mercoledì 22 giugno, penultimo giorno h. 16 Ponte Giochi d’acqua

 

Passa il tempo, i nostri amici non fanno passi avanti, nei calcoli che avevano fatto non erano messe in conto le separate con prole urlante e le straniere che non conoscono l’italiano.

È vero, nei romanzi capita spesso che due si conoscono, i loro sguardi chiedono ed offrono amore e senza parlare si amano perdutamente… ma in quei romanzi i protagonisti hanno fisici palestrati, visi perfetti… i nostri purtroppo sono due ragazzi abbastanza carini, ma con fisici da lanciatori di fiori di zucchina vuoti.

Le ragazze, che non avevano fatto gli stessi calcoli, sono carine, hanno fisici al di fuori dei canoni della bellezza classica ma piacevoli, però hanno anche una tendenza al trucido vistoso che non le allontana solo dal jet-set, ma anche dall’aliante-set.

La crociera prosegue, Barcellona, Palma di Maiorca, Marsiglia, La Spezia, i nostri quattro protagonisti s’incrociano spesso, ma ancora la ricerca è rivolta verso la bellezza, la ricchezza, la simpatia… in poche parole, verso l’impossibile ed oltre!

Arriva l’ultimo pomeriggio, la rassegnazione inizia a fare capolino nelle loro teste, anche se non l’ammetterebbero mai. È finita l’escursione in Liguria ed ora si ritrovano nel settore giochi d’acqua.

«Carmen, fermiamoci qui, sembra che si stiano divertendo!»

«spero che sia vero, sugli altri ponti è pieno d’idioti inseguiti da cretine dal corpo perfetto che starnazzano “BATTETE LE MANI A TEMPO!!! E UNO… E DUE…»

«qui non ci sono intrattenitori, è perfetto!»

«però sono tutte piscine, giochi d’acqua e varie, noi ci siamo vestite casual rimorchio senza reggiseno, non possiamo fare niente»

«meglio, prendiamo in giro le altre senza paura di essere ricambiate»

«andiamo lì, si stanno tirando le bombe d’acqua, se ci colpiscono, con solo il perizoma sotto la maglietta lunga saremo praticamente l’attrazione principale»

«miss maglietta bagnata, troppo giusto! Andiamo!»

«parliamo tra di noi, sennò si capisce che l’abbiamo fatto apposta»

«sì, si, mi piace assai»

… dopo tre giri completi di piscina…

«ma guarda se c’è un idiota che ci colpisce»

«forse sembriamo troppo serie? Insomma due che s’incavolano?»

«ma che ne so, proviamo a metterci sul bordo della piscina, qualche spinta ci capiterà»

«qui sono troppo seri, non danno fastidio a chi non conoscono»

«ci sono i bambini, quelli rompono sempre!»

«cerchiamo un reparto trucidi»

«però poi troviamo trucidi anche i maschietti!»

Nel frattempo un piccolo drone telecomandato passa sfiorando Carmen che ne approfitta per buttarsi all’indietro, portandosi anche Deborah nell’acqua, iniziano ad agitarsi, i vestiti bagnati diventano trasparenti lasciando le due ragazze seminude, Piero e Pino si gettano per salvarle, trascinandole fuori dell’acqua.

«come state? Avete bevuto?»

Carmen ansimando

«no, tutto bene, la ringrazio…»

«Piero»

«grazie Piero, stavamo troppo sul bordo, quel cacchio di aeroplanino ci ha spinto»

«vado a rimediare due asciugamani, praticamente siete nude, non che la cosa mi dispiaccia, siete uno spettacolo vero!»

Deborah interviene ridendo

«si, grazie, è vero che siamo nel periodo estivo, ma non siamo certo così esibizioniste, siamo troppo serie!»

Pino sottovoce a Piero, mentre agguantano due asciugamani

«manco poco, non aspettavano altro quelle due»

«però ora che giocano a carte scoperte, non sono male, due sciampiste, ma bei corpi»

«se mi lasci la tettona procediamo con i giochi»

«va bene, la secca m’attizza, aggiudicato, non possiamo tornare a casa e dire che siamo andati in bianco!»

Nel frattempo…

«Carmen, che facciamo, gli diamo spago?»

«che ti devo dire, sono carini, vediamo cosa succede»

«chi ti piace?»

«il piccoletto, quello che si chiama Piero»

«l’altro neanche si è presentato»

«beh, dagli tempo, ci hanno appena salvate»

«sì, se non l’aiutavamo a salvarci, annegavano, a me sembrano due imbranati, comunque assecondiamoli»

I due maschietti tornano con gli asciugamani, le ragazze ci si avvolgono, Pino sospira

«fine della magia»

«ti ringrazio, ma era un po’ imbarazzante»

«immagino, comunque mi chiamo Pino»

«io Deborah, la mia amica Carmen»

«lui è Piero»

«piacere ragazze, vi andrebbe di fare due chiacchiere al bar, ci prendiamo un aperitivo appena vi sarete cambiate?»

«va bene, visto che ci avete salvate ve lo dobbiamo… fra mezzora qui?»

«ottimo, andiamo a cambiarci anche noi, a dopo!» poi sottovoce «ve LA dobbiamo!»

… e si allontanano ridacchiando, dandosi pacche sulle spalle

_____________________________

«Carmen, che ci mettiamo?»

«tu ovviamente devi mettere in evidenza il pezzo forte, le tette, però metterei anche una minigonna stretta per evidenziare il culo»

«tanto ormai ci hanno viste nude»

«ma quello era troppo esibito, per gli uomini il vedere/non vedere è il massimo per attizzarli, io una gonna larga sotto il ginocchio con lo spacco, che ogni tanto si può scoprire e un reggiseno push-up, sai, un aiutino mi serve»

«come finirà la serata?»

«non lo so, a me bastano un po’ di selfie da mettere su face book, altrimenti che figura ci facciamo?»

«speriamo che non si vestino da borgatari»

«già, ti prego, fa che qualcuno lassù gli metta una mano sulla testa dandogli una scintilla di cervello!»

10 cabine più in la…

«Piero, che mi consigli?»

«non è che abbiamo tanta scelta, di elegante abbiamo portato due calzoni e due camicie, come viene viene, l’importante è che siamo simpatici»

«allora siamo rovinati»

«dai, non fare il cretino, sei pronto? Cerchiamo di chiacchierare a coppie, dobbiamo arrivare prima possibile al traguardo, in quattro si dicono solo idiozie»

«agli ordini»

«andiamo!»

 

_________________bar h.18__________

 

«Pino, stanno arrivando!»

«però belle gnocche! Deborah è tutta tette e cosce!»

«buttati che è morbido! Preferisco Carmen, coscia secca, ma ha un culetto che fa miracoli!»

«peccato che sia “troviamo una casa per i senza tette” vabbé, speriamo di finire in bellezza la serata»

«dipende da te, se non fai cavolate ci riusciamo»

«Deborah, quelli si sono messi il calzino arrotolato sotto il pantalone stretto per evidenziare il pacco!»

«che squallidi, vabbé, tanto serve solo per passare in compagnia l’ultima serata, un selfie col comandante, uno con “semo gente de borgata remix 2015 ” e rientriamo almeno col trofeo fotografico»

«Lo so io quello che devo mandare giù»

«… ma non sarà quello che sperano loro!»

«Debbie! Un’ora che li conosci e già sei diventata una trucidona??»

«scusa!»

Piero si alza con galanteria per far sedere le due vamp

«ragazze, che piacere, siete meravigliose, due dee»

«grazie! Anche voi non siete niente male»

«abbiamo preso un tavolo con vista sul mare»

«ma come siete romantici, se ne trovavate uno con vista montagna sareste stati unici»

interviene Pino «brava Deborah, bella risposta» poi tenendole la sedia «siediti qui»

«birbantello, mi vuoi monopolizzare»

«non ci ho mai giocato, non mi piacciono i giochi di società, a te sì?»

«preferisco briscola e tresette»

«spero anche “scopa”!»

(risata falsa) «volgarone, ti piace fare battute così?»

«scusa, ti danno fastidio?»

«no, io le faccio peggio, ne ho appena sganciata una terribile… ma non te la posso dire»

«ma io non mi scandalizzo»

«io sì, è proprio sconcia!!!!!»

intanto Piero…

«scusa il mio amico, è scemo ma è buono di carattere»

(lo sapevo che iniziava subito quell’idiota, lo ammazzo se ci fa andare in bianco!)

«fallo essere pure cattivo! Non ti preoccupare, anche Deborah è così»

(ho fatto bene a metterli insieme, almeno questo sembra che ce l’abbia un secondo neurone)

«tu sei diversa, hai classe, ricordo la prima sera che ti ho vista, una minigonna leopardata da vip, l’avevo vista addosso ad una della T.V. su un giornale che ho sfogliato dal barbiere, però indossata da te faceva più figura, ti hanno mai detto che hai delle gambe splendide?»

(immagino di no, hai due stuzzicadenti, ti salvi solo per il culo)

«negli ultimi 20 minuti purtroppo no, meno male che ci sei tu a tenermi nella media dei 15 al giorno»

(pensi che solo uno come te mi dice queste cose? Abbassa la cresta, bello!)

«hai ragione, sarai abituata a sentirti dire che sei perfetta»

(sì, da quelli della gita sociale per ciechi)

«tesoro, rifatti gli occhi, qui non c’è niente di rifatto!»

(però il prossimo anno due numeri di tette in più le esigo! Altrimenti devo smettere di uscire con Debbie)

«si vede che sei genuina!»

(se avevi qualcosa di rifatto dovevano ingabbiare il chirurgo per incapacità)

«ma stai comodo con i calzoni così stretti?»

(è tutta roba tua o hai messo un calzino?)

«prima stavo comodissimo, da quando ti ho vista così, ho un problema di crescita»

(secca come sei, ti farò proprio male!)

Avete capito il livello delle due conversazioni? Un desiderio insopprimibile vi spinge ad ascoltare il seguito? No, vero? Meglio! Vi faccio io un riassuntino:

Deborah e Pino sono passati dalle battutine sulle tette di lei e sul “pacco” di lui a tutti i vari sinonimi di “dammela o me la dai”, il punto più alto della conversazione è stato quando hanno ricordato a memoria tutti i matrimoni delle star americane ed italiane, con luogo designato e testimoni importanti, i due ragazzi si uniscono in un duetto da domanda finale di “rischiatutto” con crescendo di difficoltà ed orgasmo finale da esame di laurea che li fa sentire culturalmente vicini! Infine esplode l’abbraccio finale che inizia amichevolmente, ma che si dilunga un po’ troppo per essere omologato innocente, infatti i loro ormoni debilitati dalla lunga astinenza si scatenano.

Piero e Carmen, gli intellettuali, hanno giocato la seconda parte “quasi” a carte scoperte, un “selfie” a letto da mandare agli amici (ed amiche) più intimi li attira, è l’ultima sera, domani sarebbe la debacle, anche se loro non ne conoscono il significato! Lo spacco della gonna diventa ascellare, la mutanda bianca con i cuoricini rossi urla “prendimi, strappami!” lui cerca di far capire che l’impronta in rilievo sul davanti dei pantaloni non è un calzino arrotolato, ma roba vera ed in cuor suo sta pregando tutti i santi omologati in Paradiso di aiutarlo a fare in modo che la cilecca delle ultime tre volte si riveli un problema superato.

Un’ora dopo, alla chetichella, le due coppie con un cenno si dividono le cabine e spariscono saltando la cena col comandante, per fortuna sulla nave esistono vari punti di ristoro a tutte le ore, perché quando usciranno saranno affamati e, si spera, rinfrancati nell’ego.

___________ buffet h.22 ___________

Alla fine si ritrovano tutti e quattro da dove proviene il profumo più invitante, per tacito accordo si dividono le file per ritrovarsi poi al tavolo

«com’è andata Pinù?»

«bello, ci siamo divertiti, lei soffre il solletico, quando me ne sono accorto l’ho torturata, rideva, poi doveva scappare al bagno, nuda è proprio tanta, mi sembrava sempre di essere inadeguato, poi dopo averlo fatto ci siamo raccontati gli amori passati, poi abbiamo parlato di voi…»

«’na botta de vita, insomma»

«ah, ci siamo fatti i selfie nudi per ricordo, e poi quelli un po’ coperti da mandare agli amici ed alle sue amiche»

«sarete il massimo dei like su face book per due settimane! Noi invece l’abbiamo fatto tre volte, l’ho fatta impazzire, dillo a quegli stronzi che mi sfottono, comunque abbiamo fatto anche noi le foto Kamasutra»

«Kama che?»

«che cavolo ne so’, l’ha detto lei»

-----------------------

«Debbie, la smetti di ridere, raccontami!»

«Ma dai, quello mi faceva il solletico, mi voleva toccare dappertutto, ci siamo ammazzati dalle risate, non è un granché, ma almeno ce l’ha messa tutta, è stato carino»

«immagino, ‘na botta de vita, io ho dovuto faticare all’inizio, credimi, proprio tanto, ha bofonchiato che aveva avuto dei problemi ultimamente, quindi gli era presa la paura di non riuscirci, io ho cercato di tranquillizzarlo, poi quando ho cominciato a prenderlo a schiaffi perché mi stavo incavolando, come per miracolo ha preso vita… e che vita!!!! Aveva dei begli arretrati il pupo! Gli ho dovuto spiegare tutto perché è proprio imbranato, però almeno abbiamo finito bene la crociera, adesso ci facciamo un po’ di foto abbracciati con vista nave e da domani non voglio più vederli»

«sei sicura? A me piace, ci siamo dati appuntamento a Viterbo domenica prossima»

«cavolo!!! Pensi che verrà anche Piero? aricavolo… che faccio? Vabbé, comunque una cosa tranquilla, non siamo una coppia… diciamo che un nuovo incontro con la testa valida, non quella in mezzo alle orecchie, lo farei»

«neanche noi siamo una coppia, per ora ci divertiamo, stiamo bene così»

«che finaccia ‘sta crociera, cercavamo i manager e siamo finiti col terzo livello, proprio ‘na botta de vita è stata! (girandosi) Ragazzi! Abbiamo preso questo tavolo, avete preso tutto?»

«no amò, non ti ho presa tutta, dopo continuiamo?»

Nel modo più trucido possibile, anche questa storia è finita, nel grande gioco della vita si vince, si perde, qualche volta si pareggia… ecco, i nostri quattro amici hanno pareggiato, la loro vita non è cambiata in meglio, ma neanche in peggio, per qualche mese continueranno a vedersi… poi, chissà… diamogli una chance, non sono cattivi!

 

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