Calcolando il coefficiente di calce contenuto in un chilo di cemento in una carriola da cantiere, mi consolai come una capra del Caucaso caduta in una cassa di cloruro di sodio, constatando che la coltivazione in campo aperto di cavolo cappuccio  aveva contribuito alla catalogazione delle cucurbitacee cinesi di contrabbando, con marchio CE contraffatto, certificandole conseguentemente come rifiuti destinati ai cassonetti della capitale.

Curiosamente la cosa mi colpì così clamorosamente che, per lo choc, cascai su alcune casse di un cucuzzaro di Cremona causandomi cospicue contusioni al capo, alla clavicola e al coccige!

Celermente mi curarono presso la clinica chirurgica "Campacavallo " e così, dopo una consistente convalescenza, per riprendere le forze, contattai in chat mio cugino Carletto che aveva uno chalet sul Cervino con caprette, cinciallegre, coniglietti e anche un caimano comprato nel Congo da un carismatico capotribù con un copricapo in cuoio di caribù acquistato su E-bay a prezzo concorrenziale.

Così, chiamai celermente la cugina di una mia ex compagna con la quale avevo avuto già una certa combine durante un corso di cucito e, con la scusa di una partita di curling, dopo una colossale cenetta a base di cervo in casseruola con cavoletti di Bruxelles, cacio al latte crudo con fonduta di ceci alla curcuma, carotine in crosta al profumo di carciofo, caco di stagione con crema catalana, ritornando a casa, la concupii in modo clamoroso presentandomi con uno chemisier di Chanel in ciniglia color carne e delle ciabatte in cuoio con stampata in caratteri  cirillici la parola cuccami... eh, che cacchio… ragazzi!

 

 

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