Ancora qualche modifica, solo qualcuna. Alla fine è stato meno difficile di quel che pensavo e non ci ho neppure messo tanto! 
Sei mesi di duro lavoro... sei mesi passati a cercare materiali, snocciolare dati impossibili, cercare soluzioni, studiare e scandagliare leggi fisiche, biologiche, meccaniche, quantistiche, logistiche (e tutte le robe che finiscono in “istiche”) e poi... selezionare foto da giornali patinati, osservarne ogni più piccolo particolare, scegliere, ritagliare, mettere insieme, trasformare il tutto in dati, immettere, correggere, insomma dai, lo ammetto, è stata dura, molto dura e credo di poter affermare con certezza che se facessi la somma delle ore dormite in questi sei mesi la cifra finale sarebbe paurosamente ridotta all’osso.
Sarà per questo che ho delle occhiaie che sembrano il Gran canyon.
Sarà per questo che ormai i miei rapporti sociali sono ancora più inesistenti di prima, ammesso che sia possibile.
Ma ne è valsa la pena perché ormai ho capito che la soluzione è vicina.
L.e.i. è lì, adagiata su un lettino di fortuna, immobile, perfetta.
La guardo con tenerezza e penso che è davvero bellissima.
Ed è mia. Solo mia.
Ma partiamo dall’inizio. 
Mi chiamo Alessandro Tomaini, ho 24 anni e sono quello che tutti definiscono un nerd.
Uno vero!! E che ci posso fare se le cose a cui normalmente i miei coetanei si interessano mi annoiano terribilmente? 
C’è stato un tempo in cui cercavo di essere come gli altri, di fare le stesse cose che facevano loro.
Interminabili partite a calcio, un supplizio… il finto entusiasmo quando la mia squadra vinceva, mai per merito mio ovviamente, perché io sono sempre stato negato per qualsivoglia sport.
E poi birreria, stadio, concerti, aperitivi, interminabili sessioni di play station collettiva...
Ma il supplizio più grande, lasciatemelo dire, sono sempre stati gli appuntamenti col gentil sesso.
Non che non mi piacciano le ragazze.
A livello teorico mi piacciono e pure molto.
Quello che non mi piace è tutto il contorno... i discorsi insulsi e privi di interesse, le romanticherie forzate e il cinema, con quei film da taglio di vene che immancabilmente dopo i primi dieci minuti diventano la sagra della banalità, insomma avete capito. 
Ma per quanto abbia cercato in lungo e in largo una ragazza che non si trasformasse dopo la prima mezz’ora di appuntamento in un blob appiccicaticcio e melenso, immancabilmente mi sono ritrovato,  prima o dopo, a pianificare rocambolesche fughe anti rottura di palle, risoltesi ahimè in patetiche scuse farfugliate confusamente prima della fuga, motivata dalle scuse più assurde e improponibili (devo andare, ho appena visto il cane di mio cugino che correva con la lingua attaccata alla ruota di un pullman blu elettrico/non te l’ho mai detto ma lavoro per la Cia e mi è appena arrivato un messaggio, devo partire subito per una missione pericolosissima in Afghanistan/mia sorella è stata rapita da un’organizzazione segreta che la sta torturando per carpirle la famosa ricetta della sua parmigiana di melanzane... si, lo so, non hai mai saputo che avevo una sorella, l’ho scoperto anch’io da poco… insomma, robe simili, avete capito)
…E poi ci sono state le “storie fisse”. 
Non molte per la verità, e durate poco, anche troppo, ripensandoci a posteriori.
La più lunga, ed anche la peggiore di tutte è stata senza dubbio Marina. 
Bella, intelligente, vivace e spiritosa, a detta di tutti la donna che ogni uomo vorrebbe per sé.
All’inizio tutto bene.
Marina però aveva un difettuccio: una tremenda, incredibile, irrazionale, irritante gelosia!
Ed ecco che dopo le prime due settimane sono iniziate le chiamate compulsive a tutte le ore del giorno e della notte, le scenate in pubblico dovute a non si sa bene cosa e i pianti isterici.
Alla fine la storia è durata tre mesi, la rottura di palle molto di più, perché quando le ho detto che avevo intenzione di chiudere non l’ha presa per niente bene e si è trasformata nel mio peggior incubo.
Me la trovavo dappertutto: sotto casa, davanti all’università, in giro.
Ed è stata davvero dura scrollarsela di dosso.
Davvero mooolto dura.
Comunque, tornando a oggi, questo è uno dei motivi che mi hanno portato, alla fine, a passare sei mesi chiuso in casa a lavorare a questo progetto.
Mai più film melensi, mazzi di fiori, peluches rosa, lettere coi cuoricini.
Mai più scenate di gelosia.
Mai più nulla di tutto questo.
Perché d’ora in poi ci sarà l.e.i. 
Ultime modifiche. 
Lavoro febbrilmente, ed ecco il momento tanto atteso.
Immetto gli ultimi dati, trasmetto l’impulso e attendo.
L.e.i. apre i suoi meravigliosi occhi elettronici. 
Occhi perfetti, da perdercisi dentro.
Lentamente, come risvegliandosi da un lungo sonno, si alza dal lettino e mi guarda.
“Ciao bellezza”.
“C-i-a-o, A-l-e-s-s-a-n-d-r-o” scandisce lei con la sua voce metallica... ok, dovrò fare qualcosa per aggiustare questa voce, così non può andare.
Mi avvicino, le accarezzo le spalle perfette... scendo giù, fino ai seni, li prendo tra le mani... ho lavorato bene, giuste le dimensioni, né troppo grandi né troppo piccoli, sodi, perfetti, come piace a me. E mentre la tocco lei inizia ad ansimare metallicamente.
Mi fermo, non voglio arrivare subito al dunque, voglio corteggiarla un po’… del resto è o non è la donna della mia vita?
Euforico esco di casa, la lascio davanti alla tv (magari guardandola potrà apprendere un po’ di cose sul mondo) raccomandandole di starsene lì buona buona.
Stasera le offrirò una bella seratina. E siccome l’ho progettata io so che non sarà necessario prenderle fiori o cose simili, l.e.i non fa caso a queste cose. 
Magari ci guarderemo insieme un bel film, (un film d’azione, naturalmente l.e.i. ha i miei stessi gusti) o anche, perché no, potremmo uscire, c’è un mondo intero da farle conoscere.
Ma prima di tornare a casa dovrò andarle a comprare un po’ di abbigliamento, non avendo niente oggi l’ho lasciata nuda, ma tanto mica patisce il freddo!
La giornata di lavoro scorre lenta, io ho in testa soltanto l.e.i., chissà cosa starà facendo...
In pausa i colleghi mi parlano, io però rispondo a monosillabi, la mia testa è altrove, ho solo voglia che queste ore interminabili passino per tornare da l.e.i.
Rientro a casa grondante di gioia ed aspettativa... alla fine preso dall’entusiasmo le ho persino portato un bel mazzo di fiori. 
Entro nell’androne del mio palazzo quasi correndo, non vedo l’ora di abbracciarla, salgo le scale di corsa (mentre salgo incrocio la signora Palombelli, la vecchia zitellona mia dirimpettaia, che mi fulmina con uno sguardo di disgustata disapprovazione… e mentre se ne va tutta stizzita e senza rispondere al mio “Buongiorno” mormora qualcosa tipo “… a l’è na’ vergogna… sai nen!!”…. mah!).
Arrivo trafelato al mio pianerottolo.
La porta è spalancata. Ho un brutto presentimento!
Entro in casa, con cuore che mi martella in petto.
Di l.e.i. nessuna traccia.

Tutti i racconti

2
3
15

Gemellaggio 1/3

19 November 2025

Se un uomo avesse guardato il seno di Ambra in quel modo, Max gli avrebbe mollato un cazzotto. Probabilmente lo avrebbe fatto anche se si fosse trattato di una donna. Ma Shassta non era né donna né uomo. Non era neppure un essere umano. Ciò non di meno dovette percepire l’irritazione di Max perché [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: E' il racconto cui accennavo quando ZR parlava dell'ovivorous montanae. [...]

  • Maria Merlo: Mi piace il taglio psicologico e la focalizzazione sulle problematiche interiori. [...]

2
6
17

La bella sigaraia (1/4)

19 November 2025

L’odore del tabacco mi resta addosso così tenacemente che, per quanto usi il sapone, non riesco a liberarmene. Ma devo convivere anche con altro, oltre a quell’odore che impregna ogni cosa del luogo in cui trascorro dieci ore al giorno della mia vita. Ogni mattina, entrando nell’emporio di Anderson [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
6
22

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

2
6
31

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Curioso che sembri drammatica. Voglio dire, non più della vita reale: [...]

  • Smoki: Sì, infatti, per me non è drammatica - e non era nell'intento, [...]

3
6
23

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
43

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
59

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
31

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
31

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
29

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
23

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
28

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

Torna su