Tutto il tempo che abbiamo trascorso non è altro che un soffio che porta con sé le emozioni di esperienze vissute intensamente, ma non sempre comprese nella loro inconfutabile bellezza. Incontrarsi vuol dire anche curiosare nella vita altrui per scoprire novità inimmaginabili e rimanere delusi di un ricordo impresso nella mente e carico di sensazioni  provate,  riprovate e poi incarnate per sempre. 
La memoria è nebulosa man mano il tempo prosegue. E gli anni sono pietre che appesantiscono il sacco dei ricordi e caricano le spalle  in un corpo,  che cresce e si trasforma. E ci si ritrova dopo essersi persi per le strade del mondo fra le faccende, gli impegni, le preoccupazioni differenti, fra i progetti e le loro realizzazioni, fra le vittorie e le sconfitte di tutta una vita.

Eccola lei, una donna sciupata, con la pelle raggrinzita, i capelli ridotti a pochi esemplari, una bocca slargata, ma gli occhi, gli occhi sono quelli di una volta, lei, la dolce compagna di scuola, la fidanzatina di un tempo, di quel tempo quando ci si promette che non ci  lascerà  mai, che si camminerà mano nella mano. Sdraiata sotto un ombrellone guardava il paesaggio, ma era come se non volesse prenderne parte. Fumava, fumava, una sigaretta dopo l'altra è sembrava si fosse formata una cappa di fumo sopra la sua sedia, di contrasto alla luminosità della giornata. Fu lui, il docente in vacanza a pensare, a ricordare i bei giorni felici. Ma è lei o no? O è qualcuna che vagamente assomiglia con le dovute trasformazioni del tempo alla mia amata di un tempo?

Volle il caso che qualcuno alzò un polverone di sabbia perché nella sua testa aveva deciso di raggiungere il mare facendo lo slalom fra i bagnanti. Lei si alzò infastidita e lasciò cadere la sua sigaretta che fu inghiottita dalla sabbia.
"Gente maleducata!", Gridò  controvento. 
Il docente, che era lì per caso durante una perlustrazione della spiaggia, si fermò e guardandola negli occhi esclamó il suo nome.
"E lei chi è? Chi cerca? Ha bisogno di qualcosa?" 
"Ma lei è Giorgia? La mia compagna di banco al liceo Cannizzaro?"
"Sì. E tu chi sei?"
Sembrava il ricongiungimento fra persone già sperimentato in qualche trasmissione televisiva. Carramba, che sorpresa!
Si abbracciarono. Era lei, la mia fidanzatina di un tempo. Ma come era cambiata! Sembrava che il tempo avesse inciso tutti i suoi solchi nel viso, nel corpo ormai sgraziato di quella donna. Il docente, forse più anziano di lei, sembrava un Peter Pan di mare, un ragazzino. Lui si sedette un minuto e lei gli raccontò i suoi drammi. Chissà la vita perché ci ha divisi? Chissà come si sarebbe svolta se fossimo rimasti insieme. Lei fumava, fumava come una ciminiera. 
Sai il tempo, gli impegni, il tempo che passa.
Io mi sono sposata. Ho avuto tre figli. Mi sono ammalata, sono guarita. In pochi secondi gli raccontò la sua vita.
Ma il tempo passa inesorabile è ormai non c'è più tempo. Il docente sentiva che quella ragazzina che aveva amato ormai non c'era più. C'era davanti a lui ora una donna vissuta con le sue fisime, le sue fissazioni, le sue angosce.
Quanto tempo, sì. quanto tempo!
"Mi ha fatto piacere rivederti, ma sai devo andare".
Sì, devo andare. Dobbiamo andare. 
Si salutarono dandosi la mano e il docente in vacanza riprese la sua perlustrazione su quella spiaggia mentre in acqua tutta una popolazione ballava al ritmo dell'ultimo successo discografico, il tormentone dell'estate, seguita dagli animatori di un lido.
Avrebbe voluto non rincontrarla, avrebbe voluto ricordarla come un fantasma dolce del passato. Ebbe un sussulto al cuore, non si sa se per l'emozione dell'incontro o per il ricordo di quell'amore adolescenziale.
Arrivò al bar e prese un caffè. Guardò ancora incuriosito se riusciva a distinguerla tra la folla di ombrelloni colorati. Ma non vide più nessuno dagli occhi familiari. Lei non c'era più, lei non c'era più.

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