Ogni giorno Gianni si alza e si prepara il solito caffè. Mette un cucchiaino di zucchero e inizia a mescolare. Mulinella alcune volte in senso orario. Poi sorseggia. Un primo sorso breve, poi due più lunghi, a volte tre.
Una mattina la sua compagna lo sta guardando ripetere sempre gli stessi soliti noiosi gesti.
Senti - gli dice - questo weekend c’è un incontro a cui mi piacerebbe partecipare, un’esperienza sensoriale, parlano del caffè mi pare. Ti va se ci andiamo?
Così sabato mattina, invece di restare un po’ più a lungo a letto, si alzano per andare all’incontro. Proprio così presto dovevano organizzarlo accidenti.
Si svolge nella sala di un teatro. Per fortuna è un luogo piacevole perché svegliarsi a quell’ora il sabato non mette certo di buonumore.
Viene controllata la prenotazione, poi si accomodano sulle poltroncine. Attendono i ritardatari, qualcuno più celere, qualcuno più assonnato e svogliato. Ma c’è della musica di sottofondo ad accoglierli in sala e l’umore si aggiusta subito.
Sul palco esce il presentatore dell’evento, intanto alcuni camerieri passano tra le file della sala porgendo a ognuno una tazzina di caffè fumante.
Buongiorno a tutti - dice l’oratore - vi stanno offrendo un caffè, non bevetelo ancora. Aspettate un attimo, non c’è fretta, ce la prendiamo con calma, vi va?
Tranquilli, le tazzine sono state scaldate apposta perché non si raffreddino subito, tenetele per il piattino per favore, così non vi scottate.
Magari potete cominciare intanto a mescolare lo zucchero. No, non così, non come fate di solito. Girate il cucchiaino nel senso opposto per favore, facciamo qualcosa di diverso oggi.
Le luci intanto si fanno lievi e il volume della musica aumenta un po’, ma resta soffusa e rilassante.
Non smettete subito di mescolare, prendetela con calma, non pensate alla temperatura, né se lo zucchero si è già sciolto.
Le luci della sala, la musica e lo schermo dietro al palco simulano lentamente una specie di alba, piacevole e colorata.
Quando vi sentite rilassati e vi sembra il momento giusto assaporate con calma questo speciale caffè. Chi finisce appoggi poi pure la tazzina a terra.
Gianni beve subito e guarda incredulo gli altri prendere sul serio quel rito. Qualcuno tiene addirittura gli occhi chiusi mentre mescola in senso antiorario. Ma non pensano che si sta raffreddando?
Ecco. L’ultimo finalmente appoggia a terra anche la sua tazzina. Sullo schermo appare allora l’immagine di un noto bar del centro, insieme al logo del caffè che offre. Poi, a seguire, uno spettacolo di cabaret, un attore vestito da giraffa che viene preso a calci da due tizi.
Ho capito - pensa Gianni mentre guarda lo spettacolo tra le risate del pubblico - non volevano venderci pentole allora. E’ pubblicità. La prossima volta che queste persone passeranno per il centro si fermeranno di sicuro in quel bar lì, non potranno farne a meno.
Magari mi ci fermerò anch’io qualche volta. Ma non perché mi hanno indotto a farlo, sia chiaro.
Una cosa però l’ho capita oggi. Domani mattina mentre berrò il solito caffè mi prenderò un attimo. Mi rilasserò per qualche minuto e vedrò dove la mente mi porta. Lascerò liberi i pensieri. Anzi la fantasia, così non si metteranno di mezzo le preoccupazioni della giornata.
Chissà in che verso girerò il cucchiaino.