Si ritrovarono tutti insieme, ancora una volta, nel corso di una semplice e abitudinale cena tra amici, a
rievocare e raccontare quel viaggio, il viaggio….
Ma era proprio giusto definirlo tale? Era stato un processo, un percorso, una prova per una compagnia
spensierata e forse anche un po’ incosciente.
Si ritrovarono così e, come altre volte, partirono ricordando la fatica, il calore, la sporcizia, ma anche la
scoperta e l’avventura che avevano reso quel viaggio indimenticabile.
Sì, si era trattato proprio di un’avventura.
Alberto non rievocò la partenza che, in poco meno di tre giorni, li aveva portati in Mali, trasportati da un 
camion inverosimilmente caricato di merci e passeggeri, prospero di donne talmente floride e imponenti da 
occupare ognuna almeno due sedili di quel veicolo, di personaggi bizzarri, erranti da un punto all’altro del 
continente, aventi dubbie professioni, e ancor più dubbi intenti, ma caratterizzati evidentemente da 
determinazione e forza. Egli non rievocò neppure le soste nel buio più profondo, in una notte piena di 
fruscii e rumori, ombre e riverberi, né quell’approdo ormai sfinito nella cittadina di frontiera, seguito da un 
controllo dei documenti che pareva non aver mai fine e che li aveva spinti ad ingannare il tempo 
passeggiando lungo una strada a mala pena illuminata dalle stelle, impazienti di giungere finalmente a 
Bamako, destinazione ancora lontana e raggiunta solo dopo due guasti al motore e un paio di forature, 
vera e propria odissea. 
No, non della prima avventura parlavano, ma di quella del ritorno.
Rievocarono allora l’attesa del treno, l’importanza di un libro: era stato un libro a spingerli a scegliere il
treno come mezzo per rientrare. Un racconto, frammenti di un viaggio, di un passaggio in
quell’imprevedibile continente.
Inizialmente giunsero solo i vagoni, mentre la locomotiva apparve solo un paio d’ore dopo.
Emma rammentò le condizioni degli scomparti a cuccetta che, in vista del viaggio della durata di 42 ore,
erano riusciti ad aggiudicarsi solo grazie alla tenace pazienza e faticosa insistenza, riuscendo ad evitare così
i rigidi sedili di legno, impiegati/utilizzati, comprensibilmente, dai locali.
Intenzionata a controllare quali strane creature vivessero sotto il lettino più basso, così come dietro le
tendine dei finestrini, Deborah era stata immediatamente bloccata e poi sapientemente dissuasa dalla
sorella. Sì, perché si erano imposti di sorvolare su ogni dettaglio relativo alle condizioni di pulizia e di igiene,
una parola dalla strana accezione, ignorando con determinazione fruscii e scricchiolii provenienti dal basso
e rapide apparizioni di minuscole sagome e ombre nella polverosa aria che riempiva quello spazio ristretto.
Moussa rievocò la notte passata ad ascoltare passi veloci, frenetici, corse sul tetto dei vagoni, conclusesi, in
prossimità della frontiera, con una brusca frenata e con l’arresto di quel lunghissimo treno. Egli rammentò
come, una volta fatti scendere in malo modo dai militari per il controllo dei documenti, avevano visto sfilare
una serie di giovani uomini, alcuno proprio ragazzi, legati tra loro da catene, in fila, silenziosi, col capo
chino, scortati da guardie di frontiera. Contrabbandieri, mormoravano alcuni passeggeri in fila,
contrabbandieri di pesce secco, olio e nescafè. Ma forse non solo questo!
Ma anche quella notte era passata, proseguì Lucia, e loro si sentivano sempre più stanchi, sudati e sporchi.
Durante il giorno il calore umido, tipico della stagione delle piogge, era veramente insopportabile, e pareva
giungere dal basso, dal profondo della terra, restando come imprigionato nello spazio di un cielo grigio,
appesantito da nuvole basse e gonfie d’acqua.
Ma pareva ora che i commensali volessero giungere alla rievocazione dell’ultima sosta.
Appariva come una sosta simile alle precedenti, in una landa un po’ desolata, povera di vegetazione,
prossima però a villaggi da cui arrivarono, avvertiti dell’arrivo del treno, una frotta di ragazzini in avanscoperta seguiti da madri, zie e sorelle sul cui capo troneggiavano coloratissimi cesti di frutti,
sacchettini di acqua colorata, piccoli involti di frittelle, caldi thermos di nescafè.
Appena il treno si arrestò, gli sportelli si aprirono per lasciar scendere i passeggeri che vennero
velocemente circondati dagli abitanti del villaggio.
Erano scesi anche loro per sgranchirsi le gambe, tutti tranne Fatoumata che, troppo stanca persino per
pensare, era rimasta rattrappita nell’angolo della sua cuccetta, osservando dal finestrino i movimenti dei
suoi compagni di viaggio.
Li aveva visti chiacchierare, scambiare qualche parola con altri passeggeri, e poi con qualche locale.
Aveva visto avvicinarsi una donna con un cesto di manghi sulla testa, che posò ai piedi di un gruppetto di
passeggeri.
Aveva un bambino molto piccolo allacciato al petto, avvolto in un telo. L’aveva vista scambiare qualche
parola con Moussa, slegarsi con cura il tessuto in cui era sostenuto il piccolo, e, imprevedibilmente,
mettergli il bambino tra le braccia e dileguarsi velocemente, abbandonando il suo ricco cesto nella polvere.
La stessa polvere che sembrò improvvisamente inghiottire Moussa e il bambino tra le sue braccia. Dopo
una lunga mezz’ora i fischi della locomotiva diedero il segnale di raccolta dei passeggeri che vennero invitati
ad accomodarsi sul treno. Anche Moussa salì ma, lo avevano colto subito, pur senza farci caso, con
un’espressione diversa, silenziosamente assorta, inquieta.
Era stato solo qualche giorno dopo, una volta rientrati a Dakar, nella casa di famiglia di Moussa e
Fatoumata, finalmente ripuliti e riposati, che riaffiorò il ricordo di quel bambino.
Alberto provò ad interrogarsi sulla sorte di quel piccolo, ad interrogare Moussa, senza però ottenere una
risposta dall’amico, tornato silenzioso e quasi reticente. Fu la prima e ultima volta che toccarono
l’argomento.
Dunque il discorso si chiuse con una sorta di malinconia dei toni e delle voci, come se non potesse esservi
un esito diverso, ma, nonostante ciò, il permanere del dubbio, il dubbio che quella madre di fatto non fosse
mai tornata….

Tutti i racconti

1
6
27

Nulla Dies Sine Linea

04 December 2025

L’appuntamento era stato fissato per le due di quel pomeriggio. Naturalmente la mia ansia era cresciuta di ora in ora, proporzionalmente al bisogno di confrontarmi con lui. Arrivai al Café de Flore in larghissimo anticipo e, per provare ad ingannare l'attesa, mi accomodai ad uno dei tavolini [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

2
3
12

Volevo essere William Shatner 2/2

04 December 2025

A poco a poco, la leggerezza si spense. Gli amici cominciarono a evitarmi, stanchi di quel modo di fare che ormai appariva rigido e innaturale. Io non me ne accorgevo, o forse sì, ma non sapevo più come tornare indietro. Era come se quel ruolo mi fosse rimasto addosso, un’abitudine del corpo e [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: grazie Paolo ma sai benissimo ch ci vuole molta ciccia in un romanzo e francamente [...]

  • Maria Merlo: Un finale aperto che meriterebbe davvero uno sviluppo. Bravo.

4
6
33

In una parola, rassegnati.

03 December 2025

In una parola, rassegnati. Da quando sei cresciuta, il tuo carattere non cambierà, nessuno può realmente cambiare e se non ci credi, non prendertela con me ma con i numeri. La statistica ci insegna che nessuno cambia, sai? E gli strizzacervelli sono i primi a saperlo: lo sai che per ottenere una [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Maria Merlo: Stile deciso e buona gestione del tema scelto. Bravo.

  • ducapaso: Elena, Paolo, Spettatrice, Dax, Maria, grazie a tutti voi, ho apprezzato ognuno [...]

3
4
19

Volevo essere William Shatner 1/2

03 December 2025

Ricordo ancora quando accadde la prima volta, e come quel personaggio, o meglio, tutta quella mentalità, entrò nella mia vita. Era un pomeriggio come tanti altri e non avevo voglia di fare i compiti. Fuori il cielo era grigio; non avevo voglia di uscire e accesi la TV. Erano le 18, evidentemente, [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Maria Merlo: Davvero originale e ben scritto. Bravo.

  • thecarnival: mea culpa;) ops errore temporale ... ora la memoria continua a farmi cilecca [...]

6
9
35

Di stagista in stagista

Giu
02 December 2025

Giorno uno della mia presenza in azienda. Mi sistemarono in un angolo molto luminoso, proprio vicinissimo alla finestra per permettermi di avere la giusta luce quotidiana di cui avevo bisogno. Devo ammettere che mi piaceva molto la postazione che avevano scelto per me, avevo sentito dire che decisero [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: Secondo racconto che ha per oggetto un pianta. Tenero e gradevole, riesce a [...]

  • Davide Cibic: E’ ufficiale, le piante vivono! Spesso si dice che per il buon andamento [...]

3
12
29

La Clorofilladinia

02 December 2025

“Vedrai,” mi hanno detto gli amici, “prima o poi incontrerai una Clorofilladinia. A chi va ad abitare vicino al Secchia può capitare.” Ed eccola qui. Sale da me, entra in questa stanza passando dalla finestra. Non l’ho sentita sulle scale, e così oggi la conosco per la prima volta. L’ho vista attraversare [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Elena D.: Bel racconto, intenso e che incuriosisce molto parola dopo parola !

  • GiuliaCango: Grazie ancora

7
8
29

Non leggerai il mio nome

01 December 2025

Non leggerai il mio nome Quel foglio rimarrà bianco e sfuggente Chiunque avesse voluto scriverlo, ne sarebbe rimasto deluso Avrebbe deciso qualcosa, che non avevo scelto Sarebbe andato per consegnarlo, quando ero ormai lontano Lontano da quel fumo che copriva il mondo, fino a soffocarlo Avevo mani [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

9
24
35

Soluzione radicale

01 December 2025

Il monolocale mi garba. Così pulito e ordinato, sembra la casa delle bambole. Beh, per quel che ne so io, perché lo giuro, non ne ho mai vista una. Che posso dire, ragazzi? Per ora me ne sto qui, sotto un buffo piumino rosa e un lenzuolo pieno di orsetti stampati. Insomma, mi sembra di vivere dentro [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Oh, nice! Un bel drama teso! Ho sperato che si soffocasse col formaggino, ma [...]

  • Maria Merlo: Grazie, Smoki, mi hai regalato un commento bellissimo.

3
3
28

Il libro magico (2/2)

Intrigo a casa Natale

30 November 2025

Gli elfi che erano di sentinella avevano sentito e visto Darkman introdursi furtivamente sul sentiero che portava a casa di Babbo. Avevano dato l’allarme e ora erano tutti nascosti nelle vicinanze della casa in attesa del nemico. Sapevano che il mago era forte e usando la magia poteva sconfiggerli, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Un po' grinch e un po' Calimero, che si sbianca col mattarello invece [...]

  • Dax: "Con la violenza si aggiusta tutto"(cit. Legs Weawer)Like

3
11
66

Elisa e lo specchio

30 November 2025

Dopo il maithuna, seduto nudo sul letto, la osservavo rivestirsi davanti allo specchio rettangolare da parete a figura intera. Sulle spalle scendevano con leggerezza i capelli biondi ondulati. Le natiche a mandolino. Le gambe bianche lunghe. Le caviglie sottili. Spostai lo sguardo sullo specchio. [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: la donna che si riveste allonspecchio è un'immagine potente, ricca [...]

  • Elena D.: Parole che evocano istantanee nitide. Perdermi in racconti e storie rimane [...]

3
3
31

Il libro magico (1/2)

Intrigo a casa Natale

29 November 2025

Oltre il regno della neve e del gelo dove vive Babbo Natale con gli elfi e le sue amate renne, andando verso oriente e camminando per giorni e giorni, si arriva in una città chiamata Blacktown. Un posto altrettanto freddo, ma del tutto privo di luce, di alberi e di animali. In quelle terre c’è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Virginia Lupo: buonasera. Una storia, una favola più adatta alle persone adulte. La [...]

  • Dax: Una favola "nera"...attendo la seconda parte Like

13
10
40

Jean Vallette parte (2/2)

Da Rieux-Minervois a Parigi

29 November 2025

È giorno fatto da un pezzo quando Jean e Jòrdi giungono in vista di Carcassonne. La doppia cinta di mura merlate e le torri che proteggono l’antica città hanno anche questa volta un grande effetto sul giovane. Jean ripercorre con gli occhi della mente i sei anni trascorsi al Petit Séminaire. Latino, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su