Ricordo che era l’anno bifronte, il 2002. Saranno state le dieci di sera, quel sabato, al ristorante. Doveva essere in corso una partita d’importanza secondaria, poiché il locale era sì pieno, ma non stracolmo come quando giocava la Juve, squadra supremamente amata dalla maggioranza dei clienti.
Io ero alla cassa, posta strategicamente davanti all'ingresso e sulla via di passaggio per accedere alla magnifica Sala Biliardo, e alla assai meno grandiosa Sala Carambole. Di fronte a me alcuni clienti avevano appena iniziato a contare gli euro per pagare il loro conto, operazione veramente laboriosa a quei tempi, quando quel nuovo tipo di valuta mandava in crisi i tre quarti degli Italiani. Nell'attesa, volgevo lo sguardo vigile all'intorno.
Fu così che, guardando fuori attraverso le vetrine, mi accorsi dell'arrivo di alcuni clienti. Per prima vidi una magnifica donna, attraente e ben vestita. Camminava lentamente mentre era impegnata a parlare al telefono. Dall’altra parte, giungeva una coppia mal assortita. Uno, del tutto normale. L'altro, invece, si presentava come persona non gradita, fin da una fugace e periferica osservazione: vestiva in modo trasandato, con un cappello da baseball girato al contrario, e un muso che dichiarava di recenti ed eccessive libagioni, confermate peraltro da un'andatura oscillante, guidata da un passo malfermo.
Non feci in tempo a bloccare loro il passo, poiché sarei dovuto uscire dal bancone e, nel frattempo, una vivace moretta mi piazzava davanti il frutto dei suoi complicati conteggi, attendendo che io le rivolgessi il mio famoso sorriso, e lo scontrino che la abilitava a lasciare il locale. Purtroppo, lei non vide mai il mio sorriso, che solitamente non fatico a sfoderare, poiché una patina di preoccupazione mi aveva ricoperto il volto, in conseguenza dell'ingresso rumoroso e sgradito dei due “drughi”.
La donna intanto si era accomodata in un angolo appartato e mio fratello si affrettò a servirla, con palese ammirazione, mentre a me non restava che tenere a bada gli altri due.
Il normotipo, con fare mediamente cortese, mi chiese dove fossero i servizi, e io, pensando a quanto i nostri clienti della cosiddetta “sala elegante” (quella in cui normalmente i tifosi più esagitati non avevano accesso) avrebbero gradito la vista dell'amico instabile, gli indicai il bagno dietro al megaschermo; avrei così tenuto nelle vicinanze il balordo, che a un più attento esame appariva ancora peggiore di prima, e degno di controllo attento e continuativo. Questi, si appoggiò inelegantemente al muretto rivestito di legno che separa l'atrio dalla saletta del megaschermo, e iniziò a volgere all'intorno uno sguardo vacuo, ma oltremodo sgradevole. Data la mia lunga esperienza, mi aspettavo grane, ma la rapidità con cui costui riuscì a trovare un soggetto degno delle sue attenzioni fu superiore alle mie attese.
Il caso volle che, a circa cinque metri da lui, seduto sul primo sgabello del bancone ci fosse uno dei nostri clienti più “fumantini”, Alfredo, un piantagrane di primissima scelta. Dopo pochi secondi i loro sguardi si incontrarono, scintillanti.
Non di passione, come si può immaginare, né d’intelligenza, come si può capire dal dialogo che riporto fedelmente, non avendo avuto alcuna difficoltà a memorizzarlo:
-        C..zo guardi?
-        C..zi miei!
-        Che c..zo vuoi?
-        Pensa ai c..zi tuoi!
Pronunciati a voce sempre più alta, e a distanza sempre più ridotta.
Al termine di questo brillante dialogo, i due erano ormai naso a naso, occhi negli occhi. A questo punto, sia io sia mio fratello, attento quanto me a queste situazioni, ci eravamo posti accanto ai due contendenti. Non senza difficoltà li dividemmo, ammonendo in particolare il nostro abituale (purtroppo) cliente a non accettare provocazioni, almeno all'interno del locale.
Nel frattempo l'amico era ritornato dal bagno, e i due se ne andarono, riportando il locale alla normale temperie, e noi dipendenti alle mansioni usate. La dolce signora aveva terminato la telefonata e, forse, nemmeno si era accorta di quanto era accaduto dall’altra parte del bancone.Mi voltai e le sorrisi, attratto dal suo fascino, pregandola di perdonare l’increscioso incidente.Affermò di non avere assistito alla scena, distratta dalla telefonata, anche per la sua posizione appartata. Lo disse in modo talmente suadente che restai fermo incantato a guardarla, sorridendole. Iniziammo a dialogare. Oltre che bella era culturalmente preparata, per cui fu molto piacevole per me, gran parlatore, soffermarmi con lei.
Sembrava tutto finito. Mi stavo proprio godendo quegli attimi di evasione quando, mio malgrado, dopo pochi minuti fui costretto a lasciare la signora e tornare ad affrontare il bieco individuo.
Era tornato, con in mano una bottiglia di “Ceres”, spezzata, e il vetro tagliente era ora una lama di 15 centimetri. Rapidamente si parò di fronte al cliente, che sbiancò. Mise la mano con la bottiglia rotta dietro la schiena, mentre poggiava la sua fronte contro quella di Alfredo, e glirivolgeva, ammiccante, queste parole:
-        Ti piace la birra?
Alfredo, per quanto possibile, impallidì ulteriormente.
Anche se impegnato con la cliente, avevo colto con preoccupazione tutta la scena. Mi posi cautamente dietro di lui, incerto sul da farsi, (temevo, intervenendo, che qualcuno potesse ferirsi), ma mi accorsi che le dita che stringevano la bottiglia non erano ben chiuse, intorno al suo collo. Toccai così la bottiglia, delicatamente con l'indice, che cadde a terra rompendosi. Presi per il bavero il balordo, cercando di non richiamare troppo l'attenzione della clientela, che per lo più non si era accorta di nulla, a parte la signora, che mi fissava, attonita. Dissi al tipo che quello che aveva fatto era idiota e pericoloso. Che entrare in un locale pubblico con un pezzo di vetro tagliente era un’azione passibile di denuncia. Non potei, però, finire la ramanzina: questi estrasse dal giubbotto un'altra bottiglia (integra, seppur vuota), gridando:
-        Tanto ne ho un'altra!
 Troppo stupido! A quel punto mi arrabbiai veramente e gli afferrai il braccio, strappandogli la bottiglia, e torcendoglielo dietro la schiena, cominciando a spingerlo verso l'uscita. Mio fratello, che aveva intuito i miei intenti, cercò di precederci per aprire le porte all'ingresso del locale ma, suo malgrado, non fece in tempo, per cui il simpatico personaggio le aprì entrambe vigorosamente con la sua testa. Una volta fuori lo scrollai sbattendolo a terra, e scuotendolo con energia, gridandogli potenti minacce, affinché non si facesse mai più vedere nel locale. Da allora, infatti, non comparve più, con grande soddisfazione di mio fratello e mia. Personaggi così erano oltremodo pericolosi e senz’altro dannosi per il nostro locale.
La signora, invece, fu molto gentile e mi gratificò con uno splendido sorriso. Disse che ammirava la mia capacità d’intervento in una situazione così scabrosa. Mi invitò a sederle accanto e così parlammo ancora per molto tempo, fino all’avvicinarsi dell’orario di chiusura. Ci salutammo come vecchi amici, e la invitai con enfasi a tornare.
Ammetto che quella notte la pensai, solo nel mio appartamento, fantasticando su di una nostra tenera amicizia. Ero rimasto colpito dalla sua bellezza e intelligenza, e dal feeling che si era instaurato tra noi. Mi addormentai sperando di poterla rivedere presto. Infatti, tornò già il giorno dopo e riuscimmo, parlando molto, a consolidare il nostro rapporto. Fu così che per diversi giorni, all’approssimarsi dell’orario del suo possibile arrivo, iniziai a essere sempre molto nervoso, per poi calmarmi nello stesso istante in cui entrava nel locale, illuminando la mia solitaria esistenza.
Per alcuni mesi ci incontrammo anche dopo l’orario di lavoro, con sempre maggiore frequenza, così la nostra amicizia si animò con le effusioni d’amore che avevo sopito per tanti anni.
La sposai, infine. Alfredo ci fece un bellissimo regalo di nozze.
E ancora oggi ricordiamo con un piacevole brivido l’avventura che fu concausa della nostra tenera unione.

Tutti i racconti

4
4
11

Vi racconto in breve la storia del Principe di Sansevero (1/2)

Il Principe di Sansevero: Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza

09 November 2025

Nel cuore della mia amata di Napoli, la città più affascinante e misteriosa del mondo, in piazza San Domenico Maggiore, si erge un palazzo che, più di ogni altro, racchiude i segreti e le meraviglie di un'epoca: il Palazzo di Sansevero. Qui visse Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero, un [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
4
17

Quando Splinder chiuse...

Cronache dal paradiso dei CMS vintage, con glitter e malinconia

Miu
09 November 2025

Quando annunciarono che Splinder sarebbe morto il 31 gennaio 2012, la blogosfera reagì come una zia davanti alla chiusura del suo parrucchiere di fiducia: “Ma no dai, sarà una pausa estiva.” “Impossibile,” dicevano i superstiti del blogroll, mentre aggiornavano il contatore visite che segnava 12, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • An Old Luca: Da novizio della scrittura (unico aspetto in cui non sono più che maturo [...]

  • Dax: Non so cosa sia Splinder, mai avuto un blog: non saprei cosa scriverci su neva [...]

3
4
20

Il dono della vita

08 November 2025

I Non penna o man convien per farne canto, ché basta il vol di rondinella lieve, che in marzo reca un segno dolce e santo. Tra gronde e tetti fa sua stanza breve, cercando nido in ferro e pietra dura, e al cor rivela un lume che solieve. Così la vita, dono che ci assicura, pur ne’ dolor si mostra [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Bernardo Panzeca: Grazie di cuore ❤ a tutti quanti

  • Ondine: Cerchiamo sempre la nostra anima poetica; triste o gaudente realistica o onirica, [...]

3
8
20

L'Altro 2/2

08 November 2025

La natura è la mia stessa carne, il mio sogno e la mia realtà. Le colline sono i fianchi di una dea, i venti il respiro caldo che scuote i pensieri. Le donne che ho conosciuto non erano diverse dai fiori dei campi: quasi sfrontate nella loro bellezza, offerte al sole come pesche mature, sature [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Andrea Monaci: più che un suicidio si tratta di un andare e diventare parte dell universo [...]

  • Rubrus: In effetti, la prima parte è chiara, addirittura è presente ed [...]

0
0
15

Il ritorno

08 November 2025

Agata, dopo tanto, ritornava. Percorse il vialetto alla cieca, quel luogo le scatenava ansia. Aprendo, lo stridore del cancello le risuonò familiare. Sul ballatoio, il portone massiccio era completamente aperto, niente sembrava variato. Dentro, la luce del finestrone, travolgente come i ricordi, [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

5
2
28

Senza confini 4/4

07 November 2025

"Potrebbe essere" rispose Marco non sapendo dove Elena volesse arrivare, ma fidandosi. "Quindi? Dimmi cosa dovrei fare?" "Forse... è un'idea che ho... io non scrivo... però... dai, vieni con me!" disse Elena prendendolo per mano. Marco la seguiva con fiducia dubbiosa. Uscirono nel mercato, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
6
26

L'Altro 1/2

07 November 2025

All’alba, quando la Senna dorme ancora sotto un velo di nebbia leggera, scendo piano verso la riva. La barca mi attende, inclinata sulla riva del fiume come un animale spiaggiato. A volte penso che la mia anima assomigli a questa barca: fragile, irrequieta e arenata allo stesso modo. Così sono. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Benvenuto su LDM.

  • Dax: Bello. Sarebbe una fortuna avere sensazioni così intense abbracciando [...]

7
20
115

Nel campo

Racconto a proposito di un quadro.

06 November 2025

«Qui.» Lo disse in un modo che poteva significare solo una cosa: “Fermati!” E io mi fermai. Scesi dall’auto, chiusi la portiera, mi accesi una sigaretta e mi appoggiai al cofano caldo. Era piacevole, nell’aria fresca della sera d’ottobre. Tirai una boccata. Allo stesso tempo, Claudia era scesa [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • BrunoTraven: Rubrus ho fatti un disegno ispiratomi da questo tuo racconto peccato non poterlo [...]

  • BrunoTraven: Se qualcuno interessa il mio disegno ispirato dal racconto eccolo:
    https://www.instagram.com/reel/DQwS_jPDW3T/?igsh=bThqbWV3NnQ0bWQ0

3
2
17

Senza confini 3/4

06 November 2025

Lui la guardò con curiosità divertita, era compiaciuto da quella affermazione, ma allo stesso tempo era preoccupato perché non riusciva a capire le intenzioni di Elena: "Cosa vorresti dire? Vuoi che venga a vivere qui con te? Magari dividiamo le spese… per la corrente… l'acqua… l'affitto… i mobili…" [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
3
27

Senza confini 2/4

05 November 2025

Certo, il ragazzo si accorse di lei, e come non avrebbe potuto farlo : unica ragazza bionda in mezzo a una piazza di marocchini. Il biondo dei suoi capelli risaltava come una moneta d'oro su un panno nero. Smisero di ballare. Si ritrovarono ad ordinare contemporaneamente un bicchiere di Mahia, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Dax: povero Marcus....lei ha cambiato un Marcus con un Marco, non ha fatto fatica😂😂😂

  • Paolo Romano: @Dax: non so perchè ma, mi è venuto cosi.... e così ho [...]

4
3
71

Yoni e Lingam

05 November 2025

Le luci dei locali del quartiere e le ombre dei passanti vorticavano sull'asfalto. Entrati nell'alcova ci spogliammo in un lento rito. Tra i tappeti rossi e il materasso blu la sua yoni spumeggiante accolse il mio lingam fremente.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • AriannaL: Il microracconto profuma di Tantrismo della Mano Sinistra: l'intreccio [...]

  • Dax: Carino. Like

3
2
38

Senza confini 1/4

04 November 2025

"Dovrei tornare." pensò, mentre armeggiava con la sua macchina fotografica. Era ancora un'analogica, e col tempo aveva imparato a conoscerla, a comprenderla, quasi a darle un'anima. Credeva che questa intesa segreta le permettesse di scattare le fotografie che l'avevano fatta vivere fino a quel [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

Torna su