentesca o  dei favolosi anni 60, e spesso mi ritrovi più che a sorridere, a ridere a trentadue denti ( sono esagerato, qualcuno l’ho perso per strada!). Fasi queste  sature di aneddoti per lo più allegri e simpatici che mi fanno riconciliare con  il buonumore nei momenti difficili. Come quella volta a Catania durante una  Convention di lavoro per il lancio di un nuovo farmaco. La sera prima di ripartire per Roma dopo aver fatto le ore piccole tra colleghi nella hall dell’hotel Sheraton parlando appunto  del nuovo farmaco e di altre cazzate in genere, ritornando nelle nostre camere io e un collega, Ivano, notammo una serie di foglietti appesi alle maniglie di molte camere, erano le ordinazioni delle colazioni per il mattino. Ci guardammo negli occhi e pensammo tutti e due la stessa cosa, rapidamente aggiungemmo a penna a tutti questi foglietti uova al bacon, omelette, wurstel, spremute di arance e quant’altro, e ce ne andammo celermente in camera. Il mattino seguente era prevista la partenza di buon’ora, e non oso immaginare cosa sia successo nel momento in cui i camerieri portarono le colazioni in camera ai clienti rimasti in albergo. Altro aneddoto fu quello quando per lavoro feci visita ad un medico di famiglia (il mio lavoro era l’informatore medico scientifico) rinomato tra la nostra categoria per essere un tipo senza scrupoli e soprattutto senza vergogna, aveva preso l’abitudine di chiedere di tutto, dai libri (raramente), alle palle da tennis (era un bravo tennista), addirittura agli stracci per lavare per terra (L) . Al momento di entrare  in sala visite lo salutai come mia abitudine ma questi non mi diede nemmeno il tempo di sedermi che mi disse: “Dottore, ho bisogno di un cellulare.” Ebbi subito la risposta pronta: “Non c’è problema, dottore, mi dica se preferisce il 112 o il 113 e glielo mando subito.” E me ne andai immediatamente. Questo ed altro era all’ordine del giorno durante  i miei momenti lavorativi.

 

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Il gilet giallo

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Nulla Dies Sine Linea

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04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

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Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

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Elisa e lo specchio

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Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

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