Da qualche minuto a bordo si era creato uno spiacevole disguido. Un uomo che faceva parte di una comitiva di turisti olandesi, stava sostenendo di essere stato derubato del suo portafogli, individuando il colpevole tra uno dei membri dell’equipe del dottor Suarez. La discussione si stava protraendo, in quanto l’accusato si rifiutava di farsi perquisire.

- E’ un oltraggio al quale non mi presto dottor Suarez– stava dicendo contrariato il professor Rodrigo Espinoza, esimio docente presso la prestigiosa Autonomous University of Barcelona. - Lo so bene professore, si figuri se metto in dubbio la sua rettitudine. Eviterei però di dover scendere alla prossima stazione e recarci al primo posto di polizia. Sarebbe una notevole perdita di tempo. Vedrà che sarà questione di pochi minuti. - Ma il professore continuava nella sua irriducibilità. - Non credo che dei semplici cittadini, possano arrogarsi il diritto di una così umiliante azione nei miei confronti. - Era ostinato. E il dottor Suarez capiva il perché. Una simile insinuazione per un uomo probo come il professore era una vera onta. Però la questione stava andando per le lunghe e non si era arrivati a nessuna conclusione. La differenza di lingua stava inoltre creando enormi difficoltà. Il dottor Suarez spazientito volle colmare la distanza proponendo all’olandese di denunciare l’accaduto quando fossero giunti a destinazione.  Se ne sarebbe incaricata la polizia. L’uomo però non vide di buon occhio tale soluzione in quanto l’arrivo era previsto parecchie ore dopo e nel frattempo, a suo avviso, il sospettato avrebbe potuto benissimo liberarsi del maltolto. A questa obiezione il dottor Suarez chiese allora di sorvegliare l’indiziato, in modo tale che ogni comportamento sospetto sarebbe stato scoperto. Ma quando sembrava che questa fosse la migliore opzione, fu ancora il professore a non volerne sapere. Era in viaggio di lavoro, che diamine! E non certo un carcerato da piantonare.

 - Per piacere professore – tentò di calmarlo il dottor Suarez – Cerchiamo di collaborare. In fondo sarà solo un po' controllato. - Il professor Rodrigo Espinoza non era della stessa opinione – Sono un uomo libero, non intendo farmi controllare da nessuno.- A questo punto intervenne la signorina Brigitta Cadet, una brillante scienziata francese nella squadra del dottor Suarez da tanto tempo.    - E se ci facessimo perquisire tutti ? Che ne dite?- Propose – In questo modo riceveremmo ognuno lo stesso trattamento. Nessuno sarà umiliato. - Al dottor Suarez non dispiacque e presentò la proposta all’olandese che cominciava a farsi minaccioso. L’uomo fu d’accordo ma a protestare fu ancora una volta il professor Espinoza. A suo dire se l’olandese avesse scoperto il colpevole tra i suoi amici non li avrebbe certo denunciati. Quel rozzo di un olandese sarebbe stato capace di tutto. Non si fidava.
Intanto gli altri viaggiatori trovavano divertente intrattenersi con quel diversivo e sposarono questa o quella posizione, proponendo appianamenti e dando consigli. L’ area comune sembrava ormai diventata un’aula di parlamento dove le fazioni si opponevano.

Uno degli olandesi propose a quel punto di istituire tra i presenti una sorta di commissione dove un eletto si sarebbe incaricato delle perquisizioni. Questa proposta fu accolta con molte proteste. Fra l'altro c’erano delle donne. Avrebbero dovuto quindi eleggere anche una donna nell’eventuale comitato?  E se gli eletti fossero stati tutti della stessa fazione?  Si sarebbero potuti certamente accordare tra di loro.  Vi era poi la questione della scolaresca. Qualcuno sosteneva che perquisire gli alunni non sarebbe stato il caso. Qualche altro invece era incline ad incolpare proprio loro per la sparizione. Allorché un'idea fu che la perquisizione poteva essere eseguita dai neutrali membri dell’equipaggio. Ma quando questi furono mandati a chiamare dissentirono perché stando al regolamento sindacale non erano tenuti in nessuna maniera al controllo corporale dei passeggeri. Ma molto probabilmente temevano ritorsioni. 

La situazione stava volgendo allo stallo o addirittura peggiorando. A nessuno più fu dato il permesso di allontanarsi dalla sala. Figurarsi poi raggiungere le proprie cabine.  Dopo questo divieto ci furono momenti di grande tensione. I viaggiatori cominciavano a lamentare la necessità di bisogni fisiologici. Siccome però veniva loro impedito, psicologicamente ne risentivano ancor più. La diatriba stava assumendo contorni tragicomici. Alla fine dopo ripetuti scambi di opinioni, venne stabilito che delle ronde avrebbero scortato i viaggiatori alla toilette, uno per volta, controllati a vista da un addetto che per turno avrebbe assistito alla riprovevole immagine dell'espletamento delle loro funzioni. Ma dopo appena qualche minuto si scatenò il putiferio perché c’era chi una volta tornato aveva bisogno di recarsi di nuovo per espletare funzioni di maggior impegno. Gli addetti immediatamente si rifiutarono di assistere a tale espletamento. Si decise quindi che il permesso sarebbe stato accordato solo per la minzione. Il clima era bollente ed il nervosismo non accennava a placarsi. I ragazzi della scolaresca cominciarono ad intonare canzoni da boyscout. Molti persero la pazienza. Qualcuno cominciava a star male perché gli veniva impedito di liberarsi. Erano poi diverse ore che non venivano serviti i pasti ed i passeggeri cominciavano a sentire i morsi della fame. Avrebbe potuto lasciare la sala solo il personale di servizio si decise.  Il professor Espinoza però facendone una questione personale non lo permise. Dovevano essere prima perquisiti. Naturalmente l'equipaggio si rifiutò e protestò. C’era bisogno di manovrare il mezzo ed attendere le necessità dei viaggiatori. Ma il professor era irremovibile, avrebbe impedito a chiunque di lasciare la sala senza essere prima perquisito. Anche a costo di usare la forza. A quel punto alcuni di loro provarono ad affrontarlo fisicamente. Ma al fianco del professor Espinoza si schierarono subito quasi tutti i suoi colleghi ed i quelli che stavano dalla sua parte. Sembrava che la colluttazione fosse ormai inevitabile. 

 

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