Fuori, il cielo iniziava a trasformare il giorno.
Dentro, la Casa sembrava espandersi — a ogni passo — come se io camminassi in me stesso.
Mi fermai. Davanti a me, uno specchio incastonato tra due colonne d’avorio.
Non rifletteva. Nulla. Nemmeno me.
A fianco, una penna continuava a scrivere. Non aveva fretta. Ogni parola si posava nell’aria come un insetto in volo, poi svaniva come una bolla di sapone, violata dal rumore dei battiti del mio cuore.
Mi avvicinai.
Sotto di me, i piani inferiori tremavano. Sentivo urla — come di denaro che si scioglieva — e il ronzio tipico di un gazebo. Man mano che mi avvicinavo si distinguevano, sempre più chiare, nenie ripetitive elettroniche, come un mantra, e un leggerissimo fruscio di corpi ammassati e scivolanti fra loro, come anguille in una cantina umida.
Poi, all’improvviso, la penna si fermò, bloccata e sorpresa, come bella statuina.
Comparve, lampeggiando in filiforme neon, un nuovo messaggio:
"SEI GIÀ USCITO. NON LO SAPEVI ANCORA. ORA LO SAI"
Istintivamente mi voltai, a cercare il canale.
La porta non c’era più, dimensione chiusa.
Davanti a me, un’immensa finestra, tutt’uno con un cielo di carta stropicciata e sporca, in contrasto ad una terra bianca come la calce. Solo questo.

Io ero stato dentro la Casa, un tempo.
Ora, la Casa dentro di me, io ero le sue mura, i suoi confini ultimi, la sua sostanza.
E la Casa era fuori da tutto. Poteva roteare a una velocità diversa, alterando il tempo rispetto al suo spazio.
Mi inginocchiai.
Sotto le ginocchia nessun pavimento.

M’inginocchiai, ma non poggiavo su alcuna superficie.
Il pavimento, semplicemente, si era ritratto con pudore.
Come non volesse esser contaminato da un gesto tanto umano. O forse non ne ero stato degno.
Fu allora che la Casa mi parlò.
Non con una voce, ma con una specie di eco interna che risuonava tra le sue mura, le mie ossa e la mia testa, come un tutt’uno.


“Tu eri stato imprevisto.
Non desiderato.
La tua presenza era la conseguenza di un errore di architettura emotiva.”


Le parole danzavano sulle pareti. Le lettere avevano occhi, alcune anche dei piccoli denti.
Una di loro — una A maiuscola — si staccò e si infilò nel mio orecchio, in modo da essere udita in fortissimo musicale, chiodo sonoro in si bemolle prima ottava distorta, ampia. Altro giro, altra Corsa.
Il Forte rumore chiuse i miei occhi per la paura. Poi silenzio, profondo. Trattenni anche il respiro e — molto lentamente — riaprii gli occhi. 
Tutto era svanito, la Stanza completamente bianca. Un ospedale? No. Troppo pulito, poco pratico, strumenti schiacciati magneticamente su tutte le pareti e sul soffitto.
Davanti a me, tre figure:
• Una, il mio riflesso da Bambino, con le tasche piene di figurine logore, in esse flash del mio passato.
• Una, mia Madre, con la faccia rivolta all’indietro, la voce dalla nuca, i capelli di Medusa, come radici espiantate.
• Una, la Penna, che ora aveva un corpo. Il mio. Io la Penna, e lei me.


“Benvenuto fuori dalla Casa!” disse la Penna con la sua voce, che pure era mia ma esterna a me, risonando diversa da quella che avevo condiviso con tutte le orecchie del mondo.

Mi osservai, perfetta la consapevolezza di essere una penna. Ero fatto di vetro. Trasparente.
Dentro di me galleggiavano, come ologrammi, scene vissute: una sera di novembre, il primo bacio, l’odore del pane del sabato di Pozzomaggiore, il mare sardo, l’ultima bugia ricevuta da un amico.
Parlavano sottovoce fra loro, quelle figure, della mia evidente perplessità.


“Vorrebbe rientrare in Casa?” chiese il Bambino alle altre due figure
“Avrebbe voluto uscirne davvero?” chiese la Madre.
Rispose la Penna, sempre con la mia voce. “Non c’è differenza.”
Io non intervenni. Non volli dubbi, né esitazioni, si-si no-no come sempre.
Sorrisi, però.
E dissi una sola cosa, decidendo per tutti:
“Ricominciamo dal tetto.”


Pronunciata l’ultima sillaba, la Casa si piegò immediatamente su sé stessa, come una pagina letta al contrario.
Divenne una scala infinita verso il basso, i cui gradini portavano verso l’alto. Assurdo Escher.
Non potevo fare altro, quindi iniziai a salire per andare ai piani di sotto.
Ogni gradino, in marmo carrarino, aveva un nome scolpito.
Ogni nome era qualcuno che avevo dimenticato. In un flash, rivedevo la storia avuta con ciascuno, poi avanti ancora, camminando sul mosaico dei miei giorni.
Giunto in fondo, trovai me stesso ad aspettarmi.
Ma più vecchio. Più stanco.Più tranquillo.
E sorridevo, sereno.
Mi sedetti accanto a me, per terra, all’indiana.
E guardai in alto e intorno a me: il cielo di carta che avevo conosciuto sporco e stropicciato, ora mi appariva pulito e disteso.
Non c’era più bisogno di uscire, non ne avevo l’ansia.
E nemmeno di rientrare nella Casa.
Ero arrivato. Era la mia, quella Casa, fusa con me per sempre.

 

Tutti i racconti

4
3
22

Intervista con il Destino

26 November 2025

- Buonasera e grazie per aver accettato questo incontro. Innanzi tutto mi lasci dire che sono piacevolmente sorpreso di trovarmi di fronte a una donna. - Non capisco la sorpresa, è ancora vivo. Se il Destino fosse maschile l'umanità sarebbe scomparsa molto tempo fa. - Non fa una grinza. [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: bello,l'ultima affermazione è da interpretare a livello filosofico. [...]

  • Maria Merlo: Finale straordinario. Complimenti.

2
6
22

Una giornata a Chiari 1/2

26 November 2025

“Allora vieni?”, mi chiese Luca qualche giorno prima. “Mah, non lo so… vedrò come sono messo sabato”, gli avevo risposto quando mi aveva telefonato. Il giorno prima mi aveva chiesto di andare con lui al Festival della Microeditoria di Chiari, in provincia di Brescia. Non sapevo se sarei andato, [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

7
10
38

Gino vs. l’Intelligenza Artificiale

La guerra lampo che durò 6 ore 53 minuti

Miu
25 November 2025

Oggi in TV hanno mostrato l’AI che parla. Interagisce, comunica, respira quasi. Il conduttore sorrideva come chi ha appena adottato un cucciolo robot. – È come avere un amico sempre presente. Per dimostrarlo, collegamento in diretta con un essere umano. Purtroppo l’essere umano era il signor Gino [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Miu: Dax:Ahah Dax, ormai è ufficiale: Skynet non verrà a distruggerci, [...]

  • Miu: La spettatrice: Ciao! Eh sì, in questa partita Gino ha vinto facile: [...]

2
2
22

La vita di Daniel

25 November 2025

La vita di Daniel. È così che fa. La mattina presto, esce dalla tenda e va in centro. Lì, trova un uomo che potrebbe comprargli del cibo. È educato, dice il suo nome, lo saluta con il saluto del post-covid e gli chiede con un sorriso, se possa comprargli del cibo nella mensa lì vicino. Dice, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Paolo Ferazzoli PRFF: Testimonianza di dolore.
    Così definirei il tuo non scorrevole racconto.
    Apprezzo [...]

  • Dax: Commosso....l'uomo è cattivo di bade, ma a volte è peggio [...]

2
3
16

CENTRALE PARANOICA 8

ANNIE HORROR

24 November 2025

NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Prosegue la carrellata di picchiatelli al Transcend Village, state aspettando le scene di sesso? Arrivano arrivano… Hi, qui è la centrale paranoica. Il Transcend Village è davvero un manicomio… eh beh, se non sei un picchiatello non finisci qui, ma anche la gestione [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

6
6
25

Racconto in breve il popolo napoletano

Un inno all'amore e alla tradizione

24 November 2025

Napoli, città che non è solo una semplice meta turistica, ma un autentico museo a cielo aperto, è il palcoscenico di una cultura vibrante e di un popolo singolare. Qui, tra i vicoli stretti e le piazze vivaci, si dispiega l'essenza del popolo napoletano, un'anima che pulsa con generosità, tradizione [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bello. like

  • Smoki:
    La prima volta che sono stata a Napoli, sono rimasta frastornata [...]

5
6
37

Pixel

23 November 2025

Luglio. L’asfalto rovente sembra liquefarsi sotto il sole. Nessuno in giro. L’orizzonte svanisce, l’aria vibra, incandescente, quasi di fuoco. Camilla cammina nervosa tra le vie silenziose del centro, non vuole pensare, cerca di confondere il rumore dei suoi pensieri, con quello dei suoi passi [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ornella: Mi ha ricordato il bel film di Luc Besson con Scarlett Johansson Lucy. Ancora [...]

  • Rubrus: Anche me ha ricordato un po' Matrix, ma il papà di tutti i racconti [...]

6
6
25

Ascia Nera - La bussola

Dax
23 November 2025

La luce della notte creava ombre inquietanti e il vento freddo soffiava tagliente tra i picchi di pietra grigia. Trom avanzava lungo il sentiero montano, il passo pesante come piombo. La barba rossa, divisa in tre trecce, luccicava come il ghiaccio sotto la luna piena. L’ascia nera appesa allo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Gennarino: Complimenti. Scitto molto bene. Un racconto che fa sognare ed entusiasma. Bravo!

  • Rubrus: Qualche tempo fa avevo chiesto quando avresti riportato la nuova avventura [...]

0
4
23

L'Alba dopo il turno di notte

Storie colorate ad arte tra pittura e scrittura perché sappiatelo finché c'è arte c'è speranza

22 November 2025

Amici lettori ancora una storia a colori, ancora una storia in tandem, ancora una storia per stupirvi, la vita è troppo sbiadita non trovate? Vi sentite scombinati e confusi? Vi sentite frustrati e senza prospettive? Io e il mio amico Adriano l'artista proviamo a darvi una scossa, seguiteci e vi [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Maria Merlo: Simpatico e scoppiettante, artista nell'anima.

  • Walter Fest: Buongiorno a tutti, buon fine settimana, buona lettura da parte mia e da parte [...]

0
10
21

La bella sigaraia (4/4)

22 November 2025

Il corpo ritrovato… sì, affermano sia quello di Mary. Ma su quali basi? Sulla sola coincidenza del tempo, nient’altro. La mente razionale non può accettare una tale coincidenza, il fortuito è bandito per definizione dal ragionamento logico-deduttivo. Analizziamo. La ragazza scompare, e in un intervallo [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

7
8
23

Gemellaggio 3/3

21 November 2025

«Mi fanno venire i brividi» disse Max «animali a sangue freddo». «Però...» intervenne Ambra preparandosi per andare a dormire. «Hanno ragione, lo so. Me la ricordo la teoria dell’estro nascosto. Ventesimo secolo, se ben ricordo. Solo che vederla applicare così... «Animali a sangue freddo. Mi fanno [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: E adesso... qualcosa di completamente diverso: se non altro perchè è [...]

  • Rubrus: ps: va da sè che le parti in cui dice che va bene non sono interessanti [...]

1
2
15

La bella sigaraia (3/4)

21 November 2025

Purtroppo, qualche giorno dopo mi accorsi di essermi sbagliato un’altra volta, leggendo sullo stesso odiato quotidiano: ORRORE SUL FIUME HUDSON! Il terribile assassinio della bella Mary Rogers sconvolge New York! New York, 25 luglio 1841 Una tranquilla e luminosa domenica d’estate si è tinta [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su