Si erano notati qualche giorno prima, e notati è dire davvero poco, tra una decina “di amici di amici” incontrati casualmente in un locale. Entrambi accompagnati, non c’era stato nemmeno il tempo per una presentazione. Via veloci, ognuno verso la propria meta, con un generico auspicio di ritrovarsi tutti tra qualche giorno in Piazza Duomo, per l’evento musicale in programma.

E cosi lui si era trovato a girare tra la folla davanti al palco con la speranza di vederla. Sapeva che sarebbe successo e difatti l’aveva scorta. Anche lei era da sola e stava scrutando la folla attorno, come se stesse cercando qualcuno.  Si erano fissati per qualche secondo prima di distogliere gli occhi. Però aveva notato che adesso lei non stava più esaminando la gente che le era vicina, ma fissava tranquilla il palco, anche se sopra non c’era ancora nessuno.

Chissà come si erano trovati accanto, un poco più dietro, a portata di voce. Erano state due ore di musica, di parole, di empatia e di felicità pura. La musica assordante era stata silenziata dalle parole che si dicevano.

Erano come acqua su un terreno arso dal sole gli indizi che lasciavano trapelare nelle frasi scambiate parlando della band: “Quando studio, li tengo sempre in sottofondo” “Io li ho anche sul mio pc in ufficio” “Certo che ci danno dentro questa sera, sarei riuscita a sentirli anche da casa mia al Giambellino” “L’anno scorso quando ero in vacanza a Pescara, sono stato al loro concerto” “Mia sorella Paola invece li detesta”.

Si scusavano ogni volta che capitava di sfiorarsi o di superare quei venti centimetri di spazio intorno a se che ognuno ritiene proprio. Non volevano sciupare l’incanto della musica, il brivido che gli dava la vicinanza e la naturalezza nello stare insieme. Era così grande il timore di forzare l’altro che nessuno aveva pronunciato frasi del tipo “ Mi chiamo…” “Ti lascio il mio numero…” “ Ci potremmo vedere…”.  

Avevano così preferito affidare al destino l’onere di decidere cosa sarebbe capitato in futuro e si erano salutati con un languido “Ciao”.

 

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