16 luglio
La notizia campeggiava a caratteri cubitali, su tutti i giornali.: il dott. Alvaro Marrenti, noto uomo di cultura, opinionista, apprezzato docente universitario, nonché ex premier del governo tecnico precedente, era stato trovato morto nella sua casa.. Alla notizia, giá di per se sconvolgente, andava aggiungendosi l'inquietudine per i particolari raccapriccianti del ritrovamento, riportati con dovizia da tutte le testate giornalistiche: il corpo era infatti stato ritrovato completamente nudo, legato mani e piedi e con i segni evidenti di scottature in diversi punti. Il pene era stato reciso e infilato nella bocca della vittima. Sul petto, con una vernice nera era stata vergata la scritta “non sono ciò che pensate. Io sono un mostro” (particolare, quest'ultimo, non diffuso dai giornali poiché gli inquirenti avevano ritenuto di diffondere meno notizie possibile per non inquinare le indagini); gli inquirenti brancolavano nel buio.. Troppe erano le domande senza risposta: chi poteva aver commesso un delitto cosi efferato.. Ma soprattutto.. Perché?
5 luglio
«Saretta esci, non ti sopporto dentro casa, sei sempre con le tue amiche a chattare in video, hai un giardino tanto bello a disposizione, sparisci!»
La ragazzina si alza, sbuffa e sparisce
«Gianna, non ti fa paura che si vesta così? Ormai sta diventando adulta e, anche se ancora non se ne rende conto, sta diventando molto bella»
«Non ti preoccupare, sta sempre con le sue amichette»
«Se un giorno, quando lascerò mia moglie ci sposeremo, dovrò starle molto vicino, farle da padre»
Lei si alza la gonna e si siede su di lui
«Sarebbe ora Alvaro, sono tre anni che me lo dici»
«Smettila, andiamo di là, potrebbe rientrare»
Entrano in camera da letto, lei inizia a spogliarsi «dai onorevole, scopami, ti aspetto da tre giorni, guardami, sono bella, vero?»
«Girati, voglio prenderti da dietro»
Docile lei si gira, mettendosi in ginocchio e lo sbircia, mentre la penetra lui guarda dalla finestra Saretta che gioca sul prato con il computer e le amiche, sono tutte sdraiate con le gambe nude e le gonne semi alzate, ma lui guarda solo lei, mentre si scopa la madre il suo sguardo è fisso su quelle virginali mutandine. 
«Alvaro, parlami, dimmi qualcosa, ti sento freddo»
Con un ultimo sussulto esce per schizzare su un fazzoletto che si rimette subito in tasca, si chiude i pantaloni di corsa e le dice affannosamente:
«Scusami, devo andare via, ti faccio sapere quando torno».
Gianna lo osserva andare via con un misto di rabbia e frustrazione: non può continuare sempre a trattarla come una prostituta.. Lo vede passare davanti a Sara salutando.. Coglie il suo sguardo.. “non è possibile, pensa.. Questo no!! Eppure.. “..

Quando arriva a casa Alvaro si butta sotto una doccia tiepida, si alza di nuovo, non riesce a tenerlo a freno, inizia a maneggiarlo sempre più freneticamente mentre vede lei, Saretta, sul letto a gambe larghe che lo guarda con scherno, apre un lato delle mutandine e gli fa vedere il fiorellino, mentre con l’altra mano inizia a sfiorarselo
«Puttana, smettila! Non voglio peccare di nuovo, “Misereatur nostri omnipotens Deus et, dimissis peccatis nostris, perducat nos ad vitam aeternam. Amen”, troiaaahhhh!!!!»
Schizza lontano il suo sperma, guardandolo mentre si perde in filamenti nello scarico della doccia, «Non m’indurre di nuovo in tentazione, sono più forte io!»
La moglie Costanza lo trova al suo arrivo, si è addormentato nudo sul letto con l’arnese in mano, sospira e va a dormire nel letto degli ospiti.
6 luglio
Alvaro.
È tardi, Alvaro si sveglia mentre il cellulare continua a  squillare, sarà quello stronzo di Morini, il suo portaborse, segretario, autista e tutti gli altri incarichi che si sente in diritto mollargli. 
«Che vuoi?»
«Onorevole, mi ha detto lei di chiamarla se alle dieci non si era fatto sentire»
«Tra dieci minuti qui sotto»
«Ci sono già»
«Bravo, non hai fatto altro che il tuo dovere»
Prova ad alzarsi dal letto, è sempre più difficile. Pensa a Sara, continuamente, non può farne a meno, cerca una scusa per rimanere solo con lei. Lo sa che la piccola lo capisce, si diverte a stuzzicarlo, lo guarda con quello sguardo sbarazzino irresistibile, «Ciao, onorevole» ha una vocetta stuzzicante, al solo pensiero si sta di nuovo eccitando, maledizione è tardi, si farà fare un pompino dalla sua assistente Mara, l’ha presa cretina apposta, non si oppone mai.
Dieci minuti esatti ed è pronto, arriva all’ingresso di casa e trova Morini con lo sportello aperto che lo saluta
«Novità?»
«Solo ordinaria amministrazione, vado in ufficio?»
«Ovvio»
Altri venti minuti ed arrivano, come da routine, non ha nulla da fare, è diventato deputato per il prestigio ed i soldi, non gl’interessa muoversi per farsi voler bene, ha colleghi merdosi, è inutile cercare accordi, il suo motto è “uno per tutto, tutto per uno”.
«Mandami Mara, subito» entra in ufficio e si sdraia sul divano, lei entra immediatamente e dopo un saluto deferente e veloce si dedica ai pantaloni.
Alvaro però pensa a Sara, «Ciao, onorevole», che bella che è, la sua mano risale le cosce  di Mara e si infila nelle mutandine. 
Le gambe di Sara, gli occhi di Sara, le tette già mature di Sara che spuntano dalla maglietta, ha gli occhi chiusi mentre le dita continuano a frugare nel corpo di Mara.
Viene quasi senza accorgersene.
«Adesso guardami! Apri la bocca!»
Lei obbedisce
«Brava Mara, sei la miglior assistente che abbia mai avuto, non mi deludi mai.»
«Sono due anni che lavoro da lei, ha sempre paura che voglia giocare sporco? Può stare tranquillo, ho un bel lavoro, guadagno molto bene, perché dovrei fare la Lewinsky»
«Hai ragione, sei una brava ragazza, non potrei più fare a meno di te, mi togli tutte le rotture di coglioni»
«Mi servono quattro risposte ad altrettante domande che sono arrivate, se mi risponde poi ci penso io a metterle per bene e rispedirle»
Annuisce annusandosi le dita
«Hai un profumo sempre fragrante tesoro, vai a prenderle ed inizia ad esporre intanto che continuo a sognarti.»
Mara con un sorriso esce dall’ufficio pensando che un giorno glielo staccherà a morsi a quello stronzo depravato.
Fuori dall'ufficio, Morini attende, apparentemente imperturbabile.. “Hey.. Cosa voleva? Perché sei stata cosi tanto dentro? Non ti ha mica toccata eh? Se ti fa qualcosa lo ammazzo con le mie mani quello stronzo” .. Mara lo guarda con dolcezza “Amore, non essere geloso.. Lo sai che io amo solo te.. E poi.. Abbiamo un buon posto e guadagnamo bene entrambi.. Arriverà il momento che quel bastardo pagherà per tutte le sue angherie.. Dai tempo al tempo”. Morini si placa un po'.. Mara ha ragione. Ma sono troppi anni che sopporta.. 
 

Tutti i racconti

0
0
2

Cose che capitano solo a Natale

25 December 2025

Nel camino di una casa c’è qualcosa che lo intasa. Non può essere la neve, quella scesa era lieve. Non può essere il carbone, se bruciato va benone. Sto pensando che è Natale, sarà mica un animale? Non si sa che cosa sia, però il fumo non va via. Ci si sente una gran voce, ma non pare sia feroce. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
2

Procopia e il Cervo - 2/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

25 December 2025

«Ecco qui» disse Procopia. «“Come trasformare un cervo volante in rospo”: andrà bene. Tanto poi so come cavarmela». Il principe-bacherozzo cercò invano di protestare, ma la principessa non ci fece caso: nessuno dà mai retta agli insetti, neppure ai Grilli Parlanti, figuriamoci poi alle blatte. [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

7
5
31

Una storia dal Polo Nord

24 December 2025

Era il 24 dicembre. In Lapponia, tutti gli gnomi erano indaffarati per finire gli ultimi doni mentre cantavano a squarciagola i canti di Natale. (Hai mai provato a cantare mentre fai un pacchetto? Guarda è una cosa difficilissima, eppure a loro riesce benissimo.) Intanto Babbo Natale, sprofondato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

9
5
174

Procopia e il Cervo - 1/2

ovvero bisogna sempre leggere con attenzione

24 December 2025

C’era una volta, in un paese non troppo lontano, una bambina che si chiamava Procopia. Procopia viveva felice in un castello col tetto tutto d’oro zecchino insieme al padre, Re Paciocco, e alla madre, Regina Carina. Il Conte Stellario abitava giusto dirimpetto. Egli desiderava tantissimo per il [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

7
6
45

Maria o della Natività

23 December 2025

Milano non dormiva mai. I tram correvano sui binari, i Navigli brillavano di luci sospese e i grattacieli riflettevano il cielo notturno. Maria, stanca e affaticata, camminava accanto a Giuseppe che la sorreggeva, avvolta in un cappotto consumato. I suoi occhi nocciola, profondi e calmi, sembravano [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • An Old Luca: Bravo Dario
    e con l'occasione
    un augurio di feste serene per tutti [...]

  • Davide Cibic: Scritto bene, è un racconto che ha un ritmo e un incedere inesorabili. [...]

6
3
23

Il Valore del Donare: Le Radici di una Vita di Generosità

Genitori, insegnate ai vostri figli il valore della vita e del donare e non il valore di un cellulare.

23 December 2025

Da piccolo, vivendo a Chiaiano, un paese ricco di vegetazione, a pochi chilometri da Napoli, che per molti era sinonimo di salubrità, oggi deformato, umiliato, dalle varie costruzioni che ne hanno deturpato l'ambiente e dove gli abitanti non respirano più aria pura ma polvere di cemento. Negli [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Gennarino: Gentile Paolo grazi di cuore, Un caro saluto dalla mia stupenda Napoli.
    Buone [...]

  • Maria Merlo: Tanta dolcezza e verità. Bravo!

9
13
67

GOLDEN COCOA

22 December 2025

Alex occupa la sua solita postazione accanto alla vetrata della Praline, la piccola pasticceria del paese dove vive e della quale è cliente abituale. Osserva distratto i passanti seguire col naso l'aroma di vaniglia che invoglia ad entrare. Oggi la neve spray ricopre quasi per intero la vetrata [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Smoki: Grazie Andromeda!
    Se non c'è un tocco positivo, non mi sento [...]

  • Dax: carino. ci vuole un po' di fedeve magia.Like

3
6
32

La stanza numero 49 - 3/3

22 December 2025

Ripenso a quello che è accaduto sabato, appena poche ore fa, eppure già mi sembra lontanissimo, come se appartenesse a un’altra vita. Avevo chiesto a mia sorella Maria di prepararmi una piccola borsa per un breve viaggio. Era un gesto innocente, naturale, che non le diede alcun sospetto. Poi andai [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
33

La stanza numero 49 - 2/3

21 December 2025

Ricordo quando il 4 agosto del 1935 arrivai alla piccola stazione di Brancaleone. Il treno sbuffò via lasciandomi in mezzo a un caldo secco, meridionale, che pareva venire dalla terra stessa. Avevo con me due valigie—più libri che vestiti—e addosso la condanna a tre anni di confino. La mia colpa [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

2
3
33

Il campo da calcio

21 December 2025

Il giorno in cui tornai al piccolo campo da calcio, e sentii di nuovo il fruscio degli alberi mossi dal vento, mi tornò alla mente qualcosa che avevo dimenticato da anni. Era proprio quel campo: il campo sportivo del paese dove è nata mia madre, Moliterno, un paese arrampicato sulle montagne della [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto di una dolcezza struggente, bravo.

  • CarloAnti: Grazie ma il suo spessore malinconico deriva da eventi autobiografici che conservo [...]

2
2
33

La stanza numero 49 - 1/3

20 December 2025

Salgo lentamente le scale dell’albergo. La mano scivola sul corrimano di legno, levigato da anni di passaggi: per un istante mi trasmette un calore piacevole. Mi hanno consegnato la chiave senza esitazioni, come se questa fosse una stanza qualunque, in un sabato d’agosto come tanti. Io invece so [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
2
37

COABITAZIONE - 2/2

Momenti di convivalità tra nonsense e umorismo

20 December 2025

Quel che sia, non la si sopravvaluti, la coabitazione, che è ben distante dalla convivenza. Coatti o signorili siano quelli che la praticano, la base di ogni coabitazione è la condivisione, coatta o meno. Ragioniamo sul dualismo, vi è un’innegabile differenza qualitativa: nella convivenza si condividono [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    la seconda ed ultima parte di questo racconto segna una netta discontinuità [...]

  • Davide Cibic: Ciao Paolo,
    ad accennare all’amore in genere non si sbaglia. Parlarne [...]

Torna su