Con la coda dell'occhio vedo una macchia nera sul muro, mi giro e metto a fuoco: un ragno. Non uno dei soliti ragnetti che di tanto in tanto vengono a farmi visita, questo è un animale di tutto rispetto. Cinque centimetri per quattro. Sta riposando sul muro della scala che da sul cortile, indeciso sulla direzione da prendere. Prova verso destra, ci ripensa e si ferma, ok vado a sinistra ma nemmeno quella è la direzione giusta. Ancora un attimo di indecisione e decide di andare avanti dritto e inizia la salita verso l'angolo in alto. Non voglio disturbare la sua passeggiata e resto ferma, incantata a guardarlo. Chissà a che categoria appartiene, troppo piccolo per essere una vedova nera, troppo grosso per una tarantola, ma è bellissimo. Sono affascinata da queste creature misteriose, starei ore a guardare mentre tessono la tela con precisione millimetrica, e abilità di ricamatrice. Cominciano fissando due fili incrociati e da lì parte la costruzione di un'opera ingegneristica di alta precisione. I fili diventano otto e tra un filo e l'altro il ricamo perfetto. Non un raggio fuori posto. L'ottagono gira su se stesso fino alle dimensioni volute dal costruttore. L'ultimo giro, il più grande, e il ragno è stanco perciò si ferma e si riposa e aspetta che qualche preda cada nella sua trappola. In natura ci sono misteri che noi umani non possiamo capire e quello dei ragni è forse il più intrigante.

Ecco, mi sono distratta e il mio ragnone è sparito. Si sarà nascosto sopra la cornice di marmo della porta, anche se è spessa solo due centimetri per lui è sufficiente. Spero che l'uomo che viene a lavare le scale non lo trovi. Sono sicura che non lo troverà perché non va mai più in alto dello zoccolo della scala e a volte nemmeno su quello.

Il ragno è salvo.

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Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

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Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

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