Elisa beve veloce il suo caffè e accende vorace una sigaretta. La prima di una lunga serie che scandirà di lì a poco la sua serata di lavoro.

Fa freddo fuori, tra la dispensa e i bidoni del sudicio, e la camicetta da cameriera a poco serve contro il gelo della sera di autunno che si appresta ad arrivare.

Chi lavora nei ristoranti lo sa bene, il caffè è la benzina che serve per far muovere le gambe, la sigaretta si fuma veloce, senza pensare, prendendosi una pausa di pochi minuti e qualche voluta di fumo, tra una danza di piatti e l'altra, tra un antipasto e un turbinare di primi e secondi, tra un giro di dolci e i saluti.

Elisa fuma veloce, i tavoli apparecchiati si riempiranno presto di clienti affamati e sorridenti, di vite reali, di tristezze nascoste, di menzogne vestite a festa e alcoliche verità di alticci schiavi del sabato sera.

E' convinta, Elisa, che il suo sia il mestiere più bello del mondo, è quello che ha scoperto per caso e vive adesso per scelta.

Le persone che prendono una pausa dal mondo e si siedono al tavolo di un ristorante le consegnano il soddisfacimento di un loro bisogno primario, le servono su un piatto d'argento il loro bisogno di felicità che arriva diretto al cervello passando dallo stomaco. E allora lei consiglia, indirizza, scherza con loro, li conquista e, soddisfacendo il loro bisogno rende sazio il suo, che si nutre di quel desiderio sottile e fortissimo di far star bene le persone.

Era sempre stato così, fin dai tempi in cui aveva scelto la facoltà di architettura per costruire il suo futuro.

Lo spazio aveva imparato essere qualsiasi cosa in cui un uomo avesse voglia di esistere in se stesso o nel confronto con gli altri. Lo spazio poteva essere allora un'immensa cattedrale o la luce creata da un incontro di ombre. Poteva essere un giardino, un abito, una caffettiera, una borsa, un piatto di un ristorante, purchè assolvesse al suo compito primario, cioè quello di far star bene le persone che lo avessero abitato, o che ne avessero fruito, anche solo per un istante. L'architettura costruiva spazi in cui la vita potesse prendere forma e la bellezza mettesse il germoglio per atomi di felicità.

Il sogno di costruire spazi reali di felicità si era interrotto bruscamente sbattendo sulle difficoltà della malattia di sua madre e da allora lavorare nei ristoranti, costruire la bellezza e la felicità delle persone, una briciola per volta, servendo loro piatti che per la grande maggioranza non poteva nemmeno mangiare a causa della sua, di malattia, era diventato il suo modo di portare avanti quel sogno di far star bene le persone, in un modo che a lei, tra l'altro, era precluso.

Quando alla fine della cena i suoi ospiti si alzavano sorridenti, la ringraziavano, le confessavano che sarebbero tornati a mangiare in quel posto solo nel caso in cui fosse stata lei a servirli, ecco, quelle erano diventate le sue briciole di felicità.

E non aveva nessuna importanza il male alle gambe e fine serata o la stanchezza nelle braccia o l'impossibilità di godere delle feste comandate...la sua gioia era lì, in quella danza di piatti fumanti, in quei sorrisi dei quali, in minima parte, si sentiva in qualche modo artefice e artigiana, come costruttrice di uno spazio minuscolo di felicità che stava tutto in una manciata di morsi, in una voluta di profumo, in un tovagliolo spiegazzato con una sbavatura di rossetto mista a cioccolato abbandonato sulla sedia.

Quella era la sua architettura, il suo spazio in cui la vita accadeva, la sua e quella delle persone a cui serviva la cena, in un intreccio etereo e insieme solidissimo tra passione e desiderio, tra cuore e stomaco.

Elisa esala l'ultima tirata di sigaretta, butta la cicca in mezzo ai bidoni, tra un sacco nero e le cassette di legno da buttare. Il fondo del caffè è rappreso nella tazzina.

E' finito il tempo, è finito il caffè, è finita la sigaretta.

E' tempo di andare a costruire sogni lunghi una cena e a cullare i frammenti dei suoi.

Chissà se torna Edoardo stasera ,quel ragazzo che ogni tanto si ferma a cena, da solo e col quale spesso incrocia sguardi malinconici e fieri di chi non si accontenta del mondo ma insegue, con la sua solitudine, la magia della vita che accade davvero.

"Elisaaaaa!" la voce dello chef arriva imperiosa e potente dalla cucina. "Vieni, svelta, sono arrivati i primi clienti! Il boss ti cerca!"

"Arrivo!" Urla Elisa.

Tira un respiro profondo, rientra in cucina. Un brivido le percorre la schiena. Fa davvero freddo fuori.

Inizia una nuova danza di piatti.

Tra un antipasto e un turbinare di primi e secondi, tra un giro di dolci e i saluti ci saranno altri caffè e sigarette veloci, rubate al tempo della costruzione di attimi della felicità altrui, in cui incastrare, come schegge profonde, briciole minuscole della sua.

Tutti i racconti

6
4
13

Karma 2/4

18 September 2025

Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale Capitolo II Monica Rossi Monica Rossi aveva ventotto anni, una penna affilata e pungente ed un istinto che le aveva già fruttato due denunce e una promozione. Era una bella donna, scura di capelli e di carnagione. Si era fatta strada [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
3
14

Madre

18 September 2025

Nel sogno dolce ancor ti veggio viva, col volto chiaro e con lo sguardo rovente, che luce dona e l’alma mia ravviva. Smarrito io sono in questa notte spente, ma tu sei fiamma che non teme oscura, guida nascosta, ma presente sempre. Se morte parve chiuderti la cura, più forte io sento il tuo [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

8
11
35

Karma 1/4

17 September 2025

Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale Capitolo I Giovanni Arturo Agostino Edoardo duca di Quintavalle Una delle ville di famiglia sorgeva lontano dalla città in un luogo inaccessibile, tra querce secolari e siepi arruffate e disordinate che nemmeno il giardiniere osava sistemare [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
8
31

Il pedone romano

17 September 2025

Il pedone romano c'ha 'na vita ricca de avventure, ma pure de sacrifici. Avventure perché ogni volta che deve attraversà la strada deve cercà de rimanè vivo il minimo indispensabile almeno pe arrivà al lavoro. Sacrifici perché pe trovà una striscia su cui attraversà o aspettando il momento giusto [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
22

Vi racconto il mio incontro con la macchina da scrivere musicale

Un altro ricordo della mia infanzia

17 September 2025

Nel vasto mondo delle invenzioni, solo poche di esse riescono a catturare l’immaginazione collettiva come a me capitò con la macchina da scrivere musicale. Seppur non ampiamente conosciuta, questa straordinaria invenzione ha segnato un’epoca in cui la musica e la scrittura potevano fondersi in [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Lawrence Dryvalley: Sembra una favola, per la tua bravura a raccontare storie con un cuore. Sempre [...]

  • Rubrus: Non conoscevo affatto questa macchina e ti ringrazio per avermela fatta conoscere. [...]

6
9
40

La lettera che girò il mondo

16 September 2025

La lettera che girò il mondo Questa storia narra di un piccolo gruppo di bambini, che un bel giorno decisero di far volare in cielo tutte le lettere dell’Alfabeto Avevano sognato di mandarle a tutti i bambini del mondo, con la speranza che sarebbero tornate indietro con una semplice risposta [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
5
42

📝 Poesia di fine estate

16 September 2025

Notte fonda. Come un respiro trattenuto troppo a lungo, un tuono squarcia il silenzio della città, liberando il cielo da un peso soffocante. Le prime gocce, timide e incerte, si fanno presto insistenti, trasformandosi in rovesci impetuosi che ridisegnano strade, tetti, alberi. Afa, sabbia, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
7
31

Le farfalle

16 September 2025

Una mia compagna di classe credeva a diverse storie sulla magia, ma non quella magia dove le carte compaiono e scompaiono, o dove una persona viene tagliata a pezzettini e ricomposta; no, lei credeva alla fate per esempio, alla possibilità di sviluppare poteri magici di vario genere, e poi alle [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

6
18
40

Il treno 2/2

15 September 2025

Corse alla porta di comunicazione tra i vagoni, ma anche quello successivo era vuoto. Stava correndo a perdifiato per tutto il treno e stava arrivando alla locomotiva: non era possibile. Era fuori di sé e quasi fece cadere il capotreno. «Oh, mi scusi» disse. «Di nulla, signore» rispose il capotreno. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

5
6
27

La bambina

15 September 2025

Ma cosa hanno tutti! Il capoufficio pretende termini entro sera le pratiche che mi ha appena assegnato. "Questo ufficio non è un ente pubblico dove il lavoro procede rallentato: nel privato, dovrebbe saperlo signorina, è necessario rispettare i tempi” sentenzia dall’alto del suo metro e novanta, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Giampaolo: Grazie a tutti dei commenti lusinghieri, spero di continuare a collaborare [...]

  • Surya6: Mi è piaciuto molto, mi ha ricordato Estranei di Taichi Yamada, letto [...]

3
5
24

Megan 2/2

la ribelle di Scozia

15 September 2025

Finito di dare gli ordini scese dalla torre e si accinse a prepararsi. Il suo scudiero lo aiutò a indossare la sua armatura. I pochi raggi di sole che uscivano dalle nubi la facevano risplendere di una luce sinistra, tanto era lucida. Il ponte levatoio si abbassò e iniziò la sfilata dei cavalieri, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Ondine: Bello. Ma sono per il motto ( a grandi linee) "facciamo l'amore e [...]

  • Lo Scrittore: Rubrus: conosco bene la storia di Budicca, quella è realtà storica, [...]

6
10
41

Il treno 1/2

14 September 2025

Marco Levratti, prima di salire sul treno, si diede una sistemata al nodo della cravatta e si ravviò i capelli. Aveva un appuntamento importante a Milano per un nuovo lavoro e ci teneva a presentarsi al meglio. Guardò l’orologio al polso e vide che erano le nove del mattino: perfetto, sarebbe arrivato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: Un inizio degno del telefilm "Ai confini della realtà".Like

  • thecarnival: si quello e esattamente lo spirito centrato in pieno;))))

Torna su