IERI. Ciudad Juarez , 23 novembre 1983, ore 23:42.
Mancava poco al loro arrivo. Ad attenderli una casa di nuova costruzione. Accogliente. Lontana dai pericoli. Lontana dagli orrori di cui si cominciava ad intuire, dai mormorii sempre più fondati della stampa locale.
“Ancora un miglio e saremo arrivati”. Lo pensò ad alta voce. Sua moglie al suo fianco sorrise impercettibilmente. Allungò la mano accarezzandogli il viso. Mancava poco, davvero poco. La strada, deserta, rimandava le luci dei semafori, a quell’ora lampeggianti. Poi una moto. Uno scarto rapido, improvviso. Due lampi a fendere la notte. A dividere due vite. A sciogliere per sempre promesse presenti e future. Tutto si consuma rapidamente: la Volvo di nuova produzione, fiammeggiante nella sua composta eleganza, che frena improvvisa. Due corpi inermi giacciono esanimi. Chi spara scende lesto e con movimenti rapidi, sicuri e consumati estrae dall’abitacolo i due sventurati. Chi guida, ora apre la strada all’autoveicolo svedese. Entrambi schizzano via, nella notte messicana. Nella notte di confine.


OGGI, Ciudad Juarez, 23 novembre 2013, ore 10:12.
“ Che il Signore illumini il tuo cammino e ti dia la giusta forza per affrontarlo degnamente”
Furono le parole sincere e di augurio che Don Juan, vicario di Città del Messico, proferì nei confronti di Gonzalo Diaz, anzi, Don Gonzalo Diaz.

Ordinato prete da pochi istanti. Anni di studio e di seminario. Cresciuto timorato di Dio. Umile, docile. Gonzalo guardò il suo nuovo abito talare. Si strinse tra le braccia, non senza commozione. La Chiesa le fu padre e madre attenta e premurosa. Per lui che tre decadi prima venne trovato, piccolo e indifeso, dinnanzi ad un orfanotrofio nella periferia ovest di Juarez. Per lui che in quella notte funesta divenne orfano suo malgrado.

I monaci dell’orfanotrofio di San Augustin lo salvarono prima, lo accudirono, poi. Lo crebbero con i valori dell’amore e del rispetto nel prossimo. E lui, Gonzalo, crescendo, avvertì l’esigenza di dedicarsi all’ALTRO. Studiò duramente. In seminario, poi, emerse la sua figura sempre più carismatica di attenzione e cura dei diseredati. Dei poveri.

Fu inevitabile la scelta. Segnata dal destino. Forse, in cuor suo aveva l’ardire di sostenere, voluta dall’Altissimo.
Affiancò un vecchio prete nella chiesa di San Pablo. La sua missione iniziò nel punto più caldo di Juarez. Lui lo decise. Lui lo volle fervidamente.

Regnava violenza di ogni genere: traffico di droga, prostituzione, contrabbando di armi e organi umani. Le sue prediche nella piccola chiesa divennero appuntamenti irrinunciabili per la comunità, attirando persone dalla limitrofa El Paso.  

Sempre più persone affollavano le strette navate, sempre più giovani accorrevano alle messe.

Affrontava le varie gang in solitaria con le uniche parole che conosceva, quelle di Cristo; strappava loro pedine, che nelle sue mani divenivano uomini.

Era stimato. Era amato.

 Ma un giorno tutto cambiò.
“Prete voglio confessarmi.”Al di là del confessionale una voce roca e malata . Gonzalo invitò l’uomo ad aprirsi al giudizio di Dio con umiltà e sincerità.
Quello  non disse il suo nome. Raccontò con distaccata freddezza gli errori della sua vita. Rapine, violenze. Commerci illeciti di droga entro e oltre confine. Raccontò con la speranza di svuotare la sua anima e di renderla al Signore linda. Immacolata.
Gonzalo ascoltava con attenzione. Senza intervenire. Dalle griglie del confessionale cercava il volto di questo sconosciuto.
“Ho anche ucciso. Ho tolto la vita a più persone. Tante, troppe. Nemici di quartiere, gang rivali e anche due innocenti.” Diede un colpo violento di tosse, prolungato. Troppo prolungato per non far intuire a chi stava nel confessionale una triste verità. “Me ne hanno diagnosticato uno terribile, prete. Capisci, vero. Dunque il tempo per me è limitato. Per questo vuoto il sacco. Lo vuoto davanti a te e dinnanzi a colui che rappresenti. Meschino, forse. Ma ora sono alle corde e spero di trovare se non negli uomini almeno in Dio comprensione e perdono.”.

Gonzalo intervenne con parole dolci e rassicuranti poi chiese di quei due innocenti a cui aveva accennato.
“Fu circa trent’anni fa. Rapinammo una coppia. Il mio socio, pace all’anima sua, guidava la moto. Io sparai. E solo dopo qualche miglio mi accorsi che nell'auto c’era un marmocchio di pochi mesi nel sedile posteriore. Lo lasciammo al suo destino davanti ad un orfanotrofio. Cazzo in fin dei conti ho ammazzato, ma credo anche di avere salvato una vita…Che mi dici prete, può bastare?”.
Gonzalo fu preso da emozioni contrastanti: un’eruzione di sentimenti che non era in grado di controllare.

Chiese garbatamente di rinnovare l’incontro al giorno successivo al suo interlocutore.  Accettò e l'indomani alla stessa ora si presentò.

Pioveva acqua color del ruggine, fuori. All’interno della chiesa due donne intente a pregare.

Don Gonzalo Diaz accolse l’uomo con un solenne segno di croce rigorosamente in latino. Attese qualche istante. Lo sconosciuto rimase in silenzio. Attendeva anch’egli una parola rivelatrice. Forse di conforto, e perché no, di remissione.

Il silenzio si protraeva inaspettatamente.

Poi Don Gonzalo Diaz recitò il Padre Nostro secondo i dettami della Chiesa delle Origini e infine proferì le parole di assoluzione:” Ego te absolvo in nomine Patri et Spiritu Sancti Amen.”
“Prete credo tu sia in errore o forse ti stai arrugginendo?"  lo disse scherzosamente. “Dove diavolo hai lasciato il Figlio?”

Furono le sue ultime parole.

Il primo colpo di Beretta calibro 9 lo raggiunse al volto. Il secondo, con il lato del confessionale ormai devastato, sulla tempia.
Don Gonzalo Diaz uscì dal confessionale sconvolto.

Senza più timore né dell’Uomo, né di Dio: “Il Figlio sono io….”
Il terzo colpo, Gonzalo, di professione prete, lo riservò per sé.
 

Tutti i racconti

2
5
16

L'uovo 2/2

18 November 2025

Quando si svegliò, depose l’uovo nel giaciglio e andò a lavorare. Rientrato trovò l’uovo ridotto in tanti frammenti. Osservò che non vi erano tracce di liquido né sul giaciglio né sul pavimento. C’erano però alcune piume a terra che Luca seguì fino alla finestra aperta. Fuori, nel giardino, vide [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • thecarnival: Grazie a tutti dei commenti:) non ho capito il tuo Rubrus.

  • Rubrus: Il protagonista ha cura di lei perchè l'ha vista nascere e quindi [...]

2
4
17

Se la vita ti dà limoni... 2/2

18 November 2025

- Federico… Federico... FEDERICO FEDERZONI, SANTIDDIO. - La voce del collega un po' seccato richiama Federico sulla terra. - Eh? - Sbatte le palpebre e si volta verso la scrivania di fianco alla sua. - Ohi, Damiano… dimmi. - - Eh, “Damiano dimmi” un fico secco. - Gli tira un post-it appallottolato. [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Bello, concreto e pervaso da quella buffa tristezza che, a volte, si insinua [...]

  • Smoki: Grazie a tutti! ✨

    Spiegazione non richiesta, ma:
    Il concept della [...]

3
6
22

L'uovo 1/2

17 November 2025

Luca pensò di stare ancora sognando. Un uovo era lì, perfetto, con un guscio bianco e lucido, appoggiato accanto a lui sul lenzuolo. Non aveva mai visto un uovo di quelle dimensioni: era alto almeno trenta centimetri. Subito si chiese come quell’uovo fosse finito nel suo letto, poi pensò a uno [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

4
6
32

Se la vita ti dà limoni... 1/2

17 November 2025

Margherita attraversa la piazzetta di corsa. Con lo zainetto che le sbatte sul fianco, entra al Plume con slancio da centometrista, facendo quasi sbattere la porta sul naso di un avventore in procinto di uscire. Gli improperi che lui bofonchia sono coperti dal rumore di accelerazione del bus da [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Maria Merlo: Molto carino, aspetto il seguito.

  • Smoki: Grazie!

    Il seguito arriva domani, speriamo mantenga le aspettative! ;)

6
8
54

In fregola

16 November 2025

Qua e là sulla facciata del condominio le luci accese per la cena. Una donna con un cane tra le auto parcheggiate. I lampioni accessi. Poche foglie sui platani. Semaforo verde e attraversiamo la strada. Davanti alla porta del monolocale i nostri corpi entrarono in fregola.

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Walter Fest: A Simò, daje nun fà er timido esci allo scoperto, parla, dicce [...]

  • Lo Scrittore: ciak si gira... fermo immagine ..stop! buona la prima va bene così [...]

6
5
30

Emma e i libri che parlano

16 November 2025

Emma aveva imparato a non fare rumore. Non perché qualcuno glielo avesse chiesto, ma perché a volte le parole rimbalzano indietro. O peggio, cadono nel vuoto. Quando parlava, la madre la interrompeva a metà frase: – Più tardi, tesoro, adesso ho da fare. “Più tardi” voleva dire mai. Emma lo sapeva [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

5
2
30

La foto della pazzia

15 November 2025

Presi le foto, quelle che la mia ragazza mi consegnava felice ogni fine settimana… per la quarta volta di fila era lì in mezzo alle altre. Non sopportavo quell’immagine… con lui lì. Sì lo vedevo, pensava di nascondersi, ma io lo vedevo proprio sullo sfondo, di profilo. Ricominciai a guardare le [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Paolo Ferazzoli PRFF: I like .
    Quanti noi esistono?
    per meglio dire quante maschere diverse [...]

  • Dax: urka, una bella storia di malattia mentale. Povero.😭.Like

2
6
27

Pomeriggio sospeso

15 November 2025

Dovrei finire di leggere qualche libro. Lo penso mentre ne osservo la copertina, bloccata sul tavolo, come se aspettasse da ore. Sarei anche uscito a fotografare, magari in città, a rincorrere la luce tra i palazzi. Ma ho fatto tardi e quindi niente. Potrei scendere comunque, giusto qui intorno: [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Dax: Pigrizia,il dolce far niente e,forse, la pace interiore sono tentatrici. like

  • FuoriFuoco: Concordo! 🙂

3
3
22

L'allieva 2/2

14 November 2025

Freccia la guardò appena mentre continuava a masticare quei pochi fili rubati. «Scusa ragazza ma ormai siamo insieme da tanti anni ed è la prima volta che capita che una di noi sia indisposta, è stato un brutto colpo. E vedere te poi, così giovane, magra… Sei sicura di farcela per l’intero giro? [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Maria Merlo: Racconto bellissimo per adulti, bambini e chiunque abbia davvero buona volontà.

  • Rubrus: Natale si avvicina. Se non troppo invadente, è una festa che ha davvero [...]

4
9
27

Tratturi

14 November 2025

Tratturi Ho sempre ascoltato volentieri gli anziani. Una volta, forse perché vecchio o perché si sentiva solo su quella panchina, uno di loro mi raccontò una storia. “Tu sai cosa sono i tratturi e la loro gente?” La mia faccia dubbiosa valse più di mille risposte e, avido di sapere, sedetti anch'io [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

5
4
23

L'allieva 1/2

13 November 2025

La slitta già preparata sovraccarica di doni, attendeva sulla pista di lancio circondata dalla neve. I folletti le giravano intorno per verificare la tenuta del carico, una corda ben stretta da una parte, un'altra sulla parte più alta dove era possibile un crollo dei regali… Babbo si era raccomandato [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Dax: Bella....attendo. Like

  • Teo Bo: La signora Natale? Non mi dire... chi l'avrebbe mai detto! Aspetto il 2, [...]

3
5
51

CENTRALE PARANOICA 7

INIZIA CON UNA SETE DI SANGUE

13 November 2025

Hi, qui è Centrale Paranoica 7, shhhhh… shhhhh… silenzio, chiedetevi perché manco da tanto tempo… Beh non mi hanno scoperto ancora, ma mi hanno fiutato. Per la verità pensano più a qualche presenza esoterica, il dottor Stella ha persino chiamato in causa il buon vecchio Dick immaginando un mondo [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

Torna su