Nei mesi successivi la campagna denigratoria nei confronti di mia zia si fece sempre più serrata, oramai era costretta a restare chiusa in casa con le finestre sbarrate perché le tiravano sassi e zolle di terra. Le avevano strappato i fili della luce e del telefono quindi la sua casa era isolata e a nulla erano valse le denunce alle forze dell'ordine. Ad ogni denuncia era seguito un nuovo atto vandalico peggiore degli altri.

Una sera, tardi, e stando attenta a non farmi vedere, andai a casa sua ma entrai dalla porta posteriore di cui avevo una chiave. La trovai in lacrime, mi mostrò alcune lettere minatorie arrivate nei giorni scorsi legate ai mattoni coi quali avevano finito di distruggere la finestra della soffitta, troppo alta per arrivare con la scala. Le lettere oltre che piene di insulti e parolacce, contenevano chiare minacce di morte. Mia zia era una persona di sessant'anni, buona e gentile e non sapeva fare del male nemmeno alle mosche, ma lo scarafaggio dal pulpito l'aveva distrutta

<<Voglio andare via- singhiozzò- Ho degli amici in nord America, vivono nella riserva indiana dei Navajos. Se li contatto e mi rispondono chiedo se posso trasferirmi da loro>>

<<Vengo con te>> Risposi senza pensarci un minuto. <<Domani stesso preparo i passaporti e prenoto due posti per New York, e da lì si fa presto a raggiungere i Navajos>>

Fu più facile e veloce del previsto, con la collaborazione del sindaco al quale raccontai ogni cosa. Partimmo una settimana più tardi sotto scorta dei vigili e dei carabinieri che ci accompagnarono in aeroporto. Di New York non ricordo assolutamente nulla tranne l'aeroporto internazionale e di lì con un volo diretto raggiungemmo velocemente la riserva indiana. Gli amici avevano organizzato per la zia una sontuosa festa di benvenuto, una festa come non ne avevo mai viste con canti, balli e un grande pranzo con grandi bevute di bibite e acqua e infine ci deliziarono con le danze tribali originali con costume penne d'aquila e tutto il resto. Solo alla fine ci chiesero di raccontare le nostre avventure che lasciarono tutti stupefatti. Tutti tranne il grande capo Aquila del Cielo che non fu per nulla stupito <<Nonostante siano passati i secoli la chiesa di Roma colpisce ancora>> Si limitò dire. Ha una laurea in filosofia ed è una persona meravigliosa.

Se siete d'accordo vorremmo fermarci qui perché ho paura a ritornare a casa, anche per mia nipote, non vorrei le facessero del male. Sono tutti fanatici.>>

<<Vediamo cosa si può fare in termini di legge, credo che l'unica soluzione sia un matrimonio. Come moglie di un guerriero va bene anche per la legge americana e sarete nella legalità>>

<<Ma sposare uno sconosciuto...>> obiettai. Aquila del Cielo sorrise <<Tranquilla, sarà solo un matrimonio di pro forma, dopo sei mesi potrete divorziare con buona pace di tutti e non dovrete nemmeno vivere insieme>>

Qualche giorno più tardi furono celebrate nozze fastose ed eravamo emozionate come se fossero vere nozze. Alla festa partecipò anche lo sceriffo che era venuto a ficcare il naso, ma gli raccontarono una bella storia e lui la bevve insieme alla birra.

Il grande capo parlava volentieri con me e mi sentii in dovere di raccontargli tutta la mia storia di aspirante strega, lui sorrise << Lo so da quando sei entrata nel campo >>

<<Hai anche tu facoltà medianiche?>>

<<Tu che ne dici? Vieni ho convocato il consiglio degli anziani per te e per Teresa (Fiore di Cactus)>>

<<Per me? Non capisco>>

Nel salone che sostituiva la tenda cerimoniale , gli anziani erano tutti seduti intorno ad un tavolo di quercia, rotondo. Parlarono tutti, uno alla volta. Alcuni erano contrari altri d'accordo sulla mia presenza, e si alzò a parlare in mio favore anche mio marito. Lo guardai come se lo vedessi solo allora. Bello, come una divinità alto

e muscoloso. Disse che mi avrebbe tenuta con se per il resto della vita. Fino al divorzio, pensai con una punta di dolore. Alla fine decisero che eravamo accettate a pieno diritto fra il popolo Navajo e che il mio nome sarebbe stato d'ora in poi Luna Sorgente e Teresa Fiore di Cactus. I miei capelli dorati avevano giocato in mio favore.

Ed eccomi qua, amata da tutti e benvoluta come non mai. Mi stanno insegnando i segreti della medicina e tutto ciò che serve per diventare sciamana. Il vecchio sciamano ha gia cantato la sua canzone di fine vita e lascerà il suo posto al figlio e a me. Mio marito è dovuto partire per New York e non tornerà che al solstizio d'inverno. Lo aspetto con ansia e non vedo l'ora che ritorni. La zia penso che non si separerà mai dal marito indiano perché hanno scoperto di amarsi. Sono felice, gli indiani sono persone buone e gentili le donne fantastiche e abbastanza allegri visto che vivono in un carcere a cielo aperto. Morirò qui, felice.

 

 

Tutti i racconti

1
1
11

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

1
1
6

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
2
20

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
19

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
22

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

2
3
27

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
5
43

C'era una volta Jorn, la sua casa, i suoi amici, la favola continua...

E adesso una casa museo per continuare a sognare

06 December 2025

Amici lettori, oggi vi porterò in un luogo speciale, un luogo posto in alto su una collina dalla quale si vede il mare, un luogo affascinante con una storia, anzi con più storie, un luogo da favola e come una vera favola questo racconto breve lo inizierò così. C'era una volta un artista nordico, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Oooh... e finalmente non si deve impazzire per cercare il link. Non conoscevo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Walter, neanch'io conoscevo questo artista e la sua storia e sono andato [...]

8
11
47

La vera ricchezza

Il ricordo e la saggezza di mia madre.

06 December 2025

Mia madre si chiamava Anna. Era una donna di grande saggezza e ha sempre avuto un approccio specifico nei confronti del denaro. Per lei non era altro che uno strumento, un mezzo per raggiungere il benessere e mai un traguardo. Da lei sempre presente ho appreso tante cose, anche il significato [...]

Tempo di lettura: 8 minuti

5
7
37

Il gilet giallo

05 December 2025

È passato tanto tempo e adesso ho la tua età di quando ci siamo visti l’ultima volta. Di quando ci siamo salutati in cima alla salita, quella che odiavi ma che affrontavi ogni volta come una sfida personale alla gravità — e forse anche alla vecchiaia. Me lo ricordo ancora: portavi un gilet giallo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello ma....si parla del padre ondel nonno del protagonista?Like

  • An Old Luca: Come scrive giustamente Paolo: impeccabile.
    Coinvolgente, scorrevole e [...]

6
10
64

Piccoli miracoli di Natale

05 December 2025

È la sera dell’antivigilia. Fuori fa un freddo assurdo, mentre nel terminal sembra di stare in una sauna. La ressa di chi parte per le vacanze o torna a casa dalla famiglia rende l’ambiente non solo estremamente rumoroso, ma anche soffocante. C’è tutto ciò che non desidero dopo una giornata di [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
10
39

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
10
31

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie comunque mi fa piacere e moltissimo vi ispiri delle idee vuol dire che [...]

  • Lawrence Dryvalley: Lette le due parti e apprezzate. Anch'io ricordo le notti su Italia1 a [...]

Torna su