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Poco dopo il paese, giusto davanti casa, c'era un torrente. Sopra il torrente, un ponte. Ogni tanto, diciamo ogni venti o trent'anni, il torrente si gonfiava e lo portava via. Al di là del torrente, dove finiva la luce della strada, c'era un secondo ponte, ma più piccolo, e l'acqua che scorreva sotto era poco più che un ruscello. Lì finiva anche l'asfalto e la strada diventava bianca, di terra e ghiaia. Se la percorrevi in auto d'estate, quando non pioveva da un po', si alzava un gran polverone. Erano poche decine di metri e, ai lati, crescevano due file di noccioli. Il difficile con le nocciole era aspettare la fine dell'estate, quando maturavano e, invariabilmente, per quanto aspettassi erano sempre un po' amare. In fondo alla strada, dove questa curvava, c'era una vecchia officina. Tranne nelle settimane centrali di agosto, era sempre in funzione e il rumore dei magli si sentiva come un tuono anche nei giorni sereni. Affacciandosi, al di là delle grate di ferro e dei muri in cemento, anneriti, c'era il buio dell'interno e il fuoco del metallo incandescente che sprizzava scintille sotto la pressa. Sagome di uomini andavano qua e là con pezzi di ferro rovente. Di lato, sotto un capanno di lavorati, alcuni dei quali arrugginivano senza che nessuno li portasse via, per alcuni anni (forse due, forse tre), una gatta aveva fatto la tana e, la sera, quando l'officina era chiusa, le si portava da mangiare qualche crosta di formaggio perché, allora, di cibo per gatti non si parlava proprio. Sotto i noccioli la notte era sempre buia e si doveva usare una torcia che illuminava solo i pochi metri dove avresti dovuto mettere i piedi. Al di là, l'oscurità e basta. Avrebbe potuto esserci di tutto e non importava se sapevi che non c'era niente.
Il torrente c'è ancora, ma il ponte, oggi, è molto più grande. Alcuni anni fa una frana ha cancellato metà del paese, ricostruita più nuova dalla parte opposta. I noccioli non ci sono più e la strada è stata allargata e asfaltata. Un paio di capannoni ha preso il posto delle file di alberi e i lampioni hanno cacciato il buio per sempre.
Quanto alla gatta e ai suoi cuccioli, e ai cuccioli dei loro cuccioli, penso e credo che abbiano una nuova tana da qualche altra parte.
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Utente Anonimo
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Premessa: All’età di trentasette anni credo di aver raggiunto il primo giro di boa della mia vita. Per questo motivo mi piace “allietarvi” (termine usato solo per darmi un tono e scherzarci su) e nel contempo riportare la mente a quei momenti della mia infanzia. Cantata nella celebre canzone [...]
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