Il cambiamento avvenne in modo quasi impercettibile, come tutte le rivoluzioni profonde.

Arrivò il compleanno di Orlan.

Secondo la Legge della Statura, il giovane avrebbe dovuto iniziare a rimpicciolire a partire da quella data: un millimetro alla volta, quasi impercettibile, ma abbastanza per accorgersene nel giro di qualche settimana.

Accadde invece l’impossibile.

Dopo il suo compleanno, Orlan rimase identico: stesso torace allungato, stesse braccia goffe, stessa altezza un po' sbilenca.

I medici reali, minuscoli e saggi, vennero convocati.
Lo misurarono tre volte, poi altre dieci.
Il risultato era sempre uguale.

— La statura… non procede — disse Maestra Muma, incredula.
— Il suo ciclo è… fermo.

La voce della cortigiana si sparse per il regno più veloce del vento.
Giorno dopo giorno, altri giovani cominciarono a mostrare lo stesso fenomeno: né crescevano, né rimpicciolivano. Era come se una forza invisibile avesse arrestato l’orologio dei corpi.

Nel frattempo, negli Archivi, accadeva qualcosa di ancora più inquietante.
Le pergamene antiche – quelle illeggibili – cominciavano a ingrandirsi.
Non molto, solo quanto bastava perché alcune lettere emergessero dal nulla, come ricordi che tornavano alla luce.

Un mattino, Re Lirio convocò tutto il Consiglio.

— Il mondo si sta trasformando — disse il sovrano, la cui voce piccola echeggiò come un fischio nella grande sala. — La Legge che ci ha governati per secoli sta cedendo. La memoria ritorna. E con essa… ciò che era stato dimenticato.

Guardò Orlan.

— Tu sei il primo messaggero di questo cambiamento— disse il re. — Tra ciò che siamo stati e ciò che potremmo essere.

Ma i cortigiani erano divisi.
Alcuni temevano che il ritorno della memoria riportasse antiche tensioni, desideri troppo grandi, ambizioni alte come quelle raccontate nei papiri.
Altri, soprattutto tra i giovani, vedevano nel cambiamento una liberazione.

Fu in quei giorni che accadde l’evento che cambiò per sempre il destino del regno.
Orlan si avvicinò al re e lesse un’altra pergamena che aveva portato proprio per quella occasione:

“Dalla memoria nasce la guerra, ma senza memoria non nasce il mondo.”

Nessuno sapeva cosa significasse davvero.
Ma tutti capirono una cosa:
la stasi che avevano conosciuto era a un momento di svolta. E la pace aveva portato solo stagnazione.

 

Non sapevano cosa li aspettasse.
Guerra, forse.
O un nuovo modo di esistere.

Ma, per la prima volta dopo secoli, il regno non era più prigioniero del rimpicciolimento. Si ricominciarono a fare invenzioni perché i papiri che solo qualche giorno erano illeggibili ora erano perfettamente comprensibili e si scoprirono teoremi e formule tecnologiche…

Era il nuovo regno con tutte le sue contraddizioni e contrasti ma era vivo.

 

 

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