All’arrivo in ufficio Luigi era già furente.. la giornata era iniziata con la consueta sfuriata a quell’incapace di Livia, sua moglie.. e ci si erano messi pure Giacomo e Sara, i suoi due figli, Luigi proprio non capiva come avessero potuto crescere due teste vuote di tal fatta.. 
Aveva fatto una delle sue consuete sfuriate, riempiendoli di insulti e di improperi.. e loro se ne stavano lì, silenziosi, a guardarlo mentre inveiva.. 
Luigi era uscito di casa sbattendo la porta.
Il tragitto in auto fino al lavoro non era andato meglio.. imbottigliato in mezzo al traffico Luigi non aveva risparmiato di insultare in maniera rabbiosa chiunque gli capitasse a tiro.. 
Sudato e nervoso era infine giunto davanti alla ditta, fortunatamente  in orario.. era un pezzo grosso, lui e doveva dare il buon esempio a quella massa di incompetenti che si ritrovava a dover dirigere.. non poteva certo arrivare in ritardo!!  
E poi quel tizio, nel parcheggio della ditta.. inverosimilmente alto e dinoccolato, e tutto vestito di nero.. un viso scarno e privo di espressione.. per la verità non l‘aveva mai visto, doveva essere uno nuovo, e questo non faceva che aumentare il suo malumore.. com’era possibile che avessero assunto quel troglodita senza che lui ne sapesse niente? Ah ma adesso l’avrebbero sentito, altroché.. 
Comunque,il tizio in questione aveva parcheggiato la sua auto proprio nel posto a lui riservato.. stava scendendo dalla macchina quando Luigi era arrivato ed aveva subito dato in escandescenze, esplodendo in una serie di improperi da far impallidire pure il più temerario degli impiegati.. 
Eppure..il tizio si era limitato a guardarlo..uno sguardo talmente strano e intenso che Luigi per un momento era rimasto senza parole.. Era rimasto letteralmente senza fiato. Era stato solo un momento, ma quello sguardo inquietante aveva provocato in lui un profondo disagio, quasi fisico.. 
E alla fine Luigi si era riscosso ed aveva deciso di lasciar perdere, e parcheggiata la sua auto in un altro posto si era diretto sacramentando verso l’ingresso.
E come tutte le mattine al suo ingresso nell’edificio scese un silenzio carico di tensione.. la gente lo temeva, ed era giusto che fosse così.. Luigi attraversò la sala riunioni con passo spedito e senza salutare si diresse verso il suo ufficio: la sua segretaria del momento, una ragazzetta scialba di cui non ricordava il nome (.. quante ne aveva già cambiate?) vedendolo entrare si alzò dalla scrivania e tremante corse a prendere il suo cappotto.. il suo modo di fare affettato e ossequioso gli dava proprio sui nervi..
.. e così Luigi iniziò a sfogare su di lei tutta la sua rabbia.. e giù insulti e improperi, la ragazza incassava la sfuriata col capo chino e senza nulla ribattere.. 
.. e mentre era lì che inveiva contro la poveretta, Luigi iniziò a sentirsi strano.. uno strano senso di astenia.. la sensazione di soffocare.. rovinò a terra, sbattendo violentemente la nuca.. il viso della ragazza, preoccupato, su di lui.. poi, il buio.
Si risvegliò nel letto di quello che doveva essere un ospedale.. percepiva in modo confuso l’odore di disinfettante, e un ticchettio di cui non riusciva a capire l’origine.. cominciò a guardarsi intorno, si sentiva confuso.. cosa gli era successo? Perché si trovava li?
Iniziò ad agitarsi, ad urlare.. 
Un’infermiera gli si avvicinò con sollecitudine, e iniziò a parlargli con voce calma e professionale..
“Cassetto luna contornato?”
Luigi, sgranando gli occhi,  guardò la donna con fare interrogativo..
“Cassetto luna contornato?” 
“Martello mi? Dinosauro leva?”
Luigi non ci si raccapezzava.. dopo l’iniziale smarrimento, ovviamente arrivò la rabbia.. ma capitavano proprio tutte a lui? Iniziò a stringere convulsamente il lenzuolo tra le mani.. poi, come un temporale d’estate, esplose: “ma insomma!!! Ma cosa sta blaterando.. mi faccia parlare con qualcuno, voglio uscire di qui, boia faust!!”..
La donna lo guardava con fare interrogativo.. 
“Anello mi roccia? Cuffia, corda?”
A questo punto la rabbia  di Luigi raggiunse il culmine.. scese dal letto furioso ed iniziò scagliarsi contro tutto quello che aveva intorno, urlando distruggeva tutto quello che trovava e mentre lo faceva urlava selvaggiamente.. la donna,spaventata, suonò un campanello, e subito accorsero due uomini in camice bianco.. “Torta salta gamberetto..”, disse uno dei due in modo concitato.. e sparì per qualche istante, per poi tornare con in mano una siringa, alla vista della quale il nostro diede di matto ancora di più.. lo afferrarono saldamente e lo immobilizzarono.. uno dei due gli infilò l’ago nel bicipite.. poi.. di nuovo il buio.
Al risveglio Luigi era legato al letto con cinghie di contenzione. Di fianco al letto, pallida, Livia, e poco discosti, Giacomo e Sara. 
“oh.. finalmente siete qui.. sapeste cosa mi è successo..”
.. i suoi familiari presero guardarlo in modo interrgativo..
“Nube talco mora?” disse Livia.. “Camino particella ti carta”, rispose Giacomo con voce rotta.. 
Luigi non capiva più niente.. cosa era successo? Perché tutto il mondo intorno a lui era impazzito? E cos’era quel modo di parlare strano? 
Una strana sensazione strisciante si stava insinuando dentro di lui.. terrore.. 
Tentò disperatamente di muoversi, di liberarsi.. ma non ci riusciva.. il suo corpo, teso nello sforzo, si dimenava in maniera incontrollata, Luigi urlava, pieno di rabbia e di paura.. Livia, spaventata, aveva iniziato a tremare tutta, e continuava  a ripetere con voce tremante.. “salsiccia me, salsiccia me..”
Giacomo e Sara si erano stretti a lei, l’abbracciavano piangendo e le mormoravano: “tacchino, borsa.. tacchino borsa..”..
Arrivarono i medici, trafelati, nuovamente con una siringa in mano.. ed ecco il buio sopraggiungere ancora, ma prima di cedere all’oblio, dalla porta aperta della stanza, Luigi scorse, come in un sogno, l’uomo del parcheggio, fermo nel corridoio, che lo osservava nello stesso modo inquietante in cui l’aveva guardato quella mattina.
Avrebbe voluto urlare, sentiva che lo sconosciuto aveva a che fare con quello che gli stava succedendo, ma le forze lo stavano abbandonando. 
E mentre si addormentava, Luigi, preso dal torpore, in maniera confusa, riuscì ancora a formulare questo pensiero: “Sto impazzendo, sto impazzendo..”.

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