Ti immagini,
Se fossimo liberi,
senza pensieri.
Se navigassimo in mare aperto
Con la nostra barca a vela
I nostri ingranaggi
Niente più.
Ti immagini,
se corressimo in bici tutto il giorno,
per le campagne gialle e verdi dell’Irlanda
e ci stupissimo
ogni istante
di quanto i respiri possano essere leggeri.
E riflettessimo,
sul senso di ognuno
di quei respiri.
Se ringraziassimo
Per ogni luce che ci entra negli occhi
E per ogni sguardo che il mondo
Il tempo
Il luogo
La volontà
La fortuna
Il caso
Ci hanno voluto regalare
In questo incrocio
Che pare un respiro solo
Venti che si incontrano
E si abbracciano
Si intrecciano
E cambiano nome
Si fondono
E si vogliono
E si sono voluti dai capi opposti della terra.
E si sono cercati ansimando con forza per gli oceani
Infilandosi
Tra i vicoli stretti di città sconosciute
Urlando al nome dell’altro
Perduto
Che urlava a sua volta
Nelle spiagge australiane
Accecato dal sole fermo.
Ti immagini
Se perdersi non fosse stato così facile
Chi saremmo ora
Quali parole mai nate avremmo pronunciato
Quale espressione del viso
Ci avrebbe fatto ridere per giorni
Quale tempo avremmo scelto
Per noi
Quale odore avremmo riconosciuto.
Dove finisce il tempo di vivere insieme,
dove inizia quello successivo
di cosa è fatto.
Giaccio sulla cima delle macerie della nostra casa.
Sono stesa supina e fisso il cielo
E sento
E sento
La pesantezza di quello che c’è sotto di me
Di come era
Di come è
Di come sarebbe potuto essere.
Come se fosse rovesciato
Questo mondo
E fossi schiacciata dalla nostra struttura
Verso il cielo buio.
Tu non ci sei più
Te ne sei andato un giorno
All’improvviso
Stanco della nostra casa.
Non sei quel vento.
Non sei il compagno delle lunghe passeggiate
E delle corse in bicicletta.
Non sei quel vento che prende il nostro nome.
Non mi cerchi
Non mi hai tenuto così forte.
E sono chiusa qui,
schiacciata da quello che abbiamo costruito
incapace di respirare
tremo
e tremo
con la sensazione di morire al mio fianco
con le tue parole che risuonano
e il vuoto,
attorno,
che gli fa da eco
così che le senta tante volte
e capisca la bugia
che a questo mondo
il cuore
ascolta
più di se stesso.
Giaccio qui
E ogni tanto arriva qualcuno.
Lo sento
Ma non lo vedo.
Poi penso che il cielo ha il colore dei tuoi occhi
E quelle stelle piantate lì a luccicare
Mi ricordano le nottate spese a dargli nomi.
Oramai loro lo hanno
Un nome
E forse
Questo
È tutto ciò che conta.