Da quando aveva comprato tutte quelle mutande Carmelo non trovava pace. Le guardava, le accarezzava, passava ore a pensare come utilizzare il prezioso carico. Non ne fece parola con nessuno, nascose il pacchetto sotto il letto e di tanto in tanto si permetteva il lusso di toccare, annusare quegli indumenti profumati.

Un giorno il suo amico Calogero gli regalò un piccolo calendario colorato profumatissimo, con stampato a ghirigori il nome di un barbiere. Dodici pagine, dodici figurine di ragazze discinte, bellissime, seno maliziosamente nascosto dalle trine dei corsetti. I mutandoni bianchi lunghi fino al ginocchio, ornati di nastri e pizzi, uguali a quelli che aveva lui. Quella notte, per la prima volta, si masturbò con grande senso di colpa ripensando alle parole del parroco. Diventò la sua ossessione notturna, lo faceva tre o quattro volte per notte <<Non dovete toccarvi è peccato e rischiate di diventare ciechi>> Il peso della colpa. Non perse la vista ma cominciò a desiderare ardentemente una donna.

A volte si incontrava con Calogero, ma erano incontri che lo lasciavano stanco e frustrato. L'amico aveva interessi che non capiva, girava armato e parlava sempre di un tale Don… non un prete ovviamente. Carmelo era ancora ingenuo e buono d'animo, perciò non capiva l'atteggiamento dell'altro, cinico e malizioso. Decise di non frequentarlo più.

Una domenica uscì per una passeggiata e si ritrovò in un quartiere che non conosceva. Un cartellone attirò la sua attenzione raffigurava sei ragazze bellissime nell'atto di ballare il can can, una gamba alzata e la felicità la si poteva immaginare fra i pizzi della gonna a ruota. La didascalia diceva: <<Sei bellissime ragazze provenienti da Parigi ballano il ballo proibito>>. Si fermò a lungo prima di rendersi conto che alcuni giovani uomini lo spintonavano ridendo per farsi strada ed entrare nel locale, un Tabarin l'antesignano del locale elegante Che Maxim.

Alla fine entrò e ci volle tutto il suo coraggio per chiedere alla cassiera un biglietto, lei, una rossa più interessata al romanzo rosa che stava leggendo che di tutti i clienti timidi del mondo. Gli diede un biglietto di prima fila, proprio sotto al palco. Ci restò male quando l'energumeno alla porta lo strappò in due ma non osò protestare viste le dimensioni del tipo. Aspettò, annoiato l'inizio dello spettacolo mentre intorno a lui la cortina di fumo si faceva sempre più fitta.

Spengono i grossi fanali a gas, suona un campanellino, una luce illumina il sipario chiuso e una voce fuori campo: <<Signori, buona sera, ad aprire il nostro spettacolo è la divina Margot, di ritorno dal suo viaggio a Parigi… ( rullo di tamburo) signori ecco a voi Margot!>> Si apre il sipario e le luci si accendono tutte in una volta, la bella sciantosa, appoggiata ad uno sgabello, una gamba nuda manda in visibilio il pubblico. Canta una canzone maliziosa e piena di doppi sensi e Carmelo pensa che ogni parola sia rivolta a lui personalmente. Lei è la donna dei suoi sogni, colei alla quale aveva dedicato i suoi piaceri solitari e ora è lì a portata di mano.

A fine spettacolo chiese a un cameriere se fosse possibile incontrare la bella cantante e il cameriere, nonché ruffiano di professione, fu ben felice di accompagnarlo nel camerino. Margot non era così bella come lui la vedeva, sui trentacinque, leggermente appesantita da uno strato di cellulite, aveva perso la freschezza della gioventù e solo un ingenuo come Carmelo poteva trovarla affascinante. Dal canto suo, lei non ricordava quanti anni fossero passati dall'ultima volta in cui un giovane così pulito e fresco non le era passato davanti. Accettò di seguirlo nella sua camera e fu stupita dalla richiesta del giovane: <<Vorrei che indossassi queste, voglio vedere come stanno addosso ad una donna vera>>.

<<Per indossarle devo prima spogliarmi>>.

Cominciò a togliersi ogni indumento con studiata lentezza senza staccare gli occhi dai suoi, Carmelo eccitatissimo non aveva la forza di dire nulla, non voleva interrompere il momento magico. Quando anche l'ultimo brandello di stoffa raggiunse gli altri sul pavimento, Margot restò per un lungo istante immobile davanti a lui ormai al limite di ogni resistenza. Con esasperante lentezza indossò le coulotte rosa, si girò e fece alcuni passi ancheggiando provocante, tornò verso di lui e prese a spogliarlo ad accarezzarlo con mano sapiente fino a fargli raggiungere un orgasmo indimenticabile.

Quella fu la prima di molte notti durante le quali Margot gli insegnò tutto il meglio di ciò che sapeva, e non era poco. Aveva trovato un terreno vergine ed era stato facile plasmarlo a suo piacere ricevendo in cambio un amore incondizionato. Per lui ogni cosa era nuova, inimmaginabile e le vette del piacere sconosciute, per lei un'esperienza nuova con un ragazzo vergine di corpo e di cuore. Vissero così per qualche mese finchè esausti e felici decisero di comune accordo di lasciarsi. Non potevano andare avanti così, sarebbe stata autodistruzione.

Carmelo era cresciuto, finalmente poteva lasciarsi alle spalle tutti i pregiudizi e vivere una vita serena, sicuro di sè, senza paure. Quando vedeva un bucato steso, sorrideva fra sè e ripensava alla dolce Margot, la sua maestra di vita. L'avrebbe amata per sempre e tenuta nel suo cuore.

 

Tutti i racconti

0
0
1

La madre di Sara

24 April 2024

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
0

Vi racconto Ludwig Van Beethoven seconda parte

Il Titano della musica

24 April 2024

Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
0

haiku

24 April 2024

quel picco bianco di mite maggio spicca - resta la neve Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

0
2
13

Vi racconto Ludwig Van Beethoven prima parte

Il Titano della musica

23 April 2024

Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: C'è una seconda parte? La aspetto, allora.

  • Patapump: può essere utile Gennarino che segni cosi
    parte 1di3
    1di2
    in [...]

1
3
18

Tu quoque

23 April 2024

“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Patapump: non ho piante d appartamento
    ma sono fiero del mio melo "Carmelo"
    anche [...]

  • stapelia: Rubrus. Grazie di passaggio e commento. Ti ho incuriosito? Poi appassito, il [...]

2
6
20

Il narratore

22 April 2024

Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Oh, se ho qualcosa da dire, e il tempo per dirla, la dico. Se non capisco, [...]

  • NomadLantern: Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]

0
6
22

Un Tram Chiamato Desiderio

22 April 2024

UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Rubrus: Personalmente, non trovo che il termine "droghe" sia fuori contesto: [...]

  • Antonellina: Ciao Rubrus, il racconto mi è venuto così.
    La mia prosa non [...]

1
2
17

morte di un amico

22 April 2024

Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • stapelia: Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]

  • Patapump: caro Lorenzo
    qui hai toccato le corde giuste
    hai saputo raccontare [...]

31
42
196

L'ultimo ballo

21 April 2024

«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
7
20

Lettera fantasiosa da chi è stato tuo e tiene a te

Seguito della mia precedente poesia “La farfalla e l’elefante”

21 April 2024

Lettera fantasiosa da chi è stato tuo e tiene a te Ci siamo trovati in una vita precedente siamo stati bene assieme. Così tanto bene che lei mi ha riconosciuto e vorrebbe ricongiungersi a me anche in questa vita così come nelle prossime fino al limite. Ma ogni vita dovrebbe [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • stapelia: La mia impressione è che sia molto personale e dedicata. La fantasia [...]

  • L’esilioDiRumba: Puramente fantasiosa, non credo nemmeno nella reincarnazione. Mi sono lasciato [...]

3
4
14

Sedoka - 3

21 April 2024

frangie di spume sul mare col grecale scontra quei faraglioni scalda la lana sotto grigiastre nubi le mani infreddolite Laura Lapietra ©

Tempo di lettura: 30 secondi

4
3
17

Altrove

21 April 2024

Il mondo non ha bisogno delle mie parole, io non ho bisogno delle parole del mondo, altrove è la realtà che non parla, selciato che si cammina scalzi, le finestre spalancate, i vetri rotti tra le rovine di una casa diruta, è bellezza che si spoglia del tetto, delle mura, degli orpelli, che non [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • stapelia: Ho letto e riletto il testo per capirlo nel profondo. Non ha importanza quello [...]

  • Rosnik: Diciamo sempre addio a qualcosa ogni giorno che passa, spero che la scrittura [...]

Torna su