Quando coloro che ti hanno donato la vita se ne vanno, pare che desiderino portarne con loro una piccola porzione, e allora vi si aggrappano e tirano e strappano, ma tale dono è talmente imbrigliato tra nervi e vasi sanguigni e carne che la loro azione seppur vana allo scopo, tuttavia causa lacerante e grande dolore al donatario il quale non ha altra soluzione per alleviarlo se non il pianto.
Poi le lacrime si asciugano al fuoco e rimangono assenza e ceneri.
Le ultime volontà dei suoi donatori avevano disposto la loro dispersione sull’altipiano lunare che circonda il rifugio appollaiato sul Piz Boè: il Picco del Vento. Amavano quella pallida roccia sollevatasi dal mare e colorata dalla cenere. “Cenere millenaria di morti e vulcani…” - pensò mentre la funivia saliva. Nello zaino aveva tutto il necessario: le rosette con formaggio e speck, borraccia con fresca acqua di fonte, le due urne e i necessari documenti autorizzativi, un maglione ed una casacca impermeabile con cappuccio. “Sentiero 627, poi 638” – ripassò. La cabina della funivia, appesa ad un solo cavo teso tra partenza ed arrivo, nell’ultimo tratto, pare scontrarsi contro la ripida parete del Sasso, poi, invece, risale quasi in verticale per raggiungere la Terrazza.
“La vista da quassù riempie gli occhi, meno l’aria i polmoni. È bellissimo. Lo vedete anche voi?” Sorrise. La Marmolada, era lì, nel cielo blu e si spaziava dall’Austria al Veneto. La ragazza al suo fianco, con una Nikon, fotografava affamata quello spettacolo. Lo guardò. Si incamminarono insieme seguendo le indicazioni. Anche lei indossava uno zaino voluminoso. Inquadrò subito: abbigliamento tecnico di marca, belle gambe abbronzate, occhiali con lenti a specchio, seno proporzionato. Gli piaceva.
Giunto a destinazione, appoggiò lo zaino su una panca a servizio dell’unico tavolo libero. Lei su quella di fronte. Si sorrisero. Educata circostanza. Quasi contemporaneamente estrassero gli stessi oggetti e li appoggiarono sul piano del tavolo. Due lui, uno lei. Si guardarono. Vide i propri occhi nel riflesso delle lenti, ma percepì l’intesa. Con i contenitori in mano si affacciarono nel vuoto, aspettarono la folata giusta e stapparono insieme, come fosse uno spumante ad una festa. Una festa la era. La morte che si donava alla vita. Le tre nuvole volteggiarono, rimasero un attimo sospese, poi si unirono come in un abbraccio, come se si conoscessero e volarono via, come bambini che corrono a giocare tenendosi per mano.

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L'Ospite

14 October 2025

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14 October 2025

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13 October 2025

All’improvviso un rumore distante, simile a una voce umana, un canto femminile soffocato, raggiunse le sue orecchie. Seguendo il suono, Luca salì altre scale. Aprì una prima porta: una piccola camera modesta, con un letto singolo e un semplice armadio, probabilmente destinati all’autista. Le due [...]

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La Letteratura Fantastica - Introduzione

Un'analisi del macro-genere scritta dall'utente di LdM Rubrus

13 October 2025

Segnaliamo la pubblicazione sulle pagine del blog di un nuovo articolo. Il nostro utente Rubrus esamina le ragioni e le peculiarità della Letteratura del Fantastico nelle sue tre principali espressioni: l'Horror, la Fantascienza e il Fantasy. In questo primo capitolo leggeremo un'introduzione [...]

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L'ordine ed il caos

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[Interno di una tenda militare. È notte. La pioggia batte e rimbomba sulla tela spessa, con un fragore costante. Il vento, un respiro freddo e incessante, fa fischiare le cinghie e tremolare la lampada a olio, che getta ombre danzanti sulla nuda terra umida. Un odore di terra bagnata, di cuoio [...]

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12 October 2025

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Ero tornata a casa dopo vent’anni di assenza e mi ero recata a casa da mia madre. Mio padre era morto come altri due fratelli. Trovai mamma con la mente assente, non era nel presente ma in un mondo fermo a tanti anni fa. La aiutai a finire di pulire le verdure e mangiammo in silenzio. Dopo il modesto [...]

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BlaBlaQuack

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Notte di Gaza

09 October 2025

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