Era l’autostrada a tenere insieme tutto. Quel nastro d’asfalto che tagliava le colline, oltrepassava gli ulivi, scivolava verso il mare. Era lì che tutto accadeva, che il mondo si muoveva. E lui, un bambino di sei anni, guardava fuori dal finestrino.

 

Con un occhio chiuso e il dito sul vetro, seguiva la linea immaginaria degli ostacoli: pali della luce, cartelli, camion che sembravano missili. Li evitava uno dopo l’altro, come un pilota che schivava i proiettili di un nemico invisibile. Ogni tanto si distraeva e abbassava lo sguardo verso la macchinina che stringeva nella mano. Era verde, con una striscia bianca al centro. La faceva correre sul sedile di fronte, la spingeva contro lo schienale e poi giù, un salto nel vuoto, in un’impresa eroica.

 

L’odore della macchina era l odore del nuovo, lo stesso odore che avevano le cose perfette, intatte. Un odore che ti rassicura. Il papà guidava, la schiena dritta, il mento teso, mentre la mamma continuava a muovere la leva della radio. Tu dimmi quando quando … pensami almeno per mezz'ora …, Nonamarmi… Lei sbuffava, passava a un’altra stazione, poi tornava indietro. "Non c’è niente," diceva, parlando più a sé stessa che a loro.

 

Tutto sembrava normale. Fino a quando non lo fu più.

 

La luce arrivò improvvisa. Un bagliore bianco, accecante, che riempì l’auto come un’esplosione silenziosa. Subito dopo, il tuono. Non uno di quelli lontani, che si mescolano alla pioggia. Questo era diverso: un boato che gli entrò dentro, nei denti, nel cuore. La macchina sbandò, la mamma urlò qualcosa, e poi tutto si fermò.

 

Il silenzio dopo fu ancora peggio.

 

Il papà aprì la portiera e uscì di corsa, sbattendola dietro di sé. La mamma si voltò verso di lui, il viso teso, gli occhi che lo fissavano come se lo stessero tenendo fermo con la forza.

 "Stai qui. Non ti muovere. Hai capito? Non ti muovere."

 

Gli venne da piangere, ma il pianto si fermò a metà strada, come un motore ingolfato. Dalla gola uscì un suono strozzato, un gemito breve. Ma gli occhi gli bruciavano, il respiro gli tremava.

 

Fuori, c’erano rumori ovunque. Frenate, voci che gridavano, passi che correvano sull’asfalto. Oltre il parabrezza, il bambino vedeva qualcosa di confuso: un bagliore arancione, fumo nero che saliva verso il cielo, uomini che si muovevano tra le ombre. La mamma uscì di scatto, chiudendo la portiera. 

 

Lui restò solo.

 

Poi si sblocco. La paura di chi non capisce, Le lacrime scesero calde, rapide, come un fiume che rompe gli argini. La sua voce come un urlo usci, Si coprì il viso con le mani, senti la macchinina fredda sulla sua pelle. Attraverso il finestrino appannato, vide la mamma tornare di corsa. La sua faccia era cambiata, quasi irriconoscibile, come se fosse invecchiata di colpo. Aprì la portiera, si infilò nell’auto e lo abbracciò forte.

"Va tutto bene," disse. Ma non era vero. Lui lo sapeva.

 

Trent’anni dopo, teneva il volante, sguardo fisso in avanti, Suo figlio giocava sul sedile posteriore, facendo scorrere una macchinina rossa avanti e indietro, proprio come faceva lui da piccolo. Come tutti fanno da piccoli, 

La moglie, seduta accanto, trafficava con la radio, sbuffando ogni tanto.

"Non c’è niente," disse, passando da una stazione all’altra.

 

Lui non rispose. Era stanco. C’era qualcosa, però, un pensiero, appena sotto la pelle. Non sapeva cos’era, ma cresceva, diventava più forte man mano che la strada proseguiva.

 

Poi lo sentì. Quel peso sul petto, quel nodo alla gola. Sua madre che lo abbracciava. Accostò, lentamente, e fermò la macchina sul ciglio.

"Che fai? Che succede? Problemi alla macchina…” chiese la moglie, voltandosi verso di lui.

"Dove stai andando?"

 

Non rispose. Forse neanche la sentì. Uscì dall’auto, chiudendosi la portiera alle spalle. L’aria era ferma, calda, e l’odore dell’asfalto era lo stesso di allora. Fece qualche passo verso il bordo della strada. Lì, una targa:

 

"Qui il 23 maggio 1992 la mafia ha ucciso Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. 

Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini."

 

Tornò indietro, aprì la portiera, si sedette. "Papà, tutto bene?" chiese il

bambino.

"SI SI Va tutto bene," rispose, accennando un sorriso che non gli apparteneva.

Mise in moto, e la macchina riprese a correre.

Tutti i racconti

1
2
12

Speranze di vita

12 November 2025

Di speranze ce ne vogliono almeno due: una per continuare a credere nella vita e l'altra per giustificare la sopravvivenza. Sì perché le delusioni continuate rischiano di farci male, a volte radicalizzano e ci trasformano in elaboratori d'ansia, in soggetti da psicologo nel migliore dei casi o [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like
    tenero di intenso.
    Accorato sguardo a un passato che non può [...]

  • Dax: La speranza, quando possibile,non devevrimanere fine a sé stessa: devevessere [...]

2
2
10

Nessuno è uguale a nessuno

12 November 2025

La catena di montaggio non conosce pause è un nastro che scorre veloce, moltiplicando gesti e abitudini. Smog e street food impregnano l'aria; vetrine mutano faccia, ma non voce; porte automatiche che salutano tutte allo stesso modo. I clacson e i suoni delle rotaie scandiscono un tempo incessante, [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

4
5
22

Lisy

11 November 2025

“Ehi, artista.” La voce, profonda, dolce e a lui ben nota, arrivò alle sue spalle. Lionel si girò appena, attento a non cadere dallo scoglio sul quale era seduto. Lì, in piedi dietro di lui, c'era la figura alta e fascinosa di una donna che pareva una vampira con tanto di collana con simbolo celtico [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • thecarnival: ho visto ora che sei uomo e quindi bravo;) non so perché la voce narrante [...]

  • L. Carver: Se leggerete ancora di lei? Chissà, è un personaggio che vorrei [...]

4
5
25

Il divano che non c'è

Esercizio di scrittura creativa - I 7 peccati capitali - L'accidia

11 November 2025

"Con la tivù accesa e le chiappe sprofondate tra i cuscini era una libidine stappare una birretta, affondare i polpastrelli per ravanare in un sacchetto di patatine e godersi un film appena scaricato." Sandra corrugò la fronte e interruppe il monologo di Adelina orfana di un divano appena portato [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

1
3
18

Il Principe di Sansevero (2/2): Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza seconda parte.

Funzione delle meravigliose macchine anatomiche

10 November 2025

Il Marchese Raimondo di Sangro, una figura eclettica dell’Illuminismo napoletano, è noto non solo per la sua nobiltà e le sue attività politiche, ma soprattutto, per le sue straordinarie invenzioni nel campo della anatomia e dell’ingegneria. Le macchine anatomiche da lui create, esposte nella Cappella [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like.
    bravo e grazie Gennarino.
    Mi complimento con Rubrus...
    La [...]

  • Teo Bo: Come turista ho ammirato il Cristo velato e le macchine anatomiche. Mi ha fatto [...]

9
7
64

Blues

10 November 2025

Ho fatto uscire tutti dalla sala di registrazione. Nessuno sa di questa trentesima traccia, la mia canzone migliore e non sarà incisa. Solo Zimmerman l'ascolterà, apparirà a momenti. Fa parte del patto siglato quella notte al crocevia. «Eccomi Robert, suona per me». *** NdA: l'io narrante è [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Dax: Intrigante....Like

  • Rubrus: Sì, mi è piaciuto ma rispondo ora perchè nel frattempo [...]

4
4
22

Vi racconto in breve la storia del Principe di Sansevero (1/2)

Il Principe di Sansevero: Un Viaggio nei Misteri di un uomo avido di conoscenza

09 November 2025

Nel cuore della mia amata di Napoli, la città più affascinante e misteriosa del mondo, in piazza San Domenico Maggiore, si erge un palazzo che, più di ogni altro, racchiude i segreti e le meraviglie di un'epoca: il Palazzo di Sansevero. Qui visse Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero, un [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

3
6
25

Quando Splinder chiuse...

Cronache dal paradiso dei CMS vintage, con glitter e malinconia

Miu
09 November 2025

Quando annunciarono che Splinder sarebbe morto il 31 gennaio 2012, la blogosfera reagì come una zia davanti alla chiusura del suo parrucchiere di fiducia: “Ma no dai, sarà una pausa estiva.” “Impossibile,” dicevano i superstiti del blogroll, mentre aggiornavano il contatore visite che segnava 12, [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Miu: Grazie a tutti per aver letto e commentato questo racconto!
    Mi ha fatto [...]

  • Dax: È sempre un piacere leggere e leggerti...e imparare qualcosa.

3
4
25

Il dono della vita

08 November 2025

I Non penna o man convien per farne canto, ché basta il vol di rondinella lieve, che in marzo reca un segno dolce e santo. Tra gronde e tetti fa sua stanza breve, cercando nido in ferro e pietra dura, e al cor rivela un lume che solieve. Così la vita, dono che ci assicura, pur ne’ dolor si mostra [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Bernardo Panzeca: Grazie di cuore ❤ a tutti quanti

  • Ondine: Cerchiamo sempre la nostra anima poetica; triste o gaudente realistica o onirica, [...]

3
13
29

L'Altro 2/2

08 November 2025

La natura è la mia stessa carne, il mio sogno e la mia realtà. Le colline sono i fianchi di una dea, i venti il respiro caldo che scuote i pensieri. Le donne che ho conosciuto non erano diverse dai fiori dei campi: quasi sfrontate nella loro bellezza, offerte al sole come pesche mature, sature [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Rubrus: Mi sono spiegato male: che uno dei due fosse Guy era chiaro, Flaubert un po' [...]

  • Andrea Monaci: si Rubrus diciamo che in un uomo del tutto panico come Guy vi è il lato [...]

5
2
29

Senza confini 4/4

07 November 2025

"Potrebbe essere" rispose Marco non sapendo dove Elena volesse arrivare, ma fidandosi. "Quindi? Dimmi cosa dovrei fare?" "Forse... è un'idea che ho... io non scrivo... però... dai, vieni con me!" disse Elena prendendolo per mano. Marco la seguiva con fiducia dubbiosa. Uscirono nel mercato, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
6
27

L'Altro 1/2

07 November 2025

All’alba, quando la Senna dorme ancora sotto un velo di nebbia leggera, scendo piano verso la riva. La barca mi attende, inclinata sulla riva del fiume come un animale spiaggiato. A volte penso che la mia anima assomigli a questa barca: fragile, irrequieta e arenata allo stesso modo. Così sono. [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Rubrus: Benvenuto su LDM.

  • Dax: Bello. Sarebbe una fortuna avere sensazioni così intense abbracciando [...]

Torna su