Aveva posato il bicchiere quasi vuoto sul lato più vicino del pianoforte a coda, mentre cerchi concentrici di nausea gli salivano verso il palato. Il locale gli roteava attorno e i tasti del piano gli ondeggiavano su e giù sulle tempie, procurandogli fitte dolorose in cui si azzuffavano, in vorticoso canone, le note nostalgiche di “City Of Stars”. Era per lei che aveva iniziato a suonare quel motivo.

Si erano conosciuti quando aveva ceduto alle insistenze di suo fratello e aveva deciso di tradire per una sera la sua passione musicale. Con il fratello e la sua ragazza erano andati al cinema. Proiettavano “La La Land” e nel momento in cui i due protagonisti, anche loro seduti in una sala cinematografica, avevano fatto scivolare lentamente le mani uno verso l’altro, sfiorandosele e poi imprigionandosi le dita in una unione inestricabile, si era sorpreso a stringere con la stessa forza la mano della compagna di suo fratello.

Confuso, aveva girato il viso di lato e, nel chiaroscuro della proiezione, aveva incrociato due sprazzi luminosi che lo osservavano con lo stesso stupore. L’imbarazzo era durato pochi secondi, ma la favola che ne era seguita più di un anno. Con lei vicino aveva liberato tutto il suo talento. Ogni volta che univano i loro corpi egli riempiva pentagrammi talmente debordanti che al mattino se ne calpestavano le note residuali. Quando ritiravano dal balcone i panni asciutti, nei fili a stendere rimanevano sempre imprigionate tracce indelebili di fa, la, do, mi. Succedeva, mentre si scambiavano baci di passione nel bagno, che dalla doccia scaturissero repentini, quanto inspiegabili scrosci in si bemolle.

In un giorno di sole, instabile come il suo convincimento, aveva aderito all’offerta. Il proprietario di un locale notturno aveva raccolto per strada alcune note rimbalzate dal loro balcone, forse suonate o forse strappate al filo da una folata di vento. Fare piano bar non era esattamente il suo sogno… la favola era tale solo con lei accanto, era nei momenti di intima musicalità trascorsi insieme che mente e cuore erano mani. Erano loro a danzare sui tasti d’avorio ingiallito del suo piano verticale. Componevano di getto, vibrando all’unisono con le corde dello strumento… Sussurravano un’impressione, un accenno di melodia alle dita che ne coglievano la traccia, la trasformavano in un tenue filo, la amplificavano, ne modulavano il percorso in infinite sfumature, sfiorando qua e là il nero dei tasti in ebano per aggiungere grazia con i mezzi toni.

Al bar, il piano sbadigliava ogni sera gli stessi motivi programmati, noti, meno noti… raramente richiesti da qualche coppia capitata per caso in una serata da anniversario, iniziata con un aperitivo, consumata senza parole in un ristorante e terminata in muto ascolto del suo talento sprecato. Così, un giorno dopo l’altro, il grigiore, la noia di quel locale, di quel lavoro senza acuti avevano consumato la sua genialità e di riflesso il suo amore. Si sentiva irrealizzato, incompreso, depresso. Era diventato irascibile, d’umore mutevole, non capiva più il suo rapporto, dubitava del suo amore… non suonava più con lei accanto... non suonava più. I fili del bucato ritirato erano spogli, il pavimento era pulito… e, dopo una doccia che grondava solo acqua, lei si era vestita senza guardarlo, aveva raccolto le sue cose, infilato l’uscio di casa e confuso la sua ombra con la notte.

Aveva bevuto troppo la sera in cui l’aveva rivista nel locale dove suonava, accompagnata dal fratello. L’alcol era diventato il suo rifugio, era il modo per punirsi, per distruggere il rimasuglio di talento che ancora aveva l’ardire di affacciarsi e a cui non aveva il coraggio di spiegare la sconfitta.

Come nel film aveva suonato per lei quella canzone. Come nel film aveva sperato nello stesso accenno al sorriso di lei nell’accommiatarsi da lui e dalla loro storia d’amore. La sua ex si era alzata, si era avvicinata e gli aveva sussurrato in un orecchio con alito gelido:

«La vita non è un musical, puoi suonarla, puoi danzarla... ma viene il momento in cui devi viverla!»

E l’aveva lasciato lì… col suo bicchiere in mano.

 

© Cesare Ferrari

Tutti i racconti

3
4
21

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
5
24

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Maria Merlo: Un like e a domani.

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

3
4
30

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

11
17
64

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
33

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A scanso di eqiuvoci: in questo testo, la IA non ci ha messo becco.

  • Aaron: Molto interessante Rubrus... Che ne dici di ricavarne un articolo per il nostro [...]

5
9
31

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
26

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
23

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
32

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su