Per undici settimane i due amici lavorarono molto intensamente ai rispettivi progetti. Non per questo rinunciarono al consueto incontro settimanale, ma all’Old Duck ebbero giusto il tempo per bere di fretta una lager, senza neppure prendere le chips. Il dodicesimo mercoledì, quando entrarono nel pub, Alex disse al cameriere, «Phil, credo che questa sera avremo bisogno di una Guiness e di steak and kidney pie».

Sedettero al solito posto e subito Alex aggiornò l’amico. «Finalmente abbiamo i dati sull’accelerazione di 2027 U1. Il contributo non dovuto alla gravità è 4 milionesimi di metro al secondo quadro. Ancorché possa sembrare piccolo, un simile eccesso di accelerazione è possibile solo se c’è un motore».

«Vuoi dire che si tratta di un’astronave aliena?», chiese sorpreso Brian.

«Non per forza. Le comete sono fondamentalmente grosse palle di ghiaccio. Quando si avvicinano al Sole si riscaldano ed espellono una coda di vapore acqueo. Funziona esattamente come i gas di scarico emessi dal motore di un razzo e imprime un’accelerazione alla cometa. Ma il nostro oggetto interstellare ha tutti i telescopi del mondo puntati addosso, se avesse una coda gliel’avremmo vista». 

«E allora?»

«Senza alieni, l’unica possibilità resta il vento solare. La luce del sole ha un sua pressione ben nota. La forza che il vento solare esercita su un oggetto è direttamente proporzionale alla superficie di questo, S. L’accelerazione è pari alla forza divisa per la massa dell’oggetto che, a sua volta, è proporzionale al volume, V.  Si trova facilmente che l’accelerazione è inversamente proporzionale al  rapporto tra volume e superficie, V/S: tanto più grande l’accelerazione, tanto più piccolo il rapporto».

«Facilmente, dici tu. Sai bene quanto siano limitate le mie conoscenze di matematica. Comunque mi fido di te. L’accelerazione è inversamente proporzionale a V/S».

«Per buona parte dei corpi, l’accelerazione dovuta al vento solare è talmente piccola che non possiamo neppure misurarla».

«Ma non hanno progettato vele solari?».

«Le abbiamo pure realizzate, se per questo. Ricorda com’è fatta una vela: che sia una vela solare o quella di un barca non cambia. Una grande superficie e un piccolo volume, V/S è pari allo spessore della vela. Se conosciamo l’accelerazione, possiamo calcolare lo spessore».

«Non ti seguo più, Alex. Mi avevi detto che 2027 U1 ha la forma di un sigaro, non di una vela». E, guardando nella direzione del cameriere, «Per piacere, Phil, altre due pinte di Guiness, la discussione si sta facendo troppo interessante per rimanere senza birra».

«Un sigaro in fondo è soltanto una foglia di tabacco arrotolata, Brian. Il nostro asteroide potrebbe essere cavo. In questo caso l’accelerazione ci dirà quanto sono spesse le pareti esterne. Domani decollerà il razzo con le sonde, presto ne sapremo di più. Per il momento sappiamo che 2027 U1 è una specie di sigaro vuoto all’interno, fatto di metallo giallo, forse oro, lungo 200 metri e largo 50 con le pareti esterne spesse circa un centimetro».

«Allora non è una supposta, è un dildo dorato! Ho visto che li vendono su Amazon. Forse non così grandi, però».

Ancora una volta i due amici scoppiarono a ridere. Brian si alzò quasi barcollando e, senza guardarsi intorno, si diresse verso il bagno. «Anch’io ho grosse novità, ma prima devo fare una cosa», disse. Ci mancò poco che una freccetta non lo beccasse. Soltanto dopo aver scampato il pericolo, si rese conto di essere passato tra il lanciatore e il bersaglio.

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