Non le piaceva come stava finendo la serata. Troppo facile, troppo fluida, non sapeva perchè ma c’era qualcosa nell’aria che non la convinceva. Senza pensarci due volte uscì in strada: la città era deserta a quell’ora della notte. No, lei non aveva paura, si sentiva una leonessa che cercava il suo teritorio perduto, qualcuno glielo aveva sottratto e lei non se ne era neppure accorta. 

Questo le ribolliva dentro come in una pentola a pressione. Ci mancava pure che si mettesse a fischiare.

Neppure lei sapeva cosa cercava, vagava sotto le luci riflesse dei lampioni e sapeva che il suo aspetto esteriore apparentemente composto, elegante, senza strafare non sarebbe apparso sospetto. Ma dentro, dentro aveva un fuoco che bruciava, aveva bisogno di camminare, di camminare, di camminare come se i suoi pensieri la spingessero sempre più avanti. 

 

Le strade deserte la sostenevano leggera e senza che se ne accorgesse cominciarono a salire staccandola a poco a poco dal terreno. Non fu per nulla sorpresa di trovarsi improvvisamente in una foresta dove gli alberi – vedendola arrivare - si inchinarono al suo passaggio facendola sentire immensa; l’impressione di essere attesa non la stupiva; la loro energia coinvolgente sembrava la scortasse in un certo luogo appartato finchè si trovò sotto le fronte di un albero maestoso. Non ebbe il tempo di stupirsi della sua bellezza che questo la apostrofò con voce chiara e decisa senza convenevoli: “Chi sei?” 

Come la punta di un laser la domanda la fece sussultare e, senza stupirsi che le piante potessero conoscere il suo segreto, permise finalmente al suo cuore di sciogliersi in lacrime.

 

Si ricordò di aver scelto di venire al mondo per conoscere l’amore, no non voleva il matrimonio, non voleva avere una famiglia sua, dei figli, voleva solo conoscere l’amore, voleva camminare sulle sue gambe, essere finanziariamente indipendente per seguire il suo cuore ovunque la volesse portare.

 

Non si era certo stupita che le piante le parlassero, no, ma piuttosto che anche loro sapessero che mai come ora l’interrogativo “Chi sono?” stesse accompagnando le sue giornate. Forse il desiderio di cavalcare le ali della verticalità era troppo in alto, si disse, ma scoprire che anche le piante ci tenessero la riempi di gioia e le diede coraggio. Certo sapeva che distrazioni, rinvii e dimenticanze non sarebero mancati ma si promise in cuor suo che ce l'avrebbe fatta. 

 

Gli alberi rspettosi la scivolarono sulla strada da dove era venuta e a passi lenti si avvio' tranquilla sulla via di casa.

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