Quel giorno era l'unica cliente e Albrecht aveva notato che l'uomo che era arrivato con lei se ne era scappato prima delle sette. Appetibile, anche se il voluminoso accappatoio di spugna ne confondeva le linee del corpo. Chissà se aveva i capelli rossi. Le sarebbe saltato addosso subito, ma decise che ci avrebbe provato dopo il lunch. Poteva anche essere una conquista molto agevole.

«Prego, si accomodi» le disse quando arrivò in sala, e le spostò la sedia per aiutarla a sedere. Un paio d'anni di scuola alberghiera li aveva fatti, prima di farsi cacciare, e aveva imparato che fare il cameriere è prima di tutto essere accogliente con i clienti. Con le clienti.

Finita la bistecca, mentre lei si alzava per andare al banco del bar a prendere un'altra birra, lui le sfiorò un seno con l'avambraccio peloso, con un gesto insieme malizioso e noncurante. Scarlett ne fu turbata: non le era mai successo che un altro uomo le dimostrasse interesse: era sempre con Tom. Decise che al prossimo gesto analogo uno schiaffone sarebbe stata risposta adeguata. Figuriamoci se poteva permettere a quel giovanotto alto e biondissimo – non sembrava neanche un americano - di prendersi certe libertà. E poi, non in quello stato.

Ci volle un mese, per accoglierlo nel letto, una sera che aveva bevuto troppa birra.

Tom in quel mese si era fatto vedere solo due volte. Tutte e due le volte il sesso fra loro era cambiato. Lei pensava che lui, consapevole del suo stato, fosse diventato più delicato. Lui aveva perso ogni interesse: il silenzio fra loro lo testimoniava. Tom aveva bisogno di scopare quasi ogni giorno: era per lui una valvola di scarico. Aveva infatti frequentato un sacco di prostitute e aveva fatto anche dei paragoni. Alcune a letto erano certamente meglio di Scarlett. Era arrabbiato, perché quel figlio li aveva distaccati nella loro intimità. Ma non era stato capace di parlarle. Anzi, credeva che i cambiamenti che aveva notato nel comportamento di lei fossero dovuti alla consapevolezza di portarsi dentro un figlio loro.

 

I giorni e i mesi si trascinavano.

Albrecht e Scarlett erano diventati una coppia e vivevano nell'appartamento del padrone. Raramente Tom tornava, sempre più assente e svogliato.

La pancia cresceva e Albrecht credeva che quel figlio fosse il suo. Gli sembrava che fosse l'unica cosa buona che aveva combinato nella vita. Gli ultimi tempi le faceva tutto – come suo padre – il cuoco, il cameriere, l'uomo delle pulizie. La toccava raramente per paura di nuocere al bambino, limitandosi a masturbarsi accanto a lei, accarezzandola in mezzo alle gambe. Lei era assente.

Pensava continuamente di aver sporcato il figlio con lo sperma di uno sconosciuto, mescolandolo più volte con quello del vero padre. Questo figlio avrebbe dovuto avere anche qualche cosa di Albrecht.

«Scarlett, dobbiamo andarcene,» le disse una sera, prima di coricarsi accanto a lei. «Non voglio più fare questa vita. Ho venduto l'albergo e ho i soldi in banca. Domani alle otto partiamo.»

«Me lo aspettavo.»

Si ritornava in macchina.

Si domandò se lo amava, almeno quanto aveva amato Tom, e come sarebbe stato averlo accanto tutta la vita. Finendo la lattina di birra pensò che anche il bambino avrebbe potuto essere un piacevole diversivo.

«Dammi un'altra birra.»

Il giorno che Tom sarebbe arrivato, chissà quando, non l'avrebbe più trovata. Tutto qui.

La macchina di Albrecht non era né nuova né comoda: ogni asperità della strada la sentiva sulla schiena con una fitta dolorosa.

 

Tom stava tornando a Battle Creek. Aveva deciso di parlarle, ma non sapeva ancora cosa le avrebbe detto. Forse di tutte le prostitute che aveva conosciuto. Forse che voleva provare a ricominciare, in tre. Forse che aveva deciso di lasciarla per sempre e continuare la vita randagia del commesso viaggiatore. Solitario puttaniere.

Aveva bisogno di parlarle: sapeva che le parole giuste sarebbero spuntate da sole sulle sue labbra.

Arrivò che loro erano appena andati via: il portiere dell'albergo gli disse di essere il nuovo proprietario. Per un attimo Tom ebbe la sensazione di essere caduto in un universo parallelo.

 

Dopo un giorno di viaggio a Scarlett le si ruppero le acque. Era già buio.

«Mi sono pisciata addosso»

«Ma come?»

«Come credi che sia successo, idiota! Trovami un ospedale che ho un mal di pancia terribile.»

Albrecht considerò che l'ospedale più vicino era il Good Samaritan di Kearney. Una ventina di miglia, mezz'ora.

«Sbrigati! Corri!!»

Lui accelerò. Non voleva che partorisse in macchina.

Avrebbe dovuto cambiare la lampadina del faro destro della macchina ma non aveva mai tempo. Accelerò ancora, lei mugolava dal dolore.

Non prese bene una curva a sinistra, perché la vide all'ultimo momento. La macchina finì nella scarpata. Si fermò, accartocciata, dopo aver rotolato per un centinaio di metri. Non avendo la cintura di sicurezza lui morì sul colpo. Lei si fratturò il cranio ma non morì subito: rimase in coma per qualche ora.

Quando trovarono la macchina, il mattino dopo, erano entrambi morti. Lei aveva fra le gambe un neonato che aveva ancora un soffio di vita.

Tom lo venne a sapere ma non andò mai a reclamarlo.

Il bambino, istupidito da tutte le birre che la madre aveva bevuto, visse inconsapevole di sé e dei suoi genitori, in un ricovero per cerebrolesi.

In macchina Scarlett aveva deciso di chiamarlo Albrecht.

Tutti i racconti

2
5
18

Il treno 2/2

15 September 2025

Corse alla porta di comunicazione tra i vagoni, ma anche quello successivo era vuoto. Stava correndo a perdifiato per tutto il treno e stava arrivando alla locomotiva: non era possibile. Era fuori di sé e quasi fece cadere il capotreno. «Oh, mi scusi» disse. «Di nulla, signore» rispose il capotreno. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

3
3
13

La bambina

15 September 2025

Ma cosa hanno tutti! Il capoufficio pretende termini entro sera le pratiche che mi ha appena assegnato. "Questo ufficio non è un ente pubblico dove il lavoro procede rallentato: nel privato, dovrebbe saperlo signorina, è necessario rispettare i tempi” sentenzia dall’alto del suo metro e novanta, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Piaciuto perchè mantiene quell'ambiguità di fondo che caratterizza [...]

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuto! Bell'esordio, non è la prima volta che scrivo che mi [...]

3
2
10

Megan 2/2

la ribelle di Scozia

15 September 2025

Finito di dare gli ordini scese dalla torre e si accinse a prepararsi. Il suo scudiero lo aiutò a indossare la sua armatura. I pochi raggi di sole che uscivano dalle nubi la facevano risplendere di una luce sinistra, tanto era lucida. Il ponte levatoio si abbassò e iniziò la sfilata dei cavalieri, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
8
32

Il treno 1/2

14 September 2025

Marco Levratti, prima di salire sul treno, si diede una sistemata al nodo della cravatta e si ravviò i capelli. Aveva un appuntamento importante a Milano per un nuovo lavoro e ci teneva a presentarsi al meglio. Guardò l’orologio al polso e vide che erano le nove del mattino: perfetto, sarebbe arrivato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

3
3
21

Senza Ombrello

14 September 2025

Seduta accanto alla finestra, con la tenda leggermente scostata, guardava la gente camminare in fretta sotto la pioggia, gli ombrelli aperti. Facce tese, seccate, si vedeva che maledicevano le macchine parcheggiate male, alcune con le ruote sopra il marciapiede, muovendo le labbra nervosamente [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

4
4
15

Megan 1/2

La ribelle di Scozia

14 September 2025

I due schieramenti si erano attestati sulle proprie posizioni. Da una parte c'erano gli assalitori. Un esercito eterogeneo di ribelli scozzesi, che avevano preso possesso di una collina in formazione compatta. Erano armati di lunghe aste, spade, archi e frecce, molti avevano soltanto forconi e [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
5
34

Comunque delicato

Poesia con riferimento a questo sito Letture da Metropolitana

13 September 2025

Vuoi solo leggermi. I tuoi sensi posare su di me, farli scorrere lungo le parole nel loro verso tradizionale. Per, torno a ribadire, distrarti con una lettura leggera. Questo è quello che cerchi. In fondo non hai tutti i torti, questo sito si chiama Letture da Metropolitana. Si pubblicano [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: Bene Riccardo e allora in appendice spiega la tua ispirazione e ti dico ancora [...]

  • Ondine: Nel rispetto di tutti e senza toni offensivi verso i lettori, lo scrittore [...]

1
4
23

IO

Senza trucco.

13 September 2025

Non è che siamo tutti delle marionette in un grande spettacolo comandato da giganti? Siamo noi, forse, i nanerottoli? E se noi fossimo i giganti dei folletti? Saremmo sicuramente la via di mezzo: né troppo grandi né troppo piccoli. E se tutti noi schiacciamo ogni giorno i più piccini? Mi preoccupo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Walter Fest: Chiara perdona la mia schiettezza che magari ti sembrerà fuori luogo. [...]

  • Ondine: Cara Chiara, ognuno a modo proprio, a secondo dei momenti che si attraversano, [...]

2
3
19

Cartometraggio Di Solitudine

13 September 2025

Nella culla d’ombre, la solitudine s’adagia, tra veli di silenzio e sospiri che non trovano casa, come eco lontano su scogli di desiderio, levigati dal tempo e dalla sete di ciò che non fu. S’inarca l’anima in spire di vetro, fragile architettura di sogni spezzati, mentre [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: La chiusa basterebe giá. Per il mio gusto. like.

    "E l’ombra, [...]

  • Walter Fest: Laura tu lo sai da sempre quello che simpaticamente e fraternamente ti contestai. [...]

8
10
50

Una favola a lieto fine. Col Cavolo... 2/2

12 September 2025

Cinque anni dopo, un vascello, carico di merce e con una decina di ragazzini urlanti a bordo, fece il suo ingresso nel porto del paese, mentre un po’ distaccati, al largo, c’erano un centinaio di velieri da guerra, armati con 100 cannoni pronti a far fuoco: era il Re Gervasio IV, che ritornava [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • zeroassoluto: Grazie a tutti.
    L'ho scritta come se la stessi raccontando ai miei [...]

  • Lawrence Dryvalley: Once upon a time... Vegan Edition! 😅🤣 Bella Zero, piaciuta la favola ma continuano [...]

7
14
45

Il cinghiale delle cinque

12 September 2025

Non so che ora sia. Forse è già mattina, ma non lo so con certezza. Un momento fa dormivo profondamente, e adesso sono sveglia. Completamente sveglia. Con un peso sul petto. Ci metto qualche secondo a rendermene conto. È come se qualcosa mi premesse contro il materasso, impedendomi di respirare [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ondine: Brava brava brava, ti ho apprezzata dal tuo primo racconto, e c'e' [...]

  • Surya6: Grazie a tutti. In verità l idea non nasce dalla pubblicità del [...]

22
9
94

Non solo Rolex

una beneficenza "originale"

12 September 2025

L'idea era semplice. Bastava essere in due. Una bella coppia ben vestita. Blazer e regimental per lui, outfit decisamente più modaiolo per lei, con qualche audace trasparenza. Il solito cliché del maschio benestante, che al villone al mare, alla macchina di prestigio, e al Rolex di ordinanza aggiunge [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Ondine: Arrivo in po' in ritardo, hanno già detto tutto e ho condiviso i [...]

  • Aaron: Grazie Paolo per avermi citato nel tuo discorso di accettazione dell'Oscar! [...]

Torna su