Non bisognerebbe mai incominciare. Non saprei nemmeno da dove partire, forse mettendo in risalto qualche personaggio, ma sono tutti inventati! Mi piacerebbe dire: "tutto cominciò così", ma non so nemmeno come e da dove cominciare questa favoletta per bambini speciali.

Se scrivo qualcosa è per chiudere un cerchio, una serie di eventi determinati dalla fine di un’epoca lavorativa che probabilmente questo paese non avrà più se non nei prossimi mesi, massimo anni. Mio zio, buon’anima, lui poteva fare qualcosa per scongiurare il tutto, con la sua azienda orafa in primo piano e i suoi impiegati, tutti e diciassette pronti ad aiutarlo e a non fregargli di tanto in tanto qualche cosina dalle casse dell’azienda o dalla cassaforte aurea, come invece la Guardia aveva dimostrato mesi dopo con un’indagine a tappeto su tutta la zona di Arezzo. Mio zio Artemio, buon’anima, è grazie a lui se io e i miei due fratelli abbiamo un tetto sulla casa dopo la fuga dei nostri genitori, dispersi da qualche parte negli Appennini, chissà a fare quale vita da ricercatori o da insegnanti o dio-solo-sa. Buon’anima lui e forse forse anche la zietta Angelica, china china sempre su noi tre bimbi briganti a fare le moine al primo accenno di lavoro, responsabilità, dovere e obbligo. La zietta Angelica! E tu sola forse potevi fermare davvero tutto!

Ma nulla, lasciamo perdere, l’azienda doveva fallire, l’impresa locale pure, le altre assieme: ora finisce che la colpa è della zietta Angelica, eh! Ma via, la zietta non c’entra e nemmeno lo zio, è colpa della politica, è colpa dei magistrati, è colpa della Guardia. È colpa della politica perché ogni amministrazione falliva e ripartiva senza rimanere ramificata come doveva essere per sua costituzione e doveva per forza di cose essere almeno un poco disponibile per mio zio, buon’anima, sennò come faceva a corrompere qualche assessore per ritardare il controllo della contabilità o dei flussi di scambio tra lui e diversi suoi collaboratori interni? Come faceva altrimenti a entrare in possesso di certi conti bancari in cui il fido era ben al di sopra delle possibilità?

Stupidi politici, mai una volta che siano disponibili per una mazzetta! Anche lo zio lo diceva che erano dei mascalzoni, sempre all’ora di pranzo e di cena, con la trippa alla fiorentina nel piatto e le sue tre fette di pane integrale intorno a quel linguacchio agrodolce, lui e la zietta Angelica, che anche lei, con i magistrati poi, andava in brodo di giuggiole, perché all’ultima querela nei confronti di alcuni enti statali per alcune licenze di compravendita, o sulla riscossione di alcuni crediti a lei non intestati, s’era invece intestardita al punto da iniziare una battaglia legale in cui avvocati, giudici e pubblici ministeri facevano a gara a chi avrebbe avuto l’onere di assistere alle sue arringhe. Fin da quando ero piccolo io me lo trovo sempre accanto alla zietta Angelica a chiederle com’era andata stavolta con la cucina dei suoi knodel, buoni sì, per carità, ma l’odore ci portava al delirio, cioè a me e ai miei due fratelli Benedetto e Agostino – per la cronaca, il cui presente narratore è di nome Celestino, detto Celeste per via dei miei occhi terribilmente chiari, tanto che mi confondo per un cieco più volte in giro per Arezzo, ma valli a capire gli aretini, ciechi loro per l’oro e per l’ingordigia simbolo loro e nazionale – e che potevamo fare noi due poveri screanzati? Lasciati a noi stessi fin dall’abbandono dei nostri veri genitori, che se tanto ci dà tanto li vediamo si e no in fotografia, o al massimo una volta alla settimana quando vengono a dormire a casa degli zii prima di ripartire per il lavoro: hanno da lavorare, hanno da mettere su i soldi per una casa idonea per me e i miei fratelli, fanno di tutto per toglierci da quella che chiamano “l'immonda prigionia degli zii, ovvero i fratelli dei nonni paterni”, detto chiaro chiaro da papà Serafino col bene placido di mamma Lionella.

Papà Serafino non è attendibile, lo si deve tenere fuori, e anche mamma Lionella lo segue, cerca le piste anche nelle macchinette delle slot machine, pur di racimolare soldi hanno addirittura fatto atto di corruzione con alcuni della Guardia, la stessa Guardia che invece rompe le scatole allo zio vostro, perché lui sì corrompe, sì ammanca, sì manda avanti le altre aziende facendo danni alla collettività, non vi nego nulla figli miei, come non vi nego che dove vivete è grazie a questo, così come i vostri studi e le vostre feste che date nel campo di famiglia, tutto questo è offerto dal malcostume dello zio e della zia, ricordate! Ma vostro padre! Lui corrompe, ma male, sa che prima o poi finirà al gabbio, non si protegge: non è attendibile nel senso che lui pensa di tenersi salvo e invece finirà al fresco prima che il gallo canti. Ma prima che il gallo canti io e i miei fratelli ci saremo tolto dalle scatole, signor sì, ci saremo allontanati dal villino Travalli-Robori e dal garage dove tiene l’ammiraglia di macchine, tutte sotto nome del suo nipote appenninico, tanto per aiutarlo quando l’armata guardiana lo andrà a cercare per via di alcune non ben chiare condizioni sul bollo della macchina o sull’assicurazione annuale, tanto pagherà lui come al solito.

È il garage dove io e i miei fratelli abbiamo preso d’occhio la macchina più sgangherata e inutile dello zio, una Fiat Duna dei primi anni Novanta, la sua prima auto mantenuta come un nichelino di Paperon de Paperoni, per scaramanzia e per sola spilorceria. È la macchina che noi prendemmo, quella sera di novembre Anno di Grazia 2024, in viaggio per andare negli Appennini e forse andare a Rimini per un qualche giorno di vacanza, anche se faceva un freddo osceno e le spiagge erano tutte interdette per via della marea inquinata proveniente dalle industrie attorno, ma almeno io e Benedetto e Agostino, almeno loro due, molossi senza ritegno, tutti sul finire della laurea in ingegneria informatica, due pseudo gemelli abbonati al sesso femminile (anche se di Agostino ho sentito voci sul sesso maschile, ma non vorrei fare troppi complimenti prima del tempo…), tutti e tre pronti al viaggio, nell’anno di Grazia 2024, sotto un governo che spero non debba mai più ritornare, tra casini con i diritti civili e le riforme economiche, che a momenti questo paese non ha più i soldi per guardare in cielo da quante industrie sono state condonate per affrontare l’ennesima crisi economica e raramente nelle zone limitrofe si può vedere un cielo decente, almeno invernale, coi nasi duri sotto un cielo ghiacciato e secco, vuoto e asettico come il stramaledetto serbatoio, come quel maledetto serbatoio che era già vuoto! Vuoto dopo nemmeno dieci minuti di viaggio e quindici minuti di chiamate al cellulare dello zio, con i suoi relativi messaggi in chat “AHAHAHAHAHAHAHAHAH”, e la sua voce giuliva che ci raccomandava di tornare a casa prima che l’arrosto di vitella diventasse non più tanto cotto e si raffreddasse pure il contorno di patate al burro.

Tutti i racconti

0
0
7

Il treno 2/2

15 September 2025

Corse alla porta di comunicazione tra i vagoni, ma anche quello successivo era vuoto. Stava correndo a perdifiato per tutto il treno e stava arrivando alla locomotiva: non era possibile. Era fuori di sé e quasi fece cadere il capotreno. «Oh, mi scusi» disse. «Di nulla, signore» rispose il capotreno. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

0
0
5

La bambina

15 September 2025

Ma cosa hanno tutti! Il capoufficio pretende termini entro sera le pratiche che mi ha appena assegnato. "Questo ufficio non è un ente pubblico dove il lavoro procede rallentato: nel privato, dovrebbe saperlo signorina, è necessario rispettare i tempi” sentenzia dall’alto del suo metro e novanta, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

0
0
3

Megan 2/2

la ribelle di Scozia

15 September 2025

Finito di dare gli ordini scese dalla torre e si accinse a prepararsi. Il suo scudiero lo aiutò a indossare la sua armatura. I pochi raggi di sole che uscivano dalle nubi la facevano risplendere di una luce sinistra, tanto era lucida. Il ponte levatoio si abbassò e iniziò la sfilata dei cavalieri, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
7
29

Il treno 1/2

14 September 2025

Marco Levratti, prima di salire sul treno, si diede una sistemata al nodo della cravatta e si ravviò i capelli. Aveva un appuntamento importante a Milano per un nuovo lavoro e ci teneva a presentarsi al meglio. Guardò l’orologio al polso e vide che erano le nove del mattino: perfetto, sarebbe arrivato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
3
21

Senza Ombrello

14 September 2025

Seduta accanto alla finestra, con la tenda leggermente scostata, guardava la gente camminare in fretta sotto la pioggia, gli ombrelli aperti. Facce tese, seccate, si vedeva che maledicevano le macchine parcheggiate male, alcune con le ruote sopra il marciapiede, muovendo le labbra nervosamente [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
15

Megan 1/2

La ribelle di Scozia

14 September 2025

I due schieramenti si erano attestati sulle proprie posizioni. Da una parte c'erano gli assalitori. Un esercito eterogeneo di ribelli scozzesi, che avevano preso possesso di una collina in formazione compatta. Erano armati di lunghe aste, spade, archi e frecce, molti avevano soltanto forconi e [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
5
33

Comunque delicato

Poesia con riferimento a questo sito Letture da Metropolitana

13 September 2025

Vuoi solo leggermi. I tuoi sensi posare su di me, farli scorrere lungo le parole nel loro verso tradizionale. Per, torno a ribadire, distrarti con una lettura leggera. Questo è quello che cerchi. In fondo non hai tutti i torti, questo sito si chiama Letture da Metropolitana. Si pubblicano [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: Bene Riccardo e allora in appendice spiega la tua ispirazione e ti dico ancora [...]

  • Ondine: Nel rispetto di tutti e senza toni offensivi verso i lettori, lo scrittore [...]

1
4
23

IO

Senza trucco.

13 September 2025

Non è che siamo tutti delle marionette in un grande spettacolo comandato da giganti? Siamo noi, forse, i nanerottoli? E se noi fossimo i giganti dei folletti? Saremmo sicuramente la via di mezzo: né troppo grandi né troppo piccoli. E se tutti noi schiacciamo ogni giorno i più piccini? Mi preoccupo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Chiara perdona la mia schiettezza che magari ti sembrerà fuori luogo. [...]

  • Ondine: Cara Chiara, ognuno a modo proprio, a secondo dei momenti che si attraversano, [...]

2
3
19

Cartometraggio Di Solitudine

13 September 2025

Nella culla d’ombre, la solitudine s’adagia, tra veli di silenzio e sospiri che non trovano casa, come eco lontano su scogli di desiderio, levigati dal tempo e dalla sete di ciò che non fu. S’inarca l’anima in spire di vetro, fragile architettura di sogni spezzati, mentre [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: La chiusa basterebe giá. Per il mio gusto. like.

    "E l’ombra, [...]

  • Walter Fest: Laura tu lo sai da sempre quello che simpaticamente e fraternamente ti contestai. [...]

8
10
50

Una favola a lieto fine. Col Cavolo... 2/2

12 September 2025

Cinque anni dopo, un vascello, carico di merce e con una decina di ragazzini urlanti a bordo, fece il suo ingresso nel porto del paese, mentre un po’ distaccati, al largo, c’erano un centinaio di velieri da guerra, armati con 100 cannoni pronti a far fuoco: era il Re Gervasio IV, che ritornava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Grazie a tutti.
    L'ho scritta come se la stessi raccontando ai miei [...]

  • Lawrence Dryvalley: Once upon a time... Vegan Edition! 😅🤣 Bella Zero, piaciuta la favola ma continuano [...]

7
14
45

Il cinghiale delle cinque

12 September 2025

Non so che ora sia. Forse è già mattina, ma non lo so con certezza. Un momento fa dormivo profondamente, e adesso sono sveglia. Completamente sveglia. Con un peso sul petto. Ci metto qualche secondo a rendermene conto. È come se qualcosa mi premesse contro il materasso, impedendomi di respirare [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ondine: Brava brava brava, ti ho apprezzata dal tuo primo racconto, e c'e' [...]

  • Surya6: Grazie a tutti. In verità l idea non nasce dalla pubblicità del [...]

22
9
93

Non solo Rolex

una beneficenza "originale"

12 September 2025

L'idea era semplice. Bastava essere in due. Una bella coppia ben vestita. Blazer e regimental per lui, outfit decisamente più modaiolo per lei, con qualche audace trasparenza. Il solito cliché del maschio benestante, che al villone al mare, alla macchina di prestigio, e al Rolex di ordinanza aggiunge [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Ondine: Arrivo in po' in ritardo, hanno già detto tutto e ho condiviso i [...]

  • Aaron: Grazie Paolo per avermi citato nel tuo discorso di accettazione dell'Oscar! [...]

Torna su