L'uomo che la guardava all'arrivo e all'uscita da scuola non l'aveva mai vista perdere la calma in dodici anni di insegnamento.
Quando la madre di uno studente che aveva preso 5 a un'interrogazione, il giorno dopo, appostata all'ingresso, le gridava “fallita di merda”, lei le sorrideva e la salutava con un serafico “Namastè”.
L'uomo vedeva e sentiva tutto.
Elisa Fiordalisi, docente di lingue e adepta di yoga e pratiche orientali, era diventata per tutti la professoressa Namastè.
Quel giorno decise di fare un saluto fuori programma al Preside, il professor Corinto Fallofondo, suo promesso sposo da tre lustri.
Quando aprì la porta della presidenza, dopo aver bussato due volte, lo spettacolo che le si offrì non sembrava un asana: Fallofondo, noto scientista, era dietro la sua scrivania, schiena al muro, braccia e gambe larghe. Ricordava molto un uomo vitruviano del terzo millennio; per lo slancio armonioso verso il cielo. Ma soprattutto perché era completamente nudo, e non gli mancava una certa proiezione verso la terra.
Dov'era inginocchiata, in mise altrettanto nature, la Professoressa di storia dell'arte Generosa Accogli, che invece mimava la Domus degli amanti di Pompei, materia in cui aveva anche pubblicato su riviste specializzate.
Elisa socchiuse gli occhi, assunse la Gyan Mudra, la posizione zen con le braccia staccate dal corpo e le mani con i pollici e gli indici chiusi, e declamò a fior di labbra: “La fede muove le montagne, la pazienza raggiunge le cime.”
Quindi, si avvicinò al suo promesso sposo, lo osservò con sguardo estatico e gli sorrise.
Subito dopo gli tirò un calcio nei coglioni, e si allontanò recitando mantra.
Quando uscì da scuola, notò l'uomo che la guardava. Lo salutò.