Jules avvertiva un forte senso di insoddisfazione. Il suo paese, i suoi genitori, i suoi amici, il suo mondo, non le appartenevano. 

La vita per lei, non era un dono. Si sentiva catapultata in un mondo di cui non faceva parte, le persone da cui era circondata non erano affatto simili a lei. A volte sentiva la mancanza di qualcuno che non aveva mai conosciuto. Altre, invece, sentiva il bisogno di fare viaggi che non aveva mai intrapreso. Il suo posto felice era il mare. Non importava la limpidità dell'acqua o la pulizia della spiaggia, Jules amava il mare per l'alba. Non c'erano altri momenti, nella sua vita, in cui si sentisse in pace col mondo come quando era seduta sulla sabbia ancora fredda ed osservava il sole sorgere. 

Era sempre da sola, e si sentiva particolarmente in sintonia con gli anziani pescatori che, insieme a lei, occupavano la spiaggia nelle prime ore del mattino. Ogni tanto chiedeva loro una sigaretta, e non le era mai capitato che gliela negassero, non la giudicavano. Gliel'accendevano con un fiammifero e sorridevano. Non erano sorrisi viscidi come quelli che sfoderava lo zio Tony quando si avvicinava per toccarle le cosce, ma i sorrisi di chi aveva il mare mischiato alla pazienza negli occhi, e il sale nei capelli. Erano sorrisi veri, genuini, quelli che le impedivano di perdere fiducia nella razza umana. Erano i sorrisi di chi ha vissuto la sua vita apprezzandola, di chi ha saputo avere pazienza e cogliere la vera bellezza. Erano i sorrisi di chi ha trovato stabilità nella solitudine e nell'attesa. Erano i sorrisi dei pochi uomini rimasti al mondo.

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