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Nel folto grigiore urbano a sprazzi splendente, l'astro ameno del giorno si cela sfumato e corbellante sui quei volti indifferenti dei loro convulsi corpi spediti verso le proprie mete, mentre placida l'autunno intraprende le sue piroette sul libeccio che aspira sfociare in una intensa pioggia di melanconia da scordare! Cromie sfumate si allontanano avvolte nel silenzio dietro ogni angolo, mentre foglie brune e gialle sussurrano il loro stormire sotto alle mie suola, le vie come vesti di cenere si tingono d'ombre ed errate congetture che come un veleno il cuore inerte rende immobile! Dal parabrezza ahimè ignava or cerco il riflesso rarefatto dell'etere, la metamorfosi che la Terra dona in tale momento, ma l'umido asfalto nel suo abbraccio inerte, privano i miei occhi da quel bagliore incantato! È un'assenza costante, un'obliterazione implacabile che mi spacca il cuore, respiro saviamente riposta solo nella tua casa, nella tua vita! Amor che or mi sei lontano... E così, rimango prigioniera del tempo irremovibile, senza poter annusare il profumo del risveglio delle dolci caldarroste dopo l'amplesso dei sensi dalle più sensuali movenze. Le strade or si ergono come celle asfittiche, in cui l'autunno canta folate stonate dal crepitio della malinconica pioggia da cancellare sulla mia pelle! Ma le mie pietrificate membra non avvertono la lirica, mancano i sensi per catturarne l'essenza vibrante... Eppure là fuori, la sconfinata bellezza delle bronzee foglie che danzano e danzano in cerchio, come candide gocce di rugiada, e l'arcobaleno dalle tenue tonalità, rendono magnifico il mio sguardo di vita o di morte, in un'arpa che la natura accorda! Mi sfugge la speranza d'averti, che come fronde caduche or siamo amanti scostanti nel fruscio che si leva come cantilena nelle piaghe che risvegliano il presente nel traffico dagli assordanti clacson, ma tra le mura dell'urbanità che mi imprigiona e avvita, resto legata a un panorama monotono e opaco, annusando fragranze che la mia città frutta, come un animale assetato di antichi olezzi che non trovo! Forse un giorno astratto fuggirò da questo scuro labirinto, dalle urla della metropoli che opprime e confonde, per vivere l'autunno con lo sguardo estinto dalla meteoropatia sulle spalle di una natura che implora respiro profondo! Fuggirò per raggiungerti. E fino a quel giorno, mi dedicherò a ricordare immersa nella caverna dell'urbanità infame che esiste un mondo di intervalli e cadenze, non solo ricamati di nostalgie e reminiscenze in amarezze, ma anche di intagli di sbuffi d'aliti di vita da cogliere per vitalizzare quei momenti da lavare con fiducia nella fede che in quel giorno che verrà sarà magione per l'amore, senza grigiore e senza orpello a offrire un autunno senza affanno e senza ombrello!
Due innamorati. Un paracadute. Nessun sopravvissuto.
Zio Rubone, 18 October 2024
La bottega dei giocattoli
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Giuseppe Scilipoti, 06 October 2024
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Utente Anonimo
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Da questo breve racconto realizzai il cortometraggio omonimo, per il quale scrissi il soggetto, la sceneggiatura e curai la regia. Curai anche la produzione con la mia associazione artistica culturale Vinse due premi a due concorsi per corti. Lo trovate su youtube. (283) Strategia per un posto [...]
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Gennarino:Per chi è interessato al cortometraggio questo è il link: https://www.youtube.com/watch?v=ajRHFr1eHtM
Dario Mazzolini:triste ma ahimé accade. Guarderò il cortometraggio. Ciao
Rebecca è lì. Affacciata alla finestra del suo nuovo appartamento. Guarda fuori. Il buio. Piove. A tratti scruta anche il suo riflesso nel vetro. Lo rifugge. Non vuole guardarsi. Gli anni che sono passati. Le difficoltà che ha avuto e i segni che, quest'ultime, le hanno lasciato sul viso e nei [...]
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zeroassoluto:Bello! Sono tante le donne dai 40 ai 60 che si dovrebbero riconoscere... [...]
Piccola stella:Zeroassoluto, purtroppo sì, dovremmo riconoscerci nella repressione [...]
In un piccolo paesino vicino alle colline viveva il fabbro Paride. Un uomo grande e grosso dal faccione avvolto da una barba scomposta che andava a unirsi ai pochi capelli rimasti a decorare la testa. Con grande maestria sapeva dare al ferro qualsiasi forma. Tiziana, la figlia del locandiere, donna [...]
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Walter Fest:Testo gradevole, anzi di piu' . Forse dovevi gestire meglio il salto temporale [...]
zeroassoluto:Ciao Mister Nose! Nuovo anche tu? È stato bello leggerti! Grazie
Giuseppe Durante la mia carriera lavorativa ho avuto la fortuna di conoscere circa duemila persone. Con alcuni sono diventato amico. Uno di questi era Oreste il titolare del più grande negozio di elettrodomestici di Cremona e provincia. Il sabato pomeriggio mi piaceva aiutare e lì conobbi Giuseppe, [...]
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Era lì in quel corridoio un po’ scuro, certo non un bel posto per un appuntamento ma lei sembrava tranquilla, mi guardava con quei due occhi furbetti pronti ad illuminarsi, silenziosa e attenta. Non sapeva quanto l’avevo seguita in segreto, quanti timidi tentativi avevo fatto per tornare con lei. [...]
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Zio Rubone:Ecco, più che il già citato Wyndham, mi ricorda Lovecraft. Megio [...]
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Oggetti Smarriti:Caro Gennarino, il tuo racconto è un omaggio sincero e appassionato [...]
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