Luigi e Marta stavano guardando uno dei film natalizi che la televisione ripropone ogni anno con l’avvicinarsi delle feste. Pellicole vecchie di decenni che esaltano lo spirito natalizio.

I bambini erano da soli nella loro camera a istupidirsi vicino ai video giochi e al computer, per provare qualche emozione diversa. La famiglia di Luigi e Marta era una come tante nella città di Milano, benestante, capace di poter soddisfare le proprie necessità. Come ogni anno erano tranquilli che, a Natale, la loro settimana bianca nessuno gliela avrebbe tolta, una volta fatto l’albero e messo qualche regalo sotto per fare scenografia, sarebbero partiti verso Cortina per trascorrere le feste nel solito albergo, circondati da camerieri stanchi e stufi di dover servire quei clienti abbrutiti dalla fatica, per aver chiesto al proprio corpo uno sforzo enorme dopo un intero anno passato a far niente, seduti alla scrivania di un ufficio. I bambini dopo il primo giorno di slittino, perdevano subito il falso entusiasmo per quel genere di sport che li faceva stancare e ritornavano al loro passatempo preferito, un videogioco o passare le ore al cellulare per parlare con gli amici rimasti a casa, poveretti, con la famiglia a preparare dolci e magari anche un piccolo presepe con i nonni.

I figli della coppia, purtroppo per loro, non avevano nonni. Era rimasta soltanto, la madre di Luigi, ma era ricoverata in una casa di cura con una malattia che la faceva tremare tutta. I bambini, quando andavano a trovarla erano intimoriti dal quel tremore continuo e non vedevano l’ora di scappar via.

- Allora tesoro – stava dicendo Marta al marito, quest’anno che si fa, andiamo a Cortina come sempre?Ho promesso ai Brambilla che ci saremmo rivisti al per il ponte dell’Immacolata, hai prenotato, vero? Non vorrei trovarmi fuori proprio quest’anno che ho rinnovato tutto il guardaroba. I bambini sono cresciuti e ho dovuto comprare tutto anche a loro, specie la Jole che sta crescendo a vista d’occhio, sai comincia a vedersi qualche piccola curva, sono sicura che quest’anno farà faville, avrà molti ragazzini dietro di lei.

- Calmati Marta per favore, stai zitta un momento, è ancora presto. Abbiamo tutto il tempo di pensarci.

- Scusa, - replicò lei risentita - cosa c’è da pensare, si va come sempre, cosa vorresti fare, restare qui a Milano noi quattro da soli, sai che divertimento! Tutti i nostri amici sono a Cortina e noi qui a fare la figura degli sfigati. Svegliati Gigi, non c’è niente da pensare.

- Marta ti prego a volte sei proprio esasperante, la vuoi finire! Ci sono problemi più importanti di dove passare il Natale. Lo sai che in azienda siamo in crisi nera, abbiamo dovuto mettere un altro blocco di lavoratori in cassa integrazione, per loro il Natale sarà tragico, altro che Cortina. Per fortuna fino ad oggi io mi sono salvato perché sono un dirigente, ma non tira una buon'aria nemmeno per noi. Perciò stai zitta un attimo e pensa invece di parlare a vuoto. Ho il presentimento che quest’anno non andremo da nessuna parte, che ti piaccia o no!

La moglie sbalordita dall’uscita del marito rimase ammutolita, vedeva sfumare tutti i programmi che aveva fatto nella sua mente, del resto non poteva nemmeno incolpare il marito per quanto stava succedendo. Rimuginò a lungo sulle parole dette da Gigi e alla fine si accucciò al fianco del marito stringendogli le mani.

- Scusa caro, hai ragione, sono una stupida. E' che, a volte, dimentico di essere una privilegiata e mi sembra che la vita sia a mia disposizione per fare quello che voglio.  La situazione che mi hai prospettato non è rosea e se dobbiamo rinunciare, lo faremo senza problemi. Mi dispiace solo per i ragazzi, che perderanno un’occasione di stare con i loro amici, passare il Natale in casa da soli, non sarà uno spasso, vedremo cosa possiamo inventarci per farli stare bene.

- Ecco, questa è la donna che mi piace, quella che preferisco, quando vuoi sai essere anche riflessiva e propositiva. Per i bambini non mi preoccuperei tanto, se hai notato, anche a Cortina, non si staccano mai da quei maledetti affari elettronici, soli sono qua e soli erano là, ormai parlano sempre meno, anche con noi, non li ho mai visti socializzare con nessuno, ognuno isolato dal mondo con quegli affari in mano. Dobbiamo creare qualcosa che possa tenerli impegnati e non dia loro il tempo nemmeno di accenderli. Stavo pensando, mentre tu fantasticavi, di chiedere un affido temporaneo per un paio di ragazzi della loro stessa età, in modo da dare loro una compagnia diversa dalla solita, e naturalmente non fornita di telefonini.

- Luigi caro, - rispose la moglie con voce melliflua – ti rendi conto di cosa stai dicendo, due sconosciuti in casa nostra, due probabili ragazzi disadattati che ci rovineranno il Natale, romperanno tutto e daranno un cattivo esempio ai nostri ragazzi. Non sono d’accordo, questa degli affidi temporanei è una brutta cosa, anche per i ragazzi che dovranno venire, vedranno il benessere di una famiglia che piacerà certamente, poi tornati nel loro Istituto soffriranno ancora di più, per una vita che non hanno mai avuto e che dopo averla vista e vissuta, non avranno più. No, non sono d’accordo, è una cosa ingiusta e crudele.

Luigi restò perplesso, elaborò il discorso della moglie e convenne che c'era una parte di logica nelle sue parole. Che fare allora?

Il film che stavano vedendo era alla fine e, come da copione, tutto finiva in una grande tavolata per il pranzo di Natale. La vista di quella tavola imbandita fece venire in mente a Luigi una nuova idea. Prima di parlarne alla moglie però voleva informarsi bene se era attuabile, inutile creare illusioni se poi non si potevano realizzare. Finirono di vedere il film, poi andarono a letto.

Il giorno successivo, in ufficio, Luigi passò mezza giornata al telefono contattando tutte le case di riposo, a partire da quella dov’era la madre. Alla fine ottenne un appuntamento in un ospizio in una località al confine con la Svizzera.

Il sabato mattina successivo, imbarcò la famiglia al completo e partì verso il confine Svizzero. La sera prima aveva parlato con la moglie e concordato il da farsi. Arrivò dritto al cancello e davanti a loro si presentò un magnifico giardino ben curato, con anziani che passeggiavano, chi leggeva il giornale sulla panchina, chi un libro. Alcune signore sferruzzavano chiacchierando. L’atmosfera era deliziosa. I ragazzi come il solito scesero dalla macchina, ma, scarsamente interessati, subito andarono sedersi sul bordo di un’aiuola con i rispettivi telefonini a inviare messaggi.

Luigi, seguito dalla moglie, invece, arrivò all’ingresso e chiese di parlare con la direttrice.

- Buongiorno signora. – fece Luigi con un leggero inchino e tendendo la mano verso l’austera donna che era venuto ad accoglierlo- Ci siamo sentiti al telefono per quel problema, siamo arrivati, questa è mia moglie e i ragazzi sono là che aspettano.

- Buongiorno a lei, dottore. Ho provveduto a segnalare la vostra richiesta a tutti gli ospiti, devo dire che hanno risposto in molti, naturalmente ho dovuto sceglierne solo due, una coppia rimasta completamente sola. I due sono disposti a venire con lei per tutto il periodo natalizio. Non hanno nessun legame, sono liberi e in discreta salute. Ovvio che lei si assume tutte le responsabilità inerenti le loro persone, ne risponderà civilmente e penalmente, qualsiasi cosa accada sarà ritenuto responsabile. Se vuole venire a firmare le carte di rilascio, dopo li farò venire qui così potrete andare via subito, senza dare troppo nell’occhio, non voglio che gli altri miei ospiti abbiano a vedere scene che possono disturbare il loro equilibrio.

Dopo dieci minuti, Marta, ormai rassegnata alla stravagante idea del marito, lo vide arrivare sottobraccio a due persone anziane. Lei era bassina, ancora in discreta forma, con i capelli corti e gli occhi azzurri, anche se un po’ sbiaditi e tristi. Lui cercava di darsi un contegno e camminava impettito come se stesse andando a sposarsi, aveva un sorriso dolce e occhi scuri. Il viso provato da anni di lavoro al sole, dava l’impressione di avere la pelle dura come il cuoio.

Dopo le presentazioni di rito, tutti si misero in macchina e arrivarono a casa. Ci fu un po’ di via vai per scaricare le valige, piccole, consunte e con dentro le poche cose che erano riusciti a conservare. I ragazzi per un po’ lasciarono i loro giochi, impegnati a dare una mano per accompagnare i vecchietti nella loro camera.

Da quel momento per una sorta d'imbarazzo e per pura curiosità, i ragazzi cominciarono a stare più tempo vicino ai due nonni adottivi. Non avevano mai avuto questo tipo di esperienza ed ascoltare le storie che il vecchio Mario raccontava, li affascinava. La Jole si era attaccata alla signora Adelina che con molta pazienza le spiegava le vicissitudini della sua vita, di quello che poteva essere e non era stato. Adelina dava una mano anche a Marta in cucina insegnandole ricette d'antiche tradizioni. Mario seguiva con interesse le spiegazioni che il figlio maschio gli dava sui congegni moderni.

- Allora Mario, hai capito come si fa per telefonare e fare una foto? E' semplice basta sfiorare qui sullo schermo e lui fa tutto.

- Caro figliolo, sei molto caro nel volermi spiegare, credi che questa cosa possa avere un seguito per me? Io sono anziano e, anche se imparo, non saprei poi cosa farci, non ho amici, nessuno mi chiamerà mai, è qualcosa di inutile, se posso dirlo, tu perdi troppo del tuo tempo per fare cose che non ti sono utili nella vita. Perché invece di parlarvi da lontano, voi giovani non v’incontrate e parlate guardandovi negli occhi? Lì si vede la verità e la vera amicizia. Andate a fare una partita di pallone, sudate un poco, siete tutti grassottelli come dei maialini, da grandi avrete tanti problemi di salute e forse i vostri figli, se sarete malati, vi rinchiuderanno in qualche posto, dimenticandosi di voi, come è successo a me e mia moglie.

 

I giorni passarono veloci e si arrivò al pranzo di Natale, i due anziani avevano le lacrime agli occhi per trovarsi, ancora una volta, seduti a tavola con una famiglia al completo. A loro poco importava se non erano figli propri, importante era ricevere il calore e l’affetto di persone gentili.

Il Natale trascorse in un’atmosfera di serenità e di pace per tutti, soprattutto per Marta. Dimenticò Cortina e le squallide serate a giocare a burraco ad un tavolo dell’albergo con finti amici, impegnati in discussioni senza senso. Ritrovò il sapore della buona tavola, infatti, molte delle pietanze erano state cucinate da Adelina. I ragazzi spensero i telefonini, per tutto il pranzo e anche dopo, quando giocarono a tombola e quando ci fu l’apertura dei regali. Non trovarono cose costose e tecnologiche, ma oggetti che realizzavano piccoli desideri e spesso furono oggetto di scherzo e di divertimento. Mario ebbe una pipa d'ottima fattura e fu felice di provarla subito, anche se la moglie Adelina lo fulminava con gli occhi. Lei, invece, trovò nel suo pacco, un libro con pagine bianche dove Marta, chiese di trascrivere le sue ricette, testimonianze che non dovevano andare perdute.

Il resto dei giorni che i vecchi trascorsero in casa furono felici.

Ci fu anche il tempo di andare a fare una visita alla mamma di Luigi, quel giorno era serena e i tre anziani ricordarono insieme i giorni andati. Quando tornarono a casa, i nonni si addormentarono in macchina.

 

 

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