Avrebbe potuto essere l’inizio di una storia da vivere insieme. O, anche, l’ennesima conferma che ognuno di noi è un universo destinato a trascinarsi un bagaglio fatto di avventure, emozioni, errori, piccole e grandi conquiste. Invece, è stata la morte di una falena. 

Sembrava tutto meraviglioso, Federico ed io formavamo un anello: messaggi, canzoni condivise, dichiarazioni, occhi negli occhi. Discorsi, frasi abbozzate, parole dolci sostitutive del “ti amo”. Foto, confidenze, mezze promesse e mezzi progetti ai quali ci si aggrappava per dare un senso a quei momenti che sembravano solo nostri, come solo nostri erano i nomi che usavamo. Non nomignoli affettuosi, ma la sintesi delle esperienze di una vita vissuta più per strada che in casa. 

Mi chiamava e rispondevo. Andavo da lui percorrendo una strada segreta. Perché su quella principale abitava un’altra donna, un po’ vera e un po’ distante, ma sempre presente e, forse, manipolatrice di anime. Lei sapeva di me, ma riteneva di essermi superiore…era sicura che avrebbe potuto schiacciarmi. L’aveva già fatto con altre. Bastava un messaggio intriso di ricatti, di lacrime e di tristezza per far tornare Federico sui suoi passi. Lui mi diceva: «Vieni, le ho parlato. Tu ed io non ci stacchiamo». Inconsciamente sapevo di avere il tempo contato, anche se non volevo ascoltarmi.

Federico una volta era un uomo. Poi, è diventato Atlante, il dio che si porta addosso tutti i problemi del mondo. Alla fine, è sparito, dopo essersi comportato da stronzo. Tutto considerato, non so chi fosse veramente. Federico forse era solo stanco di affrontare il nuovo, le emozioni, il gioco dell’amore, dell’imprevisto. Il gioco del mettersi in gioco senza sapere come finirà. 

Tra la voglia di scappare e il dovere di restare, Federico aveva scelto di andarsene a metà, affrontando viaggi avventurosi nel deserto. Lì avveniva la sua trasformazione. Leader di greggi viziate, grande esperto di tracciati appena abbozzati nella sabbia, apristrada tra dune impossibili. Organizzato, presente, attento, affabile. Aveva occhi dappertutto e riusciva a interpretare ogni minimo dettaglio. Un giorno, in un campo nel deserto Rub Al Khali mi guarda e mi dice: «Sai che mi piaci davvero tanto?». Bon. Mi è bastato. In quella frase ho creduto di leggere la sua anima e ho deciso. Mi sono voltata e sono scappata, ma all’istante ho scelto di abbandonarmi a lui, mandando all’aria gli arroccamenti a prova di incursione.

Bello, bello il deserto con lui. Bellissimo. Mi ha fatto sognare. Anche quando ci siamo tornati. Lui era il mio re. Nessuno poteva eguagliarlo. 

Federico, però, non rideva mai. O meglio, ci provava ma non riusciva. Lo tradivano quegli occhi che all’improvviso si accendevano di buio, che lo richiamavano a un ordine precostituito e insondabile. Arrivavano i fantasmi - tanti - l’incapacità di affrontarli uno per uno, l’impossibilità di chiedermi aiuto a combatterli. 

Alla fine, come l’ultimo degli ultimi, un giorno senza sole mi ha cacciato fuori dal suo cuore facendomi un male terribile. Semplicemente mi ha detto: «Amo ancora la donna che abita sulla strada principale, me ne sono reso conto questa mattina, quando mi sono svegliato». 

È inutile sforzarsi di comprendere i gesti avventati e le scelte irragionevoli. Con passi pesanti sono salita sul treno verso casa. Guardando fuori dal finestrino, con le lacrime agli occhi, ho capito che non sarei più tornata in quella casa in mezzo alla campagna. 

Con lui ho vissuto una storia calda come il sangue. Ed esistono le storie che non durano e non sono e solide: si chiamano passioni travolgenti. Non sono buoni amori e, proprio per questo, destinati a finire male. Come se ogni innamoramento sbocciando sprigionasse i semi del proprio fallimento. 

Una storia, questa, che si è presa gioco degli amanti, esaltandoli per poi lasciarli annichiliti. 

Federico era un uomo pieno di cicatrici, di errori mai risolti, di fughe piuttosto che di soluzioni. Però, nonostante la nostra profonda diversità, è riuscito a farmi sognare in due. Il suo bombardamento d’amore è stato eccelso, l’impegno a mantenerlo, scarso. Sono convinta che all’inizio abbia creduto in una sorta di cambiamento, ma sostengo anche che mi abbia usata per legare ulteriormente a sé la donna che su di lui non ha mai mollato la presa. Gli sono grata, comunque, perché mi ha regalato l’ennesima lezione di vita. 

Oggi ho letto sul calendario che sono passati due anni dall'ultima volta in cui ho pianto. Strano, il tempo è volato…

Tutti i racconti

3
4
24

Il tempo e il profumo

12 December 2025

Oggi c'è il sole. Marco guarda Miriam. Sono in un giardino seduti su una panchina. L'aria è fresca, piacevole come lo sono le mattine di primavera inoltrata. Il sole colpisce il loro viso. Sono fermi a guardarsi. Lui si avvicina al volto di lei, ne percepisce il leggero profumo che la avvolge. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rubrus: Sulle panchine, Peynet docet. Quanto al ricordo del profumo e in genere degli [...]

  • Dax: Triste ma capita spesso...si cambia e non ci si riconosce più. like

4
6
26

La creatura 1/2

12 December 2025

Lettera del 3 maggio 19.. Mia cara Maria, scrivo dopo giorni di insonnia e febbrile agitazione. Gli scavi presso il sito di Khor-Amun si sono rivelati ben più strani di quanto potessi immaginare. Ho rinvenuto strutture che non combaciano con alcuna civiltà conosciuta: angoli che non dovrebbero [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

  • Smoki: Ecco. Ora mi tocca coscrivere gli amici per giocare ad Arkham Horror o alle [...]

  • AliDiNotte: Grazie a tutti per i commenti. Smoki è proprio l'effetto che voglio [...]

3
4
32

I due gemelli

11 December 2025

«Aprimi…» disse una voce roca dall’esterno. Quando, quella notte, aprii la porta, trovai mio fratello sorridente. «Ho portato una cosa...» Rovistò nella borsa e lasciò cadere una massa giallastra sul pavimento. Sapevo cos’era, ma glielo chiesi lo stesso. «Che cos’è?» «Non la riconosci? L’ho presa.» [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Walter Fest: Per i miei gusti 5 minuti di lettura erano troppi, forse dovevi essere piu' [...]

  • Dax: bello, triste.Like

11
17
67

La Caccia

11 December 2025

Terzo giorno. Le tracce sono chiare, la preda è vicina. Respiro il fresco del mattino spronando il cavallo nel guado. Eccolo, laggiù in riva al fiume, ignaro della mia presenza. Lo chiamo, si gira pistola in pugno ma io sono più veloce. Mia è la vendetta. NdA: una nota per contestualizzare [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
13
34

Debunker (4/4)

10 December 2025

Il botolo ringhiante voltò il muso verso la nuova apparizione. Questa alzò un braccio simile a un ramo d’albero e lo abbassò emettendo un lungo, bizzarro fischio. Il cane smise di ringhiare, si accucciò e prese a scodinzolare. Anche quelli nel folto tacquero. Non appena il fischio cessò, il botolo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Rubrus: A scanso di eqiuvoci: in questo testo, la IA non ci ha messo becco.

  • Aaron: Molto interessante Rubrus... Che ne dici di ricavarne un articolo per il nostro [...]

5
9
31

Bro, queste nonne sono fuori patch, giuro

Miu
10 December 2025

Nel parchetto comunale, ogni pomeriggio, va in scena un piccolo miracolo naturale: la convivenza di creature che, in un mondo sensato, non dovrebbero neanche incrociarsi. Seduto sulla panchina, Ercole, ottantasei anni, ex capotreno, occhio liquido e pazienza evaporata da tempo, osservava tutto [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • An Old Luca: Veramente uno dei lavori più benfatti che ho letto qui su LDM per i [...]

  • Smoki: AMO. TUTTO. SMODATAMENTE.
    Amo le storie di nonni e nipoti.
    Amo la differenza [...]

4
4
27

Debunker (3/4)

09 December 2025

L’altro si voltò (il poliziotto ebbe la fugace visione di un volto adolescenziale) e accelerò l’andatura. La folla, tuttavia, fece loro ala e Cogliati poté distinguere un giubbotto viola e due scarpe da ginnastica giallo acceso, come quelle di Topolino. Passamontagna si voltò di nuovo. Forse era [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • Dax: azz.....Like

  • Rubrus: Temo sempre che le mie scene di azione non siano sufficientemente dinamiche. [...]

5
10
26

Il condominio 3/3

09 December 2025

L’amministratore picchiettò le dita sul tavolo. «Signor Coletti, dovrebbe cercare di comprendere che il quieto vivere dipende da tutti. Qui dentro ogni rumore ha un peso. Ogni gesto ha una conseguenza.» Vittorio sospirò, esasperato. «Vi ascolto parlare e mi sembra che stiate obbedendo a una… volontà [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • CarloAnti: Grazie Rubrus annoto il tuo suggerimento:) Purtroppo Dax al momento non ho [...]

  • Lawrence Dryvalley: il finale, secondo me, è illusoriamente positivo. le premesse portano [...]

4
3
23

Debunker (2/4)

08 December 2025

Il bar era caldo, anche se gestito da cinesi – e quelli, si sa, risparmiano su tutto, a cominciare dal riscaldamento. C’era persino l’alberello di plastica accanto all’immancabile gatto dorato che faceva “ciao, ciao” con la zampa. Cogliati pensò ai Natali della sua infanzia. Per trovare qualcuno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
7
23

Il condominio 2/3

08 December 2025

Poi tornò al lavoro, ossessivo, lo straccio che scivolava sul pavimento con lena rinnovata. Quando Vittorio era già sulle scale diretto al suo appartamento, sentì ancora le parole del portinaio, come un’eco lontana: «Le norme… ma quelle non scritte, mi raccomando, solo quelle… sono tutto, qui dentro.» [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

5
7
23

Debunker (1/4)

07 December 2025

Babbo Natale era intirizzito e di malumore. O meglio, lo era il Cogliati, in piedi, vestito da Babbo Natale, all’angolo tra Piazza Grande e Via Vittorio Emanuele II. Per fortuna, però, non si vedeva. La barba finta nascondeva tutto. Peccato prudesse come se dentro ci fosse una nidiata di pulci. [...]

Tempo di lettura: 5 minuti

4
5
32

Il condominio 1/3

07 December 2025

Il rito dell’inquilino del piano di sopra era sempre lo stesso: lo sciacquone del bagno a scandire il tempo, le pantofole trascinate sul pavimento. Ogni sera, alle ventitré precise, quel suono monotono rassicurava Vittorio: il mondo là fuori era caotico, ma sopra di lui qualcuno seguiva ancora [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su