Utilizziamo i cookie strettamente necessari per il funzionamento del nostro sito.
Opzionalmente si possono abilitare i cookie usati da Google per offrire annunci pubblicitari personalizzati.
Per informazioni più dettagliate sui cookie che utilizziamo, e per cambiare in futuro la tua scelta, puoi consultare la nostra pagina Privacy
I cookie strettamente necessari abilitano le funzionalità principali del nostro sito web e
consentono statistiche anonime. È possibile
disabilitarli solo modificando le impostazioni del browser, ma ciò potrebbe influire sul corretto funzionamento
del sito stesso.
Imposta cookie di terze parti per ricevere una pubblicità
mirata ai tuoi interessi. Se questa impostazione è spenta, riceverai pubblicità generica.
“Non ti arrabbiare però!”, mi disse con la voce supplichevole. Io la guardai con la coda dell’occhio. Teneva le labbra imbronciate, come una bambina che ha patito un dispetto. Il labbro inferiore sporto in avanti si accavallava su quello superiore. Ma il disegno delicato della bocca non subiva insulti da questa smorfia. Era sempre una bocca dolce e carnosa. “Non mi devo arrabbiare? Non sono arrabbiato poi… sono triste!” “Non durerà molto. Sarò in un’altra città. Saremo divisi ma saremo comunque uniti!” “E come? Come funziona questa faccenda? Saremo distanti ma uniti? Mi sembra una presa per il culo!” “Ecco lo vedi? Quando ti arrabbi diventi triviale!”, e si azò, come se fosse stata punta da un insetto fastidioso. Come se io fossi quello fastidioso: l’insetto! “Triviale… voglio dire… che mi sembra una sciocchezza. Uno è separato. Staccato. Distinto. Lontano. Io questo ho capito. E so per esperienza che dove non c’è vicinanza non ci può essere nemmeno costanza nel sentimento. Non c’è nulla. Quello che c’è è… finto!” “Cosa posso farci io? Che ti devo dire io? È colpa mia se questo lavoro è lontano? Se non è qui? Posso decidere io su questa cosa? Che potere decisionale ho io sul fatto che il lavoro che mi è stato proposto è a quattrocento chilometri da te? E poi… francamente, mi sembri un dinosauro! C’è Skype! Ci sono i social. Staremmo in contatto non dico ventiquattro ore al giorno, ma quasi!” Io mi alzai a mia volta. Lessi nel suo sguardo del timore. Allora presi a camminare dall’altra parte della stanza.
Avevo messo su un CD di Vivaldi, ma in certe occasioni non si riesce proprio a stemperare l’atmosfera. Tanto più che ora gli archi disegnavano un adagio.
Credevo che potesse durare. Che non ci fossero grossi problemi. Sì, voglio dire, c’era il mio lavoro. Una discreta autonomia economica. Ma non basta mai: non basta mai. Dovevo considerare che anche lei nutriva il suo sogno di indipendenza. Anche lei voleva contare sulla sua auto, sulla sua carta di credito. Dovevo considerare tutte queste cose e invece io mi sono basato sull’amore avanti a tutto. E sbagliavo. Davanti a tutto ci sono le ambizioni personali, i bisogni indotti (soprattutto quelli indotti). Perché in definitiva non ci mancava nulla; proprio nulla. La nostra casa, il nostro piccolo giardino, il nostro cane. “E Bobby?”, chiesi. “Bobby me lo porto! Può viaggiare tranquillamente. È una taglia piccola!” “Nemmeno Bobby mi lasci…”, dissi. E io ero sul punto di… non lo so: un senso di vertigine mi aveva preso alle spalle, a tradimento. Mi sentivo vacillare; in debito di fiato, come dopo aver salito migliaia di gradini. “Non essere tragico! Potrai vederlo nei week end! Potrai vederlo su Skype…” “Certo! Sui social!”, e risi. Ma era un ridere stupido, come a voler dimostrare una superiorità che non detenevo. Si sapeva che sarei stato là davanti, davanti allo schermo, come un idiota e avrei fatto CIAO CIAO a lei e al cane aspettando che al muoversi della bocca seguisse il suono delle parole, che arrivano sempre con un leggero ritardo. “Dipende dal segnale” Ecco: la nostra vita dipende dal “segnale” “A Bologna c’è una buona fibra. Potremo vederci come se fossimo di persona!”, disse lei. Io non risposi.
Piccola stella, 16 April 2024
CUORE DI DONNA
Tempo di lettura: 30 secondi
Nell'officina del cuore ho percorso sentieri incerti e tortuosi, scalato picchi annevati di sangue, disceso valli assetate di tempeste d'amore. Ho visto grande bellezza in un lago di lacrime, [...]
La spettatrice, 18 April 2024
Guscio
Tempo di lettura: 30 secondi
Io, piccola noce, mi accoccolo e mi accartoccio nel mio guscio. Riposo in esso, avvolgente e protettivo. Vivo appesa a un vecchio albero, orgogliosamente in piedi da anni, forse secoli, in un giardino [...]
Lawrence Dryvalley, 15 April 2024
Fiaba
Tempo di lettura: 1 minuto
Secoli fa, nei recessi della Foresta Nera, fu evocato un aiuto demoniaco per osteggiare un’orda di famelici troll. Dämon li sterminò tutti, mettendo fine di fatto alla loro specie. Sopravvivono nel [...]
Rubrus, 11 April 2024
Il soverchio
Tempo di lettura: 30 secondi
Creava violini. Non li fabbricava perché – diceva – la forma era già dentro gli alberi e bastava tirarla fuori dal legno. Smussando, limando, lisciando, piallando. Togliendo il soverchio, come altri [...]
Tutti i racconti
Utente Anonimo
Per utilizzare questa funzione è necessario effettuare il login. Accedi oppure
registrati per avere la password
Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato. «A colazione ha mangiato?» gli chiese. L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
Giuseppe Scilipoti:x Roberta: l'ho letto e commentato poco fa. Ti ho lasciato una sincera [...]
Adribel:Un testo che rattrista ma che rispecchia la situazione di molte persone. Delicata [...]
Nel caso di B. la musica è il percorso della sua intera vita. Ogni attimo è la che si presenta vivo ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad ascoltare quella meravigliosa sublime musica. Le sinfonie: che tutto esaltano, tutto circondano di dolcezza e amore. A questo aspirava B. alla dolcezza, all’amore [...]
Come spesso ho avuto modo di scrivere o raccontare, sono erede di una famiglia che amava l'Arte: teatro, musica, ballo. pittura. I miei genitori avevano una grande passione per l'opera lirica. Puccini li entusiasmava ed accesero anche in me la grande passione per la lirica e l'amore per Puccini. [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
stapelia:C'è una seconda parte? La aspetto, allora.
Patapump:può essere utile Gennarino che segni cosi parte 1di3 1di2 in [...]
“Tu quoque, quercus!” Lo pronuncio come uno scioglilingua, più volte, con un’enfasi insolita per me che raramente mi esprimo con toni solenni. Subito rifletto e smaschero il lapsus che nasconde il “tu quoque” riferito a un minuscolo esemplare di quercus che da due anni ha preso possesso di un [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
stapelia:Rubrus. Grazie di passaggio e commento. Ti ho incuriosito? Poi appassito, il [...]
Adribel:Eh, l'azione dell'uomo è deleteria per la Natura. I bonsai poi, [...]
Appariva a coloro che, la sera, si radunavano attorno al fuoco. Si annunciava con un bussare leggero alla porta e, semplicemente, chiedeva d’entrare. Raccontava storie di giganti e bambini abbandonati, di streghe e principi, di lumicini intravisti nel bosco tra le fronde smosse dal vento. Quando [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
NomadLantern:Ho letteralmente adorato questo racconto. Senza esitazione, senza esagerazione [...]
Rubrus:Grazie, Solitamente però i miei racconti hanno un registro diverso.
UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO Mollie O' Reilly era una giovane donna dai rigogliosi capelli biondi con qualche leggera sfumatura di rosso, erano solo leggermente ondulati e le conferivano un aspetto ribelle. In effetti Mollie era, non tanto ribelle, quanto coraggiosa e molto determinata. Mollie [...]
Tempo di lettura: 5 minuti
Rubrus:Personalmente, non trovo che il termine "droghe" sia fuori contesto: [...]
Antonellina:Ciao Rubrus, il racconto mi è venuto così. La mia prosa non [...]
Morte di un amico Il vero amico è una persona rara, è il tuo riflesso nello specchio. é sempre lì che ti guarda e risponde alle tue provocazioni con altre uguali, senza uscire, tuttavia, mai fuori dalle righe. Un amico è quello che, quando lo vai a prendere a casa per uscire, lo trovi sempre [...]
Tempo di lettura: 4 minuti
stapelia:Mi sono commossa questa volta ma, nel leggere, vedo la rassegnazione! Impotenza [...]
Patapump:caro Lorenzo qui hai toccato le corde giuste hai saputo raccontare [...]
«Sei ebrea?» Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini. Horst Kleine, capitano [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
L’esilioDiRumba:Una bomba è esplosa nel racconto e una specie di bomba è il racconto [...]
Giuseppe Scilipoti:x Rubrus: vedo che sul tema "nazismo" sei molto ferrato. Non conoscevo [...]
Lettera fantasiosa da chi è stato tuo e tiene a te Ci siamo trovati in una vita precedente siamo stati bene assieme. Così tanto bene che lei mi ha riconosciuto e vorrebbe ricongiungersi a me anche in questa vita così come nelle prossime fino al limite. Ma ogni vita dovrebbe [...]
Tempo di lettura: 1 minuto
stapelia:La mia impressione è che sia molto personale e dedicata. La fantasia [...]
L’esilioDiRumba:Puramente fantasiosa, non credo nemmeno nella reincarnazione. Mi sono lasciato [...]
Il mondo non ha bisogno delle mie parole, io non ho bisogno delle parole del mondo, altrove è la realtà che non parla, selciato che si cammina scalzi, le finestre spalancate, i vetri rotti tra le rovine di una casa diruta, è bellezza che si spoglia del tetto, delle mura, degli orpelli, che non [...]
Tempo di lettura: 30 secondi
stapelia:Ho letto e riletto il testo per capirlo nel profondo. Non ha importanza quello [...]
Rosnik:Diciamo sempre addio a qualcosa ogni giorno che passa, spero che la scrittura [...]