Per un attimo li ho visti di nuovo insieme, uno accanto all’altro, come è stato per tanto tempo. Poi ho capito, era un’illusione ottica, Facebook mi stava soltanto mostrando due amici che avevano condiviso lo stesso link. Due miei amici, senza nessun altro legame apparente tra loro, perché da vent’anni non si parlano e non si vedono. O almeno credo.

Eppure un tempo la loro amicizia era forte e solida, un’amicizia tra uomini, di quelle assolute nata alle scuole medie, fatta di complicità, di battute, di uscite insieme, di momenti condivisi, di silenzi carichi di intesa.

E io ero felice di essere parte di quella loro amicizia, di trascorrere le serate tra le vie del centro, oppure sui navigli. Le loro birre, la mia Coca Cola. Le loro sigarette, consumate in locali in cui si poteva fumare e che oggi troverei insopportabili.

Parlavamo a lungo, dei miei fidanzati, delle loro ragazze, ci scambiavamo i dubbi, finivamo sempre per ridere di qualcosa, ogni problema si stemperava nella felicità di stare insieme. Il giorno dopo sarebbe stato diverso, ma in qualche modo i problemi si sarebbero sistemati e saremo stati di nuovo noi, in giro per le stesse strade.

Credevamo che quelle serate sarebbero durate per sempre, che ci saremmo trovati per sempre noi tre, a parlare e camminare e fare battute. Ma la vita è andata diversamente, il tempo si è dissolto tra le nostre mani, con la fatica e il lavoro, senza che riuscissimo a trattenerlo. Le incomprensioni, le telefonate non fatte, le spiegazioni rimandate ci hanno allontanato, altre persone hanno popolato le nostre serate.

A volte qualche sogno si è realizzato e siamo arrivati forse al punto di darlo per scontato, altri sogni li abbiamo dimenticati, perché all’improvviso ci siamo ritrovati interessati ad altre cose. E poi forse abbiamo scoperto che ciò che abbiamo avuto è più importante di ciò che volevamo e non è stato.

Eppure resta la nostalgia per quelle serate in giro per la città, per le nostre voci, per i ragazzi che siamo stati. Oggi rimane qualche messaggio, qualche “mi piace”, qualche link condiviso nella fretta di giornate che passano veloci, di serate in cui crolliamo stanchi.

Ma rimane anche l’amicizia, quella vera, che passa indenne attraverso gli anni, la distanza, le incomprensioni. E’ sempre stata lì, in fondo a tutto, chiusa nel ricordo di quelle sere, e a volte basta una semplice illusione ottica per farla riemergere.

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Il mistero dei gelati molli

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CENTRALE PARANOICA 9

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    scrivi bene e lo sai.
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Intrusione nella mia testa in un venerdì sera

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Da piccola m'immaginavo come la protagonista di un film, nel quale tutto e tutti mi ruotavano intorno. Fantasticavo nel vederli seduti al cinema che guardavano la mia vita di tutti i giorni sul grande schermo, ridendo e commentando ciò che dicevo e facevo. Poi, crescendo, l'ego si ridimensiona [...]

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«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

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