GRAZIE DOTTORE

 

Il mio mestiere di medico condotto mi ha portato, nel tempo, ad assistere pazienti poco riconoscenti, io cercavo di capire le loro esigenze, mi adoperavo oltre le mie normali funzioni, ma nonostante tutto il mio lavoro, non veniva apprezzato. Salvo poi in rare circostanze accadeva qualcosa, che ripagava ampiamente queste lacune e riempivano il cuore. A tal proposito, mi ricordo di un episodio successo nel 1948. Era stata proclamata la repubblica. La nazione intera si era messa in moto per la rinascita del paese. Le macerie della stupidità umana erano ancora evidenti su tutto il territorio, ovunque si volgeva lo sguardo, non si vedevano che i resti di quelle che erano state città fiorenti. Mi trovavo in quel tempo a Taranto e coprivo un vasto territorio che comprendeva una parte della città e del circondario. Le chiamate erano frequenti e per la maggior parte arrivavano dalle campagne limitrofe. Le malattie frequenti erano la malnutrizione, la malaria e altre patologie proliferate durante il conflitto. Il medico condotto era l’unica possibilità per i numerosi contadini che popolavano i piccoli paesi e i borghi. Ancora non c’era un efficiente servizio sanitario. Mi chiamarono una mattina presto per andare in un paese che non conoscevo. C’era una donna, molto avanti con gli anni, in difficoltà respiratorie, volevano che andassi a verificare le sue necessità. Partii subito con la vettura che avevo a disposizione, una vecchia Topolino che aveva visto giorni migliori. Non conoscendo la strada persi più tempo del previsto. Arrivai nella piazza del paese, il consueto punto di riferimento di ogni paese. Il mio arrivo fu accolto dalle poche persone che stazionavano nello spazio deserto.

- scusate, sapete indicarmi dove abita la famiglia Crescenzi?

L’interpellato mi guardò con un’aria stranita, mi fissò a lungo senza parlare, poi come se stesse facendo una concessione e con molta accondiscendenza mi disse:

- voi siete il dottore vero?

- Certo - risposi io stupito, pensando a come aveva fatto a sapere chi ero!

- Allora, troppo tardi siete arrivato, nonna Celeste è morta questa notte. Oggi si fanno pure i funerali. Fa troppo caldo e non può stare molto tempo. Penso che potete anche andarvene, non servite più.

- Mi dispiace molto, - risposi un po’ risentito, avevo fatto tutta quella strada e questo senza nemmeno conoscermi mi trattava così

- mi hanno avvertito questa mattina presto, sono venuto appena possibile, non è colpa mia!

- Voi dottori dite sempre così, “appena possibile” intanto la gente muore! Questa volta non potevate fare niente, Celeste era destinata ad andarsene non potevate fare niente per lei. Visto che siete qua, se volete aspettare il funerale…siete padrone, oppure potete tornare “appena possibile” vi conviene aspettare, credo, dovete fare il certificato, giusto?

- Si avete ragione, mi tocca aspettare, andrò in chiesa, là si sta freschi e mi troverò già sul posto, grazie e…davvero mi dispiace! Quanti anni aveva la signora Celeste.

- Novantasette, pace all’anima sua!

- Una bella età davvero!

Lo lasciai e mi diressi verso la chiesa. Arrivai che era ancora deserta. Il caldo era opprimente, un sole che bruciava la pelle, e io avevo il mio consueto abito scuro che attirava i raggi del sole come le mosche l’uva matura. Stavo per entrare al fresco quando di lato, appena distante dalla porta vidi un figura seduta su uno sgabello. Era una bambina, molto piccola. Mi fermai a guardarla. Non avevo mai visto una faccia così triste. Era scarna, emaciata, il viso sporco di terra e due enormi grandi occhi neri. Occhi velati, umidi, sembrava un cerbiatto, li teneva appena aperti. Dal naso le colava un filo di muco trasparente che le finiva sulle labbra, ma lei non reagiva, se ne stava immobile sotto il sole, sembrava non sudare. Le gambe non toccavano terra e penzolavano dallo sgabello. Ai piedi aveva delle scarpe scucite e aperte in più punti. Mi avvicinai a lei, ma non diede segno di avermi visto, non si mosse di un centimetro. La guardai con attenzione. Come mai nella solitudine di un giorno d’estate, se ne stava da sola davanti a una chiesa deserta? I genitori dov’erano, possibile lasciare una cosina così piccola, al massimo avrà avuto cinque anni, sotto il sole.

- ciao! feci sorridendo e abbassandomi verso di lei

non mi rispose si limitò soltanto a muovere i suoi grandi occhi, nel farlo una goccia scivolò sulla gota appena rosata.

- Stai piangendo? Come mai sei sola, piccola, non c’è nessuno che ti guarda?

Questa volta mi fissò, ma non disse una parola, mosse solo una mano per togliersi altre gocce che le cadevano dagli occhi, era un pianto senza emettere un singhiozzo, una parola o anche un sospiro. Non potevo continuare a vederla soffrire ancora, mi accovacciai accanto a lei le presi la manina. Nonostante il sole e il caldo non era sudata. L’accarezzai i capelli scuri e lunghi che avevano bisogno di una lavata.

Mi accorsi che sotto le mie carezze tremava, ebbe un sussulto e poi schiuse appena le labbra e pronunciò una parola che a stento riuscii ad udire : nonna!

Adesso mi era chiaro, quella cosina era venuta a salutare la sua nonna, e certamente era venuta da sola, magari all’insaputa dei suoi genitori. I bambini a volte sorprendono noi adulti con atteggiamenti e comportamenti tali da lasciarci senza parole. Io non ne sprecai per parlare con lei. La feci alzare e mi sedetti sullo sgabello, poi la presi in braccio e la tenni stretta a me. Avevo la borsa degli attrezzi con me, con delle garze e del cotone idrofilo cercai di pulirle il viso alla meglio. Lei si faceva fare tutto senza parlare, solo alla fine, mi strinse la mano e la tenne stretta anche quando vedemmo arrivare il carro con il feretro della nonna. Non pianse non disse niente, ebbe solo un brivido che condivisi con lei. Per tutta la funzione rimasi con lei, abbracciandola e lei mi ricambiò. Quando la bara uscì dalla chiesa le mandò un bacino con la punta delle dita. Si divincolò dal mio abbraccio e corse verso una donna vestita di nero che seguiva il carro, non prima di avermi salutato con un delicato “grazie dottore”

 

Tutti i racconti

1
1
6

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

0
0
4

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

3
3
17

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
7
21

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Riccardo: grazie infinite a tutti 🙏

  • BrunoTraven: Interessante racconto che ha il sapore del passato, del lavoro dei nostri nonni [...]

5
4
21

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
50

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
2
26

Speranze di vita

12 November 2025

Di speranze ce ne vogliono almeno due: una per continuare a credere nella vita e l'altra per giustificare la sopravvivenza. Sì perché le delusioni continuate rischiano di farci male, a volte radicalizzano e ci trasformano in elaboratori d'ansia, in soggetti da psicologo nel migliore dei casi o [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    tenero di intenso.
    Accorato sguardo a un passato che non può [...]

  • Dax: La speranza, quando possibile,non devevrimanere fine a sé stessa: devevessere [...]

4
3
36

Nessuno è uguale a nessuno

12 November 2025

La catena di montaggio non conosce pause è un nastro che scorre veloce, moltiplicando gesti e abitudini. Smog e street food impregnano l'aria; vetrine mutano faccia, ma non voce; porte automatiche che salutano tutte allo stesso modo. I clacson e i suoni delle rotaie scandiscono un tempo incessante, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: Azz....Like

  • Ecate: Nel treno che non conosce fermate, una donna che legge un racconto e gli piace, [...]

5
6
26

Lisy

11 November 2025

“Ehi, artista.” La voce, profonda, dolce e a lui ben nota, arrivò alle sue spalle. Lionel si girò appena, attento a non cadere dallo scoglio sul quale era seduto. Lì, in piedi dietro di lui, c'era la figura alta e fascinosa di una donna che pareva una vampira con tanto di collana con simbolo celtico [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • L. Carver: Se leggerete ancora di lei? Chissà, è un personaggio che vorrei [...]

  • Dax: Bel pezzo....Torneranno? Like

6
11
38

Il divano che non c'è

Esercizio di scrittura creativa - I 7 peccati capitali - L'accidia

11 November 2025

"Con la tivù accesa e le chiappe sprofondate tra i cuscini era una libidine stappare una birretta, affondare i polpastrelli per ravanare in un sacchetto di patatine e godersi un film appena scaricato." Sandra corrugò la fronte e interruppe il monologo di Adelina orfana di un divano appena portato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
18

Il Principe di Sansevero (2/2): Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza seconda parte.

Funzione delle meravigliose macchine anatomiche

10 November 2025

Il Marchese Raimondo di Sangro, una figura eclettica dell’Illuminismo napoletano, è noto non solo per la sua nobiltà e le sue attività politiche, ma soprattutto, per le sue straordinarie invenzioni nel campo della anatomia e dell’ingegneria. Le macchine anatomiche da lui create, esposte nella Cappella [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    bravo e grazie Gennarino.
    Mi complimento con Rubrus...
    La [...]

  • Teo Bo: Come turista ho ammirato il Cristo velato e le macchine anatomiche. Mi ha fatto [...]

9
8
71

Blues

10 November 2025

Ho fatto uscire tutti dalla sala di registrazione. Nessuno sa di questa trentesima traccia, la mia canzone migliore e non sarà incisa. Solo Zimmerman l'ascolterà, apparirà a momenti. Fa parte del patto siglato quella notte al crocevia. «Eccomi Robert, suona per me». *** NdA: l'io narrante è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Sì, mi è piaciuto ma rispondo ora perchè nel frattempo [...]

  • Lawrence Dryvalley: Grazie Dax!
    Grazie Rubrus! Beh, il merito maggiore è dello sconosciuto [...]

Torna su