Utilizziamo i cookie strettamente necessari per il funzionamento del nostro sito.
Opzionalmente si possono abilitare i cookie usati da Google per offrire annunci pubblicitari personalizzati.
Per informazioni più dettagliate sui cookie che utilizziamo, e per cambiare in futuro la tua scelta, puoi consultare la nostra pagina Privacy
I cookie strettamente necessari abilitano le funzionalità principali del nostro sito web e
consentono statistiche anonime. È possibile
disabilitarli solo modificando le impostazioni del browser, ma ciò potrebbe influire sul corretto funzionamento
del sito stesso.
Imposta cookie di terze parti per ricevere una pubblicità
mirata ai tuoi interessi. Se questa impostazione è spenta, riceverai pubblicità generica.
Abbiamo bisogno di un punto fermo. Di qualcuno che ci aspetti a casa. Ma nello stesso tempo, abbiamo bisogno di esplorare il mondo. Di assaggiare tutto e tutti. Di corteggiare e di essere corteggiati. Di giocare e di far l'amore. Per poi, però, tornare a casa. Dal punto fermo. Che nonostante tutto, c'è. Ci soffoca con la sua gelosia. Ci fa implodere. Ma c'è. Tanto noi quando ci allontaniamo da quel punto fermo, sogniamo di volare, di arzigogolare pensieri ma, in fondo, non facciamo molto. O meglio, non facciamo nulla. Ci manca la libertà di essere quel che vorremmo perchè le nostre radici sono andate via nel tempo, lasciandoci quella "libertà" fittizia che crediamo sia tutto il possibile. Invece non è nulla. E' la nostra prigione. Ci affligge ma non evadiamo. Accettiamo tutto per quel poco di calore che crediamo ci dia quella prigione. Crediamo sia amore e invece è rabbia ancora inesplosa. Non sfogata. O almeno non del tutto. Ma nel silenzio dei nostri sonni. Quando nessuno ci vede o ci può sentire, neanche noi stessi ... è lì che diamo sfogo alle nostre lacrime. E' allora che viene fuori quel bambino che non ci hanno mai concesso di essere. E' allora che ci liberiamo di quella maschera che si trasforma ogni giorno in altro e in altro ancora. Siamo in bilico. Sempre in bilico tra quello che vorremmo e che saremmo e quello che vogliamo e che crediamo essere. Uno specchio riflette di noi un volto sorridente. Eppure è disperato. Aggredisce chi "vorrebbe amarci". Per non sentirci inferiori, quel punto fermo lo trattiamo con disprezzo pur dicendo "ti amo". Ma quel nostro "ti amo" è quasi un "no, vorrei amarti ma non sei tu quel che voglio". Tu sei il mio punto fermo ma non amo te. Di te amo quello di cui ho bisogno. La stabilità che mi hanno negato e l'abbraccio ormai violato da troppo tempo. In una scatola di ricordi ho abbandonato anche me. Come stracci rattoppati sono là, ed io ancora sopprimo le mie emozioni. Voglio te, dico al mondo anche se non riesco ad amare. Mi servo del mondo. Uso il mondo, e ne sono anche fiero. Orgoglioso. Sono superiore a tutti, dice il mio ego ma io lo so che non sono niente. Sono piccolo. Incapace. Un'ignorante del cazzo, ma solo perchè non ho la forza di tirar fuori me stesso. La mia anima, la mia vera natura. Mi hanno fatto soffrire. E ora devono soffrire gli altri. Chi non mi vuole, scoprirà nel tempo che un giorno “mi vorrà ma allora non ci sarò più”. Io godrò allora, forse. O forse no. Perchè quel che mi confonde è proprio qui dentro. Nel basso ventre. Mi inquieta perchè non so in che direzione andare. Non riesco a trovare non quello di cui ho bisogno ma me stesso. Quel barlume di speranza che mi dia il coraggio. L'essenza per trasformare i miei sogni, i desideri in reali itinerari di vita. Lo so, ho sempre scritto altro solo per creare un mondo diverso che mi piacesse, in cui potessi intingere le mani e sentirmi, finalmente, a casa. Ora, invece, troppo spesso mi affianco a quella frase che non mi appartiene ma è lo stesso mia, “guardami. Guardami”. E in quello sguardo non vedrai me ma quello che io possiedo. Quello che mi fa sentire appagato. Non realizzato ma presente. Se la vita mi abbandonasse, ora, forse sarebbe un sogno disilluso. O forse un sogno realizzato. Ma non ho paura di questo. Ho paura di tornare ad essere il bambino negato o annegato nell'egoismo altrui. Voglio nuotare ma non lo so fare. E so dov'è la mano che mi potrebbe salvare ma non voglio afferrarla. Ho paura. Ho paura. Ho paura. Ho paura, di essere, esattamente, quello che sono.
Piccola stella, 16 April 2024
CUORE DI DONNA
Tempo di lettura: 30 secondi
Nell'officina del cuore ho percorso sentieri incerti e tortuosi, scalato picchi annevati di sangue, disceso valli assetate di tempeste d'amore. Ho visto grande bellezza in un lago di lacrime, [...]
La spettatrice, 18 April 2024
Guscio
Tempo di lettura: 30 secondi
Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino [...]
Lawrence Dryvalley, 15 April 2024
Fiaba
Tempo di lettura: 1 minuto
Secoli fa, nei recessi della Foresta Nera, fu evocato un aiuto demoniaco per osteggiare un’orda di famelici troll. Dämon li sterminò tutti, mettendo fine di fatto alla loro specie. Sopravvivono nel [...]
Rubrus, 11 April 2024
Il soverchio
Tempo di lettura: 30 secondi
Creava violini. Non li fabbricava perché – diceva – la forma era già dentro gli alberi e bastava tirarla fuori dal legno. Smussando, limando, lisciando, piallando. Togliendo il soverchio, come altri [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
Per utilizzare questa funzione è necessario effettuare il login. Accedi oppure
registrati per avere la password
Occhi curiosi tra arabeschi di rughe. Il futuro a ritroso. I passi più lenti. Mani nude deformi in spirali di attese. Una valigia mi ha portato lontano.
Lettere Quella mattina non lanciò il giornale Semplicemente bussò Un gesto ed un rumore che non mi capitava di vedere e sentire da molto tempo Infilandomi la camicia da notte usci sotto la veranda Mi accorsi subito del suo sguardo eloquente e carico di incredulità Come volesse dirmi mille [...]
La storia riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni Sessanta. Un donna entra in lacrime nel pronto soccorso di un ospedale torinese. Ha le braccia graffiate e i polsi chiazzati di blu, conseguenza di una stretta di mani nervose. Ai medici confida: «Mio cognato ha tentato di violentarmi, [...]
Attenzione: Questo racconto di tali mondi è fiabesco e i suoi personaggi antropomorfizzati. Nella fattispecie viene immaginato un mondo ultraterreno dove i suoi abitati possono procreare a prescindere dal proprio genere di appartenenza. Buona lettura. Incipit: C’è una coppia di diavolesse dell’inferno [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Rubrus:"Tecnicamente" essendo angeli, benchè caduti, i diavoli dovrebbero [...]
stapelia:Di tutta la storia, in particolare, non mi convince il rovesciamento, cioè [...]
«Con queste fai prima» disse buttandomi le chiavi. «Ti ho visto» aggiunse a mo’ di spiegazione mentre le impugnavo. Non dubitai neppure per un secondo che dicesse la verità, poi aprii il cassetto. Gli occhiali a raggi X erano là dentro e non erano neppure identici a quelli che indossava. Si capiva [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
An Old Luca:La mia curiosità di ieri è stata travolta dalla piega del racconto [...]
Walter Fest:Sei Rubrus e sei fatto così, nella prima parte pensavo ai famosi occhiali [...]
Nell’antitesi dualistica di B. gioia e dolori, gli elementi dell’antitesi stessa, sono talmente equilibrati da costituire un'altra notevole caratteristica del suo genio. La grazia, la forza. Il sorriso; la danza; il pianto; non appaiono mai isolati, ma si richiamano a vicenda, si intrecciano e [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
stapelia:Molto solenne questa dimostrazione di stima. Traspare dal testo la musica e [...]
Gennarino:Stapelia geazie infinie. Mi hai commosso. Un caro saluto daòòa [...]
Dopo le ferie di Natale Patrizio aveva dato di matto. Era venuto in ufficio urlando che era un regalo del cavolo, che l’anonimo donante era un vigliacco e che la faccenda non sarebbe finita lì. Sulla vigliaccheria dell’ignoto benefattore potevamo anche essere d’accordo, ma la reazione di Patrizio [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
An Old Luca:Rubrus hai ragone. Un cugino o l'amico di un amico...😁
Adribel:Aspetto la seconda parte ma mi viene un po' l'ansia a pensare che nei [...]
Nel 1815 il fratello Carlo muore lasciando un figlio, anch’esso di nome Carlo. B. si affezionò talmente al ragazzo che approfittando della scarsa moralità della madre ne contese la tutela che la ottenne dopo una estenuante azione giudiziaria. Ma questo nipote non gli procurò che dispiacere e non [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
stapelia:Per niente noioso, è un inno in parole. La conoscenza serve? Certamente. [...]
Ciao piccolo mio, siamo tornati adesso dall’ospedale dove ci hanno detto che il sesso del nascituro è maschile. Tu non puoi saperlo che padre avrai e che madre, mentre noi già sappiamo molto di te. Sarai un maschietto, che al momento gode ottima salute e che, da come si muove, sembra voler uscire [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Patapump:le aspettative erano davvero molte preso spunto da lettera ad un bambino, [...]
stapelia:Parlerò della stesura. Il contenuto è lontano dai miei gusti.Impeccabile [...]
Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Patapump:a me piace l inserimento dei girasoli che conoscendo un po Scili ha voluto [...]
Rubrus:Non sono un fanatico del taglio breve, ma, in questo caso specifico e benchè [...]
Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
Antonellina:Che bella Gennarino! La tua descrizione della figura di Beethoven è [...]
stapelia:Hai ritratto una figura non facile! Sul musicista si è detto e analizzato [...]